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28/05/2016

Il governo tedesco accetta gli “arbitrati” del Ttip, ma dice il contrario

Ufficialmente i governi europei stanno trattando sul testo del Ttip (trattato transatlantico mirante a istituire un’area di libero commercio euro-statunitense) in difesa delle regole vigenti su questo continente. In particolare, dicono di opporsi alla pretesa Usa di affidare le eventuali e probabili controversie tra società multinazionali e singoli Stati – per esempio in tema di Ogm o di altri mille normative differenti tra Usa ed Europa – a “corti arbitrali private”, composte in genere da avvocati che lavorano per le stesse multinazionali. Con ovvia e allucinante priorità per gli interessi di poche imprese private rispetto a quelli di intere popolazioni.

Un documento governativo arrivato nella redazione del giornale tedesco Zeit sembra invece dimostrare l’esatto opposto. Evidentemente, lo stile “renziano” è indispensabile per svendere un intero continente alle imprese e alla finanza multinazionale.

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Zeit online, 18/05/2016

Il GOVERNO FEDERALE BARA SUI TRIBUNALI ARBITRALI INTERNAZIONALI

Il ministro dell’economia Sigmar Gabriel finora ha criticato i tribunali arbitrali internazionali privati per gli investitori. Un documento interno rivela che invece lui propugna il loro mantenimento.

Contrariamente alle dichiarazioni pubbliche del ministro dell’economia Sigmar Gabriel (SPD), il Governo federale difende i discussi tribunali arbitrali internazionali privati. In un documento informale, un cosiddetto non-paper di inizio aprile che è in possesso del Zeit, il governo federale – assieme agli austriaci, ai finlandesi, ai francesi e agli olandesi – propugna il mantenimento di tribunali arbitrali internazionali privati nella UE.

Davanti a questi tribunali arbitrali gli investitori stranieri possono citare per danni gli stati. Essi lavorano generalmente sulla base di accordi internazionali, le loro decisioni tuttavia sono sempre più controverse – anche per questo in passato il ministro dell’economia ha chiesto pubblicamente che nei nuovi trattati commerciali essi vengano sostituiti da una Corte di giustizia internazionale.

Nel documento, però, i cinque governi si fanno fautori della stipulazione di un nuovo accordo di difesa degli investitori fra tutti i membri della UE per mezzo del quale gli investitori possano accedere ai tribunali arbitrali privati inclusi nella lista della Permanent Court of Arbitration dell’Aia, anche nel caso di controversie intra-europee.

Il nuovo approccio non solo contrasta con la linea ufficiale che propaganda proprio la fine della giurisdizione arbitrale privata, ma mina anche la linea della Commissione europea poiché questa richiede – sì – l’inclusione dei tribunali arbitrali nei trattati internazionali, ma vuole privarli della competenza sui conflitti in ambito UE.

“E’ uno scandalo: sia nel TTIP, che nel CETA o anche solo in ambito UE – il Governo federale incappa continuamente in diritti speciali riconosciuti agli investitori stranieri”, dice Peter Fuchs di Powershift, un’organizzazione che osserva criticamente l’attuale politica commerciale globale. Fuchs chiede la denuncia immediata e senza sostituzione di questi trattati. Esattamente questo nei mesi scorsi aveva propugnato anche la Commissione europea al cospetto dei governi.

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