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30/03/2016

La tempesta bancaria che si avvicina

Le grandi banche europee sono l’anello più debole della crisi prossima ventura. Dopo aver ricevuto, nel 2008, l’astronomica cifra di 661 miliardi di euro di fondi pubblici, a titolo di salvataggio, oggi le banche sono decapitalizzate (una parte dei loro attivi vale meno di quello che viene dichiarato ovvero, in altre parole, sono attivi tossici) e sono in difficoltà a pagare a breve termine i loro passivi. Le cifre sottolineano i sintomi più evidenti di tale difficoltà. Il valore dei cosiddetti “CoCos”, i titoli di debiti di alcune delle principali banche europee, è sceso drammaticamente. Stiamo parlando di Deutsche Bank, Santander, Unicredit e del Banco Popular (e la stessa cosa avviene con la BNP Paribas).

Questo significa che le principali banche della Spagna, della Germania, della Francia e dell’Italia si trovano sull’orlo dell’abisso.

Questi CoCos, il capitale COntingente COnvertibile, sono uno strumento di debito creato nel 2013, come risposta alla nuova regolamentazione internazionale, al fine di eludere le restrizioni imposte ai capitali dopo l’ultima crisi del 2008. Sono titoli di debito che, nel caso dovesse avvenire una tragedia, possono convertirsi in capitale. Nel frattempo, ricevono un alto tasso di interesse, il quale corrisponde alla percezione del fatto che il rischio è molto grande.

Il valore di tali strumenti di debito è andato sempre più calando, e ora si trovano ad operare in una situazione in cui le perdite corrispondo fino ad un quarto del loro valore. Questo crollo registra la paura degli investitori, i quali temono che gli interessi su questi titoli saranno impossibili da pagare.

Il problema non è solo della Grecia. E’ presente anche nelle principali economie del mondo, dagli Stati Uniti all’Europa. Le valutazioni borsistiche delle banche stanno crollando e a partire da questo si diffonde il panico nei mercati finanziari, in quanto anticipano quelli che sono i rischi a breve termine.

L’esposizione di alcune banche a tali operazioni considerate a rischio è assai grande, soprattutto per quel che riguarda le banche spagnole e tedesche. Le tre principali banche spagnole (BBVA, Popular e Santander) hanno emesso CoCos per circa 10 miliardi di euro. Perciò, le difficoltà della Santander aiutano a comprendere il perché dell’intervento della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea nel caso Banif (banca portoghese che si trova nei guai dal 2012, e che è stata comprata dalla Santander nel dicembre del 2015), con il consenso del governo portoghese, che ha permesso una ricapitalizzazione della banca spagnola.

Ma è la Deutsche Bank a trovarsi nelle peggiori condizioni. Dopo aver perso 6,7 miliardi durante lo scorso anno, vedendosi così obbligata ad aumentare le risorse al fine di affrontare i contenziosi, che tutti insieme assommano a più di 1,2 miliardi di dollari, ora è diventata la banca europea più esposta, a breve termine.

E’ questa la mappa che dobbiamo analizzare per comprendere che cosa avverrà nel settore bancario portoghese nei prossimi anni.

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