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23/08/2015

Tsipras, il John Connor della moneta unica?

La parabola, veloce e drammatica, di Syriza impone in Italia una serie di riflessioni. Analisi che non possono essere fatte con lo sconto, sperando in stagioni di decantazione politica che non ci saranno a causa dell’evoluzione della crisi, e con il timore che il patrimonio simbolico di Tsipras evapori velocemente. Anche perchè, in Italia, presentarsi oggi in nome di Tsipras fa assumere subito due vesti: l’abito povero del clamorosamente sconfitto o quello, meno dimesso ma più inquietante, del transformer delle posizioni politiche.

E’ bene essere clinici, nell’analisi di quanto accaduto, ponendosi una domanda: Tsipras è il John Connor della moneta unica?

Per i meno introdotti alla saga di Terminator, John Connor è il leader della resistenza degli umani al dominio delle macchine. Nell’ultimo episodio, nel quale il dominio delle macchine si rivela essere quello del più grande cloud globale, John Connor passa radicalmente di campo. Diventa l’agente più importante del dominio. Certo, i rovesciamenti non mancano nella saga cominciata negli anni ’80: oggi il primo Terminator, inviato per uccidere gli umani, è uno strenuo difensore delle libertà dell’homo sapiens etc. Se vogliamo, sta accadendo anche nelle saga greca dove un Terminator di vecchio modello del FMI, Dominique Strauss-Kahn, disarcionato da diversi scandali a sfondo sessuale, viene dato come vicino a Varoufakis.

Finita l’allegoria, si tratta di capire cosa sta accadendo in Grecia. I patti sottoscritti tra Grecia e la governance europea sono chiari, nella loro logica politica, per quanto complessi nelle modalità di realizzazione. Non prevedono solo invio di fondi, questione alla quale si ferma il Manifesto della Rangeri per evitare di porsi il problema di dove sta andando Syriza, ma una radicale implementazione del neoliberismo. Si parla della radicalizzazione di forme giuridiche, politiche fiscali, di bilancio e bancarie. Di una ristrutturazione dell’amministrazione dello stato, e del suo impianto giuridico, che accetta il liberismo come unica economia esistente. Persino l’istituto greco di statistica è sulla soglia del commissariamento: deve fornire numeri compatibili con gli algoritmi neoliberali. Senza parlare della dismissione di 50 miliardi di beni pubblici, sul modello della Treuhand tedesca che privatizzò i beni della DDR, che è una delle condizioni della tenuta dell’accordo di luglio.

Il gioco che sta facendo Tsipras è chiaro: tenersi sottopancia al Fondo Monetario Internazionale, che chiede il taglio del debito greco, per fare in modo che si possa tagliare più debito possibile. Visto che il FMI si differenzia dalla Germania, e dalla Bce, proprio sulla questione del mantenimento o meno del debito greco. Comunque vada, se Tsipras fa i “compiti a casa”, le misure di distruzione di salari, stato sociale, patrimoni pubblici rimarranno. Anzi, tra tre anni, di pubblico, in Grecia, potrebbero rimanerci, realizzato un impianto dello stato solo neoliberista, solo le panchine nei parchi o vicino ai chioschi. Con una situazione economica simile ad oggi. Infatti, dopo le turbolenze mostrate dal dragone cinese, non si trova un’analista che, partendo dagli scenari del mercato obbligazionario, scommetta seriamente su una ripresa greca.

Qui non c’è da giustificare o condannare nessuno sul piano etico. La politica è un derivato dell’arte della guerra, talvolta tanto derivato da anticipare l’arrivo di strazianti conflitti in campo aperto, difficile, drammatico e spietato. E’ un piano dove innocenza, colpevolezza, situazioni strutturali di squilibrio, atti di generosità, di ingenuità, di furbizia e d'infamia si confondono spesso senza essere distinguibili. Guardiamo piuttosto ai fatti, che sono questi: Tsipras ha vinto una elezione e un referendum (storico) su due linee politiche comprensibili. Un doppio no: all’austerità e all’uscita dall’euro. Questa linea è fallita. Così si prepara ad una nuova tornata elettorale con un’altra richiesta chiara, almeno per chi non fa finta di non vederla: “non ci sono alternative a questa politica, dite se posso continuarla io o un altro”.

Repubblica ha scritto, mandando un chiaro segnale interno per la prossima pessima stagione politica, un editoriale sulla Grecia esaltando una formula secca: o si sta nell’euro o si è contro le politiche di austerità. Syriza sta entrando in questa partizione di campo e non certo con un'economia innovativa, con diritti universali garantiti, in grado di uscire dall’austerità. Sta aspettando che la situazione in Europa cambi magari con le elezioni spagnole (dove i sondaggi danno Podemos in calo)? Sta aspettando il FMI? Sta navigando a vista?

Fatto sta che il programma politico di gennaio, punto di equilibrio tra le sinistre greche, è fallito e che tutti, non certo solo in Grecia, devono far fronte a nuove scadenze politiche, ed economiche. Tali da cambiare il volto del continente. E qui capire se Tsipras è diventato o no il John Connor della moneta unica non è poco. E, come in Terminator, non ci vorrà molto per capirlo.

Per i virtuosi della chiacchiera si prospetta un futuro fatto di stabilimento di colpe e responsabilità, di polemiche dosate col bilancino dei tribunali della storia di terz’ordine, su quando accade in Grecia. Chi vuol fare politica sa invece dove andare: dritto alla costruzione di alternative concrete e credibili. Dritto ad un modello economico in grado di risanare un paese, in grado di sganciarsi dalla globalizzazione finanziaria. Si tratta del tipo di globalizzazione che rappresenta il piano del comando del capitale proprio sull’austerità. Sganciarsi da questo piano è un compito titanico, altro che perdersi nelle polemiche, specie in un paese dove la credibilità delle sinistre è crollata molto prima dell’esistenza stessa di Syriza. Ma in questo senso, visto che la china da risalire arriva quasi al cielo, sapere che non ci sono rendite di posizione, identitarie e culturali, può essere persino un vantaggio. Quando la storia ti guarda in faccia, sopravvivere alla ferocia degli eventi rende politicamente robusti.

Redazione, 21 agosto 2015

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