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28/01/2017

Nuovi profili di incostituzionalità per l’Italicum

Questo il comunicato, emanato ieri, dal pool di avvocati coordinato da Felice Besostri che ha condotto e vinto la battaglia legale avverso l’Italikum

“Non si può votare subito” perché con le due leggi che residuano dopo il pronunciamento della Consulta, si “producono effetti diversi nelle due Camere”. E in caso di fughe in avanti verso il voto, i legali anti-Italicum valutano nuove azioni prima del deposito della sentenza della Corte Costituzionale. Lo rende noto il coordinatore del pool di avvocati, Felice Besostri.

L’obiettivo è “riattivare” i ricorsi contro l’Italicum pendenti in 14 tribunali affinchè i giudici inviino nuove ordinanze alla Corte Costituzionale. Tra le questioni che i legali, in quel caso, punterebbero a far arrivare all’attenzione della Consulta, ci sono i capilista bloccati e il premio di maggioranza sotto profili ulteriori rispetto a quelli già esaminati, e soprattutto le diverse soglie di sbarramento tra Camera e Senato e il ricorso alla fiducia per l’approvazione dell’Italicum. Gli avvocati potrebbero fare istanza ai tribunali per un provvedimento d’urgenza.”

E’ evidente da parte dei mezzi di comunicazione di massa la sottovalutazione dell’esito della battaglia legale avverso l’Italikum e la gaglioffaggine dei rappresentanti delle forze politiche, sempre pronti a strumentalizzare ogni passaggio ai fini della loro inconsulta bramosia di potere.

Questo sembra davvero un paese ormai ridotto al limite del ridicolo. La classe politica procede tranquilla nei suoi giochi (compresa l’opposizione populista che, nella frenesia del referendum, voleva andare a votare con una legge dichiarata incostituzionale) e pare non ci si renda conto della portata di ciò che è accaduto e che richiederebbe davvero uno scossone di fondo, magari anche con dimissioni (dov’erano i presidenti delle Camere quando ammettevano il voto di fiducia posto dal Governo su di una legge elettorale palesemente incostituzionale? Tanto per fare un esempio).

E’ vero invece che:

1) In un mese circa è stato smantellato l’impianto del vagheggiato “Reich millenario” di Matteo Renzi. Il disegno di impadronirsi del Parlamento per farne l’aula sorda e grigia del suo personale perpetuarsi al governo è fallito: su questo punto non c’è alcun dubbio. Per restare a galla il PdR avrà comunque bisogno del tanto denegato “inciucio”;

2) Per la seconda volta in tre anni una legge elettorale votata dal Parlamento (nel caso dell’Italikum addirittura con il voto di fiducia) è stata dichiarata sostanzialmente incostituzionale dalla Suprema Corte. Questo fatto la dice lunga sulla qualità della classe politica: nel primo caso gli artefici del disastro furono i soloni del centro – destra; nel secondo caso quelli del PD. Accomunati nella sorte dopo essere stati accomunati nel voler piegare uno strumento delicato come la formula elettorale ai loro disegni particolari di detenzione del potere (nel primo caso addirittura la formula elettorale fu cambiata allo scopo di “limitare la sconfitta”);

3) Non ci sarebbe stata un’impostazione della campagna elettorale referendaria senza l’impegno immediato dei costituzionalisti del Comitato per la Democrazia Costituzionale. Questo punto deve essere riconosciuto come fondamentale: senza questo tipo di apporto e di riferimento la sinistra e il campo della democrazia costituzionale sarebbe rimasto privo di bussola e di punto di riferimento, in balia dell’aggressivo politicismo di partiti saliti all’ultimo momento sul carro senza conoscere la materia e per semplice opportunismo;

4) Egualmente va riconosciuto al pool di avvocati che da oltre nove anni si è battuto per riportare alla giusta dimensione di costituzionalità il tema della legge elettorale il merito insindacabile di aver condotto la battaglia quasi in solitudine, fin dal primo giorno. E’ stato grazie alla loro sapienza e alla loro tenacia che questo risultato è stato ottenuto: nell’occasione sono stati fiancheggiati da un certo numero di cittadini che, corte d’Assise per corte d’Assise, si sono costituiti in giudizio. Contro avevano la macchina dello Stato (è risultato particolarmente pesante, in questo caso , il tipo di intervento dell’Avvocatura) e il grande partito “a vocazione maggioritaria”, sconfitto nelle aule della Corte di Cassazione così come era stato sonoramente sconfitto dal voto il 4 Dicembre 2016.

5) Deve essere chiaro che esiste un nuovo “combinato disposto”. Se in precedenza quello tra deforma costituzionale e Italikum solidificava un regime personalistico, adesso quello tra “esito del referendum” e “sentenza della Corte” disegna esattamente uno scenario opposto, pur nel mantenimento del premio di maggioranza in una condizione nella quale nessuno appare in grado di ottenerlo. E’ necessario che di ciò si prenda atto e si lavori sulle leggi elettorali in modo da essere coerenti con una impostazione voluta dall’elettorato che ripristina la centralità del Parlamento e il suo ruolo di rappresentatività dopo il tentativo fallito di violarne spirito e identità come questi erano stati indicati dalla Costituzione.

Tutto questo va ricordato nel momento in cui ci si appresta a valutare iniziative e scenari per le prossime settimane.

Da parte di chi ha sostenuto questa importantissima battaglia per la democrazia è stato ottenuto un risultato non secondario: facciamone tesoro, non disperdiamo questo indiscutibile patrimonio prestando il massimo di vigilanza democratica.

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