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29/07/2016

Siria - La benedizione di al Qaeda all'addio di al Nusra

Al Qaeda dà la benedizione all’uscita del Fronte al Nusra dalle sue fila. Ad approvare la decisione del leader del gruppo qaedista in Siria, al-Jolani, sarebbe il capo della rete jihadista, Ayman al-Zawahiri. Ieri in un audio di sei minuti e mezzo pubblicato su YouTube, il leader di al Qaeda dà il via libera alla scissione per un preciso calcolo strategico: “La fratellanza dell’Islam che ci unisce è più forte di qualsiasi obsoleto legame tra organizzazioni. Questi legami devono essere sacrificati senza esitazioni se minacciano la vostra unità”.

Al-Zahawiri si riferisce all’intenzione di al Nusra di creare una nuova alleanza tra gruppi islamisti siriani, in chiave anti-Assad. Che l’obiettivo del Fronte fosse da tempo quello di presentarsi come alternativa al governo di Damasco non è una novità. Ma le rivalità sull’ampio campo di battaglia siriano, insieme all’inserimento di al Nusra nella lista nera globale (che lo esclude dal negoziato siriano e dalla tregua russo-americana), hanno impedito finora al gruppo di ergersi a leader di una potenziale coalizione jihadista nel paese.

Da qui la decisione di lasciare la madre al Qaeda, mero calcolo personalistico non certo dettato dall’abbandono dell’ideologia dell’organizzazione. Un’ideologia che combacia con quella del rivale Stato Islamico, con il quale gli scontri – armati e non – sono frutto di ambizioni di controllo territoriale e non di visione. A confermare le parole di al-Zahawiri è il suo vice, Abu al-Khayr al-Masri: valutata la particolare situazione siriana, al Qaeda “approva ogni possibile azione che preservi la jihad nel Levante”. “Invitiamo i leader di al Nusra a prendere le necessarie misure in questa direzione – aggiunge – Questa è anche una chiamata a tutte le altre fazioni jihadiste: dovete formare un unico fronte per proteggere la nostra gente e la nostra terra”.

Tutti d’accordo, insomma. L’obiettivo pare chiaro: al Qaeda punta a dare maggiore libertà di movimento al suo braccio siriano non solo nella speranza di evitare i raid russi se venisse cancellato dalla lista nera, ma anche per creare un fronte jihadista unico nel paese. Tante sono le milizie islamiste attive in Siria e alcune hanno alleanze più o meno strutturate con al-Nusra (vedi Ahrar al-Sham e Jaysh al-Islam, inspiegabilmente accettate come opposizioni legittime al tavolo del negoziato dell’Onu, e che da tempo chiedono al Fronte di uscire da al Qaeda), ma non esiste un fronte solo. La sua creazione, sotto la guida di al Nusra, permetterebbe anche di arginare l’avanzata sia propagandistica che militare del rivale Stato Islamico.

Se i gruppi minori accettassero la proposta (consapevoli però di rischiare di essere banditi da Ginevra) cambierebbe anche lo scenario siriano e le dinamiche interne al vasto e composito fronte delle opposizioni: quelle cosiddette moderate, a partire dall’evanescente Esercito Libero Siriano, già profondamente indebolite dalla presenza jihadista, potrebbero finire definitivamente nel dimenticatoio. Aleppo ne è la dimostrazione: le poche unità “moderate” sono accerchiate dal governo e i quartieri tradizionalmente controllati dall’Els ora sono in mano ai jihadisti.

Poche ore dopo le dichiarazioni di al-Zahawiri, il leader di al Nusra, al-Jolani, mostrava per la prima volta il suo volto in un video inviato ad al Jazeera nel quale dichiara finita l’esperienza precedente e fonda Jahbat Fatah al Sham, il Fronte di Conquista del Levante. Nel video di pochi minuti chiama a raccolta le milizie jihadiste perché uniscano sforzi e uomini nel campo di battaglia siriano. Non è un caso che al-Jolani abbia deciso di palesarsi proprio in questo momento. Con una chiara strategia comunicativa, il leader intende “legittimarsi” sia sul piano internazionale che su quello interno: non più gruppo clandestino, da lista nera, o gregario della più vasta rete qaedista ma leader protagonista di una nuova potenziale fase siriana.

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