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28/09/2015

Esposito, Lazzaro, Foietta e Ferrentino: tutta una grande famiglia?

Neo-assessore ai trasporti di Roma con l'incarico esplicito di "fare u mazzo così" ai lavoratori dell'Atac che osano scioperare, e ovviamente ai non molti sindacati conflittuali che li appoggiano, per il senatore torinese Roberto Esposito le cose sono diventate subito complicate. Non tanto per le sue geniali dichiarazioni da neo-cittadino della Capitale ("ero un ultrà della Juve e gridavo Roma merda!"), che gli hanno moltiplicato all'istante il non alto numero di estimatori, quanto per l'inchiesta dei Ros sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nei lavori per la Tav in Val Susa.

In specifico, si parla di un imprenditore locale, Ferdinando Lazzaro, che temendo di restare fuori dal gran circo degli appalti, aveva chiesto "sostegno" - ma tutti, maligni, leggono "raccomandazioni" - a diversi politici torinesi ritenuti alquanto a ragione degli ultrà del Tav.

Per competenza, lasciamo la parola ai compagni di NoTav.info

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L’affare Tav è un pò come una grande famiglia. L’abbiamo sempre sputo, non abbiamo mai avuto remore nel dirlo ed ora qualcun altro in più di noi ne sarà convinto. Persino i Ros lo sono, e da un rapporto legato all’operazione contro la ndrangheta in Piemonte San Michele, escono alcune informative legate ad alcune intercettazioni che collegano un po' di quelli che si sono sempre stracciati le vesti per il Tav e per la legalità (da applicare a piacimento contro i notav).

Ed ecco che in un sol rapporto escono i nomi di Stefano Esposito, Paolo Foietta (presidente dell’osservatorio Torino Lione), Antonio Ferrentino, il direttore generale di Ltf Marco Rettighieri, e il presidente del (defunto in malo modo) Consorzio Valsusa Luigi Massa. Tutti tirati in ballo, in modo o nell’altro da Ferdinando Lazzaro, uno dei proprietari dell’Italcoge (poi Ital costruzioni), uno dei vanti della politica piemontese, perché imprenditore residente in Valsusa, impegnato nelle opere preliminari del Tav, nonché elevato martire a causa dei notav brutti, sporchi e cattivi.

Solo che poi si scopre che tra le tante cose, Lazzaro è anche indagato in questa operazione antimafia e ancora una volta i politici si tav si dimostrano poco lungimiranti. Poi adesso si scopre che Lazzaro ha chiesto aiuto un po' a tutti per sedersi alla grande mangiatoia del Tav, e tutti i nomi sopracitati sembrerebbe che una mano non gliela abbiano negata. Chi con una telefonata, chi con una mail, chi con chissà cosa.

Non abbiamo letto questa informativa, leggiamo dai giornali come tutti ma il buon Senatore/Assessore non avrà visto di buon grado il titolo de La Stampa:


Il dato che esce in maniera chiara è come ancora una volta esista un Sistema Tav, fatto di amicizie, legami e favori che fa di tutto per tenere in piedi il carrozzone impresentabile che è quest’opera. E’ persino imbarazzante commentare tale notizia, ma per una volta non siamo noi a doverlo fare, ma chi di solito spreca pagine e pagine per riportare le parole “ferme e decise” di “politici di famiglia”.


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