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21/02/2017

Fine di un tabù. Italia fuori dall’euro? Starebbe meglio


Qualche settimana fa era stato uno studio di Mediobanca. Adesso ne arriva un altro da un centro studi economici francese, ma la diagnosi è la stessa: per l'Italia uscire fuori dall'euro non sarebbe affatto una catastrofe, come declamano i terrorizzatori filoeuropeisti ma, nel medio periodo, potrebbe addirittura andare meglio di quanto stia adesso.

E' la pagina web di Wall Street Italia a riportare oggi che dall’analisi dell’Osservatorio Economico Francese (OFCE), un illustre istituto di ricerche economiche e politiche, emerge una conclusione che lo stesso team di studiosi definisce “inaspettata”: i costi di un’uscita dall’Eurozona non sono probabilmente così alti come si è portati a pensare per paesi in deficit come Italia e Spagna, mentre sono più elevati del previsto per i paesi in surplus che potrebbe subire perdite di capitali, una conseguenza di default o svalutazioni.

Addirittura se si prende in considerazione i rischi per i bilanci dei singoli paesi in caso di ritorno alla lira, (bilancio del settore pubblico e della banca centrale, bilanci delle aziende private e delle famiglie e bilanci delle banche), l’Italia è l’unico paese che non correrebbe alcun pericolo per i bilanci citati e anche Olanda e Francia presentano rischi bassi, limitati alle aziende non finanziarie e alle famiglie. Con il ritorno alla lira, che si rivaluterebbe dell’1%, l’Italia sarebbe il paese dell’area euro che avrebbe meno problemi economici e che correrebbe meno rischi in termini di debito pubblico. Sempre secondo lo studio dell'istituto economico francese, dopo una svalutazione significativa, la lira sul lungo termine finirebbe per stabilizzarsi e addirittura avrebbe il potenziale di apprezzarsi dell’1% rispetto all’euro.

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