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17/04/2018

A Napoli cè una “questione militare” su cui occorre rompere il silenzio

E’ stata sacrosanta ed utile la presa di posizione del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha denunciato la presenza nella rada del golfo partenopeo del sottomarino nucleare statunitense, USS John Warner, il quale ha fatto parte del dispositivo bellico di Usa, Francia e Gran Bretagna che nei giorni scorsi ha sferrato l’attacco militare alla Siria. (http://contropiano.org/regionali/campania/2018/04/16/napoli-fare-il-bagno-con-sommergibile-0102990)

Questo sommergibile è tra i gioielli della marina di guerra Usa che dal 2 al 16 marzo scorso ha effettuato, al largo delle coste siciliane, una imponente esercitazione/simulazione bellica denominata NATO Dynamic Manta (DYMA 18) la quale “testava e pianificava prove di guerra e di caccia a natanti nemici”.

De Magistris ha “ricordato” al contrammiraglio responsabile della Capitaneria di Porto di Napoli che il golfo di Napoli – sulla scorta di una delibera dell’Amministrazione Comunale del 2015, la numero 609 – è un’area denuclearizzata dove è vietato il transito a natanti nucleari in considerazione della qualifica di “Napoli città di pace”.

Questo episodio, però, squaderna, di nuovo, l’attenzione sul sistema di guerra americano e N.A.T.O. che insiste nell’area metropolitana napoletana su cui, lo stesso Luigi De Magistris e gran parte delle forze politiche e sociali che lo sostengono, mantengono un pesante silenzio.

Ci riferiamo, particolarmente, alla mega base N.A.T.O. di Giugliano/Lago Patria che – al netto delle importanti funzioni di comando e controllo che assolve nei disegni di aggressione imperialistici nel Mediterraneo, in Nord Africa e nel Medio/Vicino Oriente – è sottratta a qualsivoglia monitoraggio da parte delle istituzioni locali e regionali. (http://contropiano.org/news/politica-news/2017/04/10/parte-la-mobilitazione-la-base-nato-giugliano-090740)

Eppure Luigi De Magistris, il quale oltre ad essere il Sindaco di Napoli è anche il Sindaco della Città Metropolitana, potrebbe intervenire nei confronti della base di Giugliano/Lago Patria almeno per quanto attiene ai pericoli afferenti alla salute pubblica derivanti dalle accertate emissioni elettromagnetiche, dall’inquinamento dei suoli e dal complesso delle vere e proprie produzioni di morte sprigionate dalla invasiva presenza di tale sito.

Inoltre, nel cuore di Napoli, dovrebbe essere istallata una scuola di guerra dell’esercito europeo nell’area dell’ex Scuola Nunziatella. Addirittura su questo progetto c’è un placet dell’Amministrazione Comunale che costituisce una plateale contraddizione con le frequenti dichiarazioni pacifiste ed antimilitariste esternate da Luigi De Magistris (http://contropiano.org/news/politica-news/2017/11/20/dalla-nunziatella-spirano-venti-guerra-napoli-097908)

Ritorna, dunque, la necessità urgente di aprire un dibattito pubblico sulla militarizzazione bellica dell’area napoletana (la quale, per molti aspetti, è un fattore diseguale e combinato della crescente militarizzazione sociale e securitaria della metropoli) contrastando concretamente la vigenza delle basi N.A.T.O. e la nuova configurazione di guerra che viene assegnata ai nostri territori.

Nel contempo occorre richiamare, al di là delle contingenze eccezionali, Luigi De Magistris e la sua Amministrazione ad una più coerente consequenzialità tra quanto si dichiara e la pratica e gli atti quotidiani.

Il tema di una coerente lotta alla guerra è – sempre più – il discrimine irrinunciabile di un programma di trasformazione sociale e di unità popolare.

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