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29/09/2013

“Nazisti criminali”, decapitata Alba Dorata. E adesso?

Con una maxioperazione di polizia senza precedenti, ieri all’alba sono scattati in tutta la Grecia gli arresti di decine tra parlamentari, dirigenti e militanti del movimento neonazista ellenico Chrysi Avgi. Ieri sera erano 20 gli estremisti di destra finiti in manette, e una quindicina – ma presto potrebbero scattare altri mandati di cattura – sono ancora ricercati attivamente. Anche alcuni agenti di polizia sono caduti nella retata dei loro colleghi, compresa una sergente trovata in possesso di pistole, razzi, revolver, coltelli, tirapugni, taser, dinamite e materiale del partito che utilizza la svastica come simbolo. Anche in casa del ‘duce’ e fondatore di Alba Dorata, il 56enne Nikolaos Michaloliakos, sono state trovate due pistole ed un fucile.

Quella scattata contro il movimento che lo scorso anno ha ottenuto il 7% dei voti e che le politiche di austerità e massacro sociale della troika hanno portato nei sondaggi dei giorni scorsi al 13% è stata un’operazione in grande stile, decisa da alcuni magistrati dell’Aero Pago, la Corte Suprema ellenica, che ha improvvisamente cambiato atteggiamento nei confronti delle scorribande violente dei “chrisavgites”. Per anni lasciati fare contro immigrati, sindacalisti, omosessuali, attivisti di sinistra e artisti, perché utile valvola di sfogo per una popolazione massacrata da tagli, licenziamenti e privatizzazioni e che avrebbe potuto orientare la propria rabbia contro banche, sistema politico e imprenditori arraffoni. D'altronde ai discorsi di fuoco sulla ‘difesa della patria’ i 18 parlamentari di Alba Dorata hanno sempre associato un’estrema compatibilità con le politiche lacrime e sangue degli esecutivi telecomandati da Bruxelles e Francoforte. Basta guardare gli atti parlamentari, ed emerge un comportamento dei ‘ribelli’ neonazisti sempre a favore degli armatori, dei grandi capitalisti, degli evasori fiscali, di coloro che hanno affondato la Grecia e ora stanno facendo pagare il conto agli strati più bassi della popolazione.

Per questo, per anni, gli squadristi di Michaloliakos hanno agito indisturbati in particolare contro il capro espiatorio per eccellenza, gli immigrati, che sono stati aggrediti, picchiati, a volte uccisi. È significativo che molti media italiani nei giorni scorsi abbiano parlato della ‘prima vittima di Alba Dorata’ riferendosi al rapper antifascista Pavlos Fyssas, dimenticando le vittime precedenti. È stato apparentemente proprio l’omicidio di Killah P a costringere il governo greco a cambiare atteggiamento nei confronti delle camicie nere. Minacciando il taglio del finanziamento pubblico, ordinando perquisizioni in alcune sedi del partito, destituendo alcuni importanti dirigenti della polizia troppo collaborativi con Alba Dorata. Finché venerdì notte una riunione ‘segreta’ tra i ministri chiave di Samaras e l’Antiterrorismo non ha dato il via agli arresti ordinati. Per la prima volta dalla fine della dittatura dei colonnelli – di cui Alba Dorata rappresenta una esasperata continuità – a finire in manette sono stati alcuni parlamentari. E la faccia del ‘fuhrer’ Michaloliakos mentre gli agenti incappucciati lo portano fuori dalla sede centrale della Polizia, ammanettato, è rivelatrice della sorpresa e della rabbia del mandante di quella che la magistratura, nelle nove pagine che hanno dato il via alla retata, descrive come un’organizzazione criminale profondamente gerarchizzata colpevole di omicidi, aggressioni, rapine, estorsioni e riciclaggio di denaro sporco.

Un'inchiesta scattata dopo l’omicidio, il 17 settembre, del rapper 34enne ma che include decine di altre denunce che procure e dirigenti della polizia avevano per almeno tre anni lasciato nei loro cassetti, garantendo ai nazisti impunità e agibilità. Grazie al clima creato in Grecia dalla morte di Fyssas – enormi manifestazioni hanno chiesto la messa fuori legge di Chrysi Avgi, le cui sedi sono state assaltate e a volte distrutte dai manifestanti più radicali – i procuratori Charalambos Vourliotis ed Euterpe Goutzamani in pochi giorni hanno avocato a sé le varie inchieste, avvalendosi anche delle testimonianze di quelli che la stampa ha descritto come esponenti di Alba Dorata ‘pentiti’, e che a questo punto appaiono più come degli infiltrati dei servizi segreti nel movimento nazista. Da tempo, si è saputo, ‘attenzionato’ dalle forze di sicurezza che hanno pedinato gli squadristi e ne hanno intercettato le conversazioni. Soffiate e intercettazioni hanno permesso di risalire dal sicario autore dell’omicidio, Giorgos Roupakias, fino ai quadri locali di Alba Dorata di Keratsini e Nicea, e su fino ai massimi dirigenti del partito: Michaloliakos, Pappas, Michos, Kasidiaris e Panagiotaros. Che hanno perso l'immunità parlamentare in virtù dell'articolo 187 del codice penale, pur rimanendo in carica fino ad una eventuale condanna definitiva.

Le indagini hanno condotto ieri anche all'arresto di due agenti di polizia, dopo quelli già arrestati o messi sotto accusa nei giorni scorsi. Ieri, dopo due generali della Polizia, è saltato un altro pezzo da novanta, questa volta un dirigente del controspionaggio ‘dimissionato’ senza troppi complimenti. Secondo alcuni perché implicato nella preparazione di un eventuale colpo di stato dell’estrema destra. Dimos Kouzilos, capo della Terza divisione Peg del controspionaggio ellenico, la sezione dedita al controllo nazionale delle intercettazioni telefoniche e quindi ‘Grande Fratello’ ellenico, sarebbe parente del deputato di Alba dorata Nikos Kouzilos. Secondo altri la colpa di Kouzilos, promosso all’incarico da Ioannis Dikopoulois, uno dei due capi della polizia sostituiti tre giorni fa, sarebbe stata quella di non aver colto e denunciato le responsabilità dei vertici neonazisti che pure teneva sotto osservazione da tempo.

Alcuni media ellenici riportano oggi che nei giorni scorsi un’informativa al governo ellenico proveniente dai servizi segreti greci ma anche da quelli israeliani allertava su un possibile colpo di stato, ideato da Alba Dorata insieme ad alcuni militari ed ex militari in pensione guidati da Sotiris Tziakos, che sarebbe dovuto scattare proprio ieri. Tziakos, insieme al colonnello Michalis Ioannides, è il punto di riferimento di due pagine facebook: uno denominato ‘un milione di armi greche’ e l’altro ‘Costituzione Gruppo Tempo Zero’, sulle quali è evidente la propaganda militarista e di estrema destra. Davvero i neonazisti preparavano un colpo di Stato? O il pericolo di un golpe è servito al governo per giustificare il cambio di passo nei confronti di Michaloliakos e camerati?

Da notare che la risposta dell’estrema destra agli arresti non è stata ieri particolarmente contundente. Circa trecento militanti sono andati a sventolare le bandiere greche davanti alla sede centrale della Polizia, in via Alexandra, nella Capitale, finché non sono stati sloggiati dai reparti antisommossa. E all’Associazione dei riservisti delle forze speciali dell’esercito (Keed) che pochi giorni fa aveva chiesto le dimissioni del governo, le autorità hanno vietato una marcia convocata ad Atene. Domani in parlamento dovrebbe iniziare l’iter per l’approvazione di una nuova legge che permette di sospendere il finanziamento pubblico alle organizzazioni partitiche accusate di svolgere attività illegali.

“Finalmente!” è stata la reazione più comune tra i militanti e i dirigenti dei sindacati, dei partiti di sinistra, delle organizzazioni popolari. Quelli che per anni hanno subito le aggressioni e i pestaggi degli squadristi di Michaloliakos, e che stampa e governo hanno sempre associato ai nazisti nella teoria degli opposti estremismi. Teoria che anche in questi giorni i dirigenti socialisti e del centrodestra di Samaras hanno rispolverato, e che potrebbe permettere, dopo aver colpito ieri l’estrema destra, di cominciare a colpire l’estrema sinistra. In nome della stabilità, della legge, dell’ordine, riservando lo stesso trattamento a quella che è di fatti una loro creatura – Alba Dorata – e poi al vero nemico, i movimenti popolari e quegli spezzoni della sinistra che contestano le politiche di austerità, la sudditanza della Grecia agli interessi dell’Unione Europea e del grande capitale internazionale.

È impensabile che un movimento che ha raccolto lo scorso anno il 7% dei consensi e che si è rapidamente radicato nella società greca possa essere cancellato da un giorno all’altro con un atto giudiziario. Da alcune parti si cerca in queste ore di mettere in allarme la società greca sul pericolo che la punizione dei dirigenti di Alba Dorata nasconda un disegno più complesso: la rifondazione di Alba Dorata e la riconversione del partito neonazista in una forza di estrema destra ripulita e presentabile, adatta ad essere accolta in un eventuale governo di ‘centrodestra’. Lo avevamo già scritto, su Contropiano, qualche giorno fa. E il fatto che uno dei parlamentari arrestati ieri, Panagiotaros, abbia parlato della necessità della rifondazione di Chrysi Avgi proprio prima di finire in manette sembra confermare il sospetto. Così come la collaborazione parlamentare offerta da Michaloliakos al premier Samaras venerdì, in un intervento pubblico alla vigilia del suo arresto. Oppure, è l’altra ipotesi, Nuova Democrazia mira semplicemente a raggranellare i consensi elettorali che ora vanno ai neonazisti e che dopo l’eventuale messa fuori legge di Alba Dorata o il suo ridimensionamento tramite la via giudiziaria si troverebbero ‘a disposizione’. A Samaras basterebbe spostare un po’ più a destra il suo discorso politico, e il gioco sarebbe fatto.

Non è un caso che l’inchiesta imputa al partito neonazista di essere un’associazione a delinquere, un’organizzazione criminale – come potrebbe essere la mafia – senza metterne in discussione la legittimità politica in quanto organizzazione terroristica di estrema destra.

Ma non sempre le ciambelle riescono col buco. La fine della tremenda crisi in cui le politiche di austerità hanno gettato la Grecia non sembra a portata di mano e non è detto che una forza neonazista e violenta sparisca dalla scena così, come d’incanto. Non sarà certo il sistema politico ed economico che ha allevato e protetto la bestia nazista a eliminarla. Non può, e non vuole. La sinistra e i movimenti popolari faranno bene a tenere alta la guardia e a non delegare alle istituzioni la lotta contro il fascismo.

Fonte

Sempre più pessime le strategia in atto nel "laboratorio greco".

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