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30/05/2016

Israele - 200 ex generali contro Netanyahu, subito negozati con i palestinesi

di Michele Giorgio   il Manifesto

Oltre 200 ex generali ed ufficiali delle forze armate ed agenti dei servizi segreti, che si definiscono “Comandanti per la sicurezza di Israele”, criticano pubblicamente la mancanza di iniziativa da parte del governo Netanyahu e hanno elaborato un “piano” per sbloccare la situazione di stallo con i palestinesi. Non si tratta di una proposta particolarmente avanzata e rispettosa di tutti i diritti dei palestinesi. Chiede però un ampio ritiro israeliano dai territori occupati nel 1967 per consentire ai palestinesi di costruire un loro Stato indipendente.

Il presidente del gruppo, Amnon Reshaf, ha condannato i “mercanti di paura” secondo i quali non ci sarebbe un partner palestinese per trattare un accordo. Un riferimento evidente agli esponenti della maggioranza di destra che negano l’esistenza di una controparte per eventuali negoziati e descrivono il presidente dell’Anp Abu Mazen come un nemico e un sostenitore del terrorismo.

Il piano chiede uno stop della costruzione di insediamenti ebraici nei Territori occupati, l’accettazione dell’iniziativa di pace araba del 2002 e il riconoscimento di Gerusalemme Est, la parte araba della città, come capitale dello Stato palestinese.

L’iniziativa allarga la spaccatura tra i militari e il governo Netanyahu che si è fatta ancora più profonda nei giorni scorsi dopo l’improvvisa nomina dell’ultranazionalista Avigdor Lieberman a ministro della difesa al posto di Moshe Yaalon, un ex comandante delle forze armate.

Intanto la Francia si prepara ad ospitare, il 3 giugno, un incontro con i ministri degli esteri di diversi Paesi finalizzato alla convocazione, in autunno, di una conferenza internazionale per rilanciare il negoziato israelo-palestinese. L’iniziativa francese è stata respinta da Netanyahu che si è detto disposto solo ad incontrare Abu Mazen.

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