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31/01/2017

Strage di Viareggio. Condannati Moretti ed Elia

L'ex amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, è stato giudicato colpevole nella sentenza di primo grado per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Sette anni, come per Michele Mario Elia (sette anni e sei mesi), suo successore e al tempo della strage amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana.

Attualmente Moretti – che al tempo definì la strage uno "spiacevole episodio" – ricopre lo stesso incarico in Leonardo (nuovo nome di Finmeccanica, holding controllata dallo Stato che si occupa tra l'altro di produzioni militari).
7 anni e 6 mesi anche per Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia e di Fs Logistica. Tutti erano accusati di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali. Quel treno carico di gpl che esplose (soltanto un vagone) non era sicuro e non poteva viaggiare.

L’accusa aveva chiesto per Moretti 16 anni e per Elia 15. In pratica, sono stati condannati i vertici delle Ferrovie dello Stato (scorporate in quattro divisioni) e i manager delle Gatx, la società tedesca proprietaria del carro deragliato responsabile della manutenzione dei carri cisterna.

I familiari delle vittime hanno ascoltato le parole del giudice in assoluto silenzio, liberando la tensione con un brevissimo cenno di applauso alla conclusione della lettura. Per domani è stata convocata una conferenza stampa da parte dei familiari, riuniti nell'associazione "Il mondo che vorrei". L'annuncio è stato dato da Daniela Rombi e Marco Piagentini, coordinatori dell'associazione. Stasera si ritroveranno insieme ai loro legali alla "Casina dei ricordi".

Il rappresentante dell'accusa, il procuratore capo di Lucca, Piero Suchan, ha annunciato comunque appello contro la sentenza, che non ha accolto per intero le richieste. "Le procure non si accontentano mai, avevamo chiesto 33 affermazioni di responsabilità penale, il Tribunale di Lucca, al quale va il riconoscimento di aver espresso una sentenza forte, ha condannato 23 imputati e assolto i restanti. Siamo però contenti perché abbiamo avuto una pronuncia da parte di un giudice collegiale che afferma la responsabilità penale, quindi che non è stato un incidente o un episodio accidentale".

Sull'effettività della condanna pesa comunque il fattore tempo. Ci sono voluti otto anni per arrivare alla sentenza di primo grado. Dunque esiste – ed è forte – il rischio della prescrizione. E sarebbe una violenza inaccettabile, per la seconda volta, nei confronti di tutte le vittime e dei loro familiari.

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