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30/03/2017

“Ci saranno i black bloc, a costo di metterceli noi”

Non era mai accaduto in queste dimensioni. L'allarmismo per una manifestazione non è una novità, certo, ma una esagerazione così non è cosa di tutti i giorni.

Per il marzo, e in particolare sul corteo indetto da Eurostop e Movimenti territoriali, è stato fatto balenare – in contemporanea, e come se fossero quasi la stessa cosa – il pericolo di una calata internazionale di black bloc (specificate anche le provenienze: Francia, Germania, Grecia) e possibili attentati dell'Isis. Mancavano gli alieni – quelli di Mars Attack, probabilmente – ma forse se li sono tenuti da parte per la prossima volta.

Gli "incidenti", gli "scontri", la "devastazione di Roma", compresa – chissà perché – la fontana della piazza di Testaccio, erano su tutte le prime pagine e nelle aperture dei Tg. Praticamente c'erano già stati, erano già raccontati nei dettagli. Una profezia che si autoavvera.

Un povero ingenuo si chiederebbe da dove venisse tanta sicurezza. Certo, i servizi segreti hanno ampie possibilità di infiltrazione (le forme di organizzazione antagoniste sono sotto i limiti dell'artigianato pre-industriale). E di sicuro i social servono più a schedarsi da soli che a tenere rapporti sociali o politici. Però, diciamocelo, tutta quella sicumera era un tantino sospetta...

Perciò qualche cittadino democratico si è guardato intorno, nei pressi della manifestazione, ed ha potuto fotografare almeno un gruppetto di giovinastri che scaricavano zainetti sospetti da una macchina parcheggiata.

I black bloc in questione, però non apparivano poi tanto degli emarginati sul punto di sfogare la propria rabbia incendiaria, visto che in fondo l'automobile era in pratica nuova di zecca.

La cosa più stupefacente, comunque, è che fosse parcheggiata tra un'autoambulanza e i blindati della polizia. Parecchi agenti vedevano molto da vicino l'armeggiare dei "black bloc", al punto da scambiarsi frasi come "ahò, ma questi non li perquisiamo?"

E giù grasse risate...

Queste le immagini, colte "al volo" da distanza ravvicinata, così simili a quelle di Genova 2001. Sia chiaro: sappiamo benissimo che ci sono tanti gruppetti diffusi che amano entrare nelle manifestazioni "anti vertice" e scassare qualcosa di più o meno simbolicamente significativo; ma sappiamo anche – e si notano spesso – che esistono altri "gruppetti", niente affatto diffusi e anzi molto centralizzati, che assumono le stesse sembianze e criteri operativi simili. Per obiettivi decisamente diversi e niente affatto innocenti.







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