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14/03/2018

Trump blocca le fusioni nell’hi-tech: “A rischio la sicurezza del paese”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è intervenuto per bloccare l’acquisizione di Qualcomm – società californiana leader nello sviluppo nel campo delle telecomunicazioni – da parte della Broadcom, altro colosso tecnologico con sede a Singapore. A convincere Trump della necessità di intervenire, ufficialmente, fondati motivi di “preoccupazione per la sicurezza nazionale”.

Broadcom Corporation è una azienda operante nel settore dei circuiti integrati, microprocessori e reti di telecomunicazione. Fondata nel 1991 negli Stati Uniti, è stata acquistata del 2015 da Avago Technologies, uno degli operatori più attivi nel settore della componentistica per dispositivi mobili. Avago Technologies Limited ha sede a Singapore, e negli ultimi due anni si è resa protagonista di una crescita azionaria prorompente legata sopratutto alla tecnologia 4G.

L’offerta, che partendo da 105 miliardi di dollari era lievitata in un paio di settimane a circa 117, è stata bloccata con un ordine esecutivo del presidente. Per superare le perplessità che la scalata aveva suscitato nel Comitato per gli investimenti esteri, Broadcom aveva addirittura ristabilito la sede negli Stati Uniti: tentativo che però non ha convinto le autorità americane.

Il motivo ufficiale di questo vero e proprio colpo di scena – l’intervento del governo all’interno delle dinamiche di libero mercato è abbastanza inusuale, in un paese fortemente liberista come gli Stati Uniti – è che, mentre Qualcomm è fortemente caratterizzata da una propensione all’investimento ed allo sviluppo, Broadcom pareva orientata a puntare al profitto nel breve termine, tagliando la ricerca e l’innovazione.

La realtà appare un po’ diversa: il vero problema è la corsa al 5G, la quinta generazione di telefonia mobile, che sta diventando una vera e propria guerra.

Al momento Cina e Corea, secondo molti analisti, sono avanti rispetto a Stati Uniti ed Europa per quel che riguarda ricerca e sviluppo del 5G: il passaggio alla nuova generazione del mobile potrebbe addirittura segnare il sorpasso delle due economie asiatiche rispetto quelle tradizionalmente leader.

L’acquisizione di un importante operatore di settore come Qualcomm da parte della “concorrenza” avrebbe potuto rappresentare un danno quasi irreparabile, anche perché dietro a tutta l’operazione si intravede l’ombra di Huawei, colosso cinese delle telecomunicazioni che negli ultimi anni sta diventando sempre più competitivo nel settore della telefonia mobile, insidiando da vicino i leader Apple (statunitense) e Samsung (sudcoreana).

Da questo punto di vista l’intervento “protezionista” di Trump – peraltro in linea con le sue promesse elettorali – acquista di senso, e diventa una delle tante mosse in una partita che da qui al 2020, anno in cui dovrebbe cominciare ad essere commercializzato il 5G, potrebbe vedere la definitiva affermazione di nuove potenze economiche nel mercato globale.

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