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13/03/2018

Olimpiadi 2026: nessuno ripeta gli errori del passato

Lettera aperta del Movimento NO TAV

Sembra che la sindaca torinese Chiara Appendino, subendo ancora una volta le pressioni dei poteri forti torinesi meglio noti come “Sistema Torino”, si stia lasciando convincere a dare parere favorevole alla candidatura di Torino per le Olimpiadi invernali 2026. A lei riteniamo doveroso lanciare un appello. Anzi un’allerta, perché siamo “lanceurs d’alerte” da quasi trent’anni.

Ill.ma Sig.ra Sindaca,

Vorremmo ricordarLe, anche nella Sua veste di Presidente della Città Metropolitana, che la sua omologa e collega di partito romana ha saputo dire NO alle olimpiadi di Roma pur subendo pressioni fortissime, consapevole dell’effetto disastroso, che avrebbero avuto, sui conti pubblici sia cittadini che metropolitani.

Vorremmo ricordarLe che le ultime olimpiadi del 2006 hanno creato una voragine nei conti pubblici dei due enti che ancora oggi sono da ripianare.

Vorremmo ricordarLe che il grande dispendio di risorse di allora non ha lasciato altro che strutture fatiscenti se non già demolite, degrado ambientale, assenza di manutenzioni, crollo degli investimenti, inesistenti ricadute occupazionali e azzeramento di risorse per proposte turistiche alternative.

Vorremmo ricordarLe che, come scritto l’8 marzo da ATTAC Torino e il 19 febbraio da Pro Natura Torino, le previsioni dei costi sono sempre artificiosamente sottostimate a fronte di consuntivi esorbitanti e fuori controllo.

Vorremmo ricordarLe come città molto più ricche e meno indebitate di Torino abbiano declinato, anche in passato, l’invito ad organizzare giochi olimpici evitando di indebitarsi a vita. Città come Innsbruck, Oslo, Stoccolma, St. Moritz, Toronto, Amburgo, Budapest e Boston hanno rifiutato di candidarsi anche per i giochi olimpici estivi, molto meno costosi di quelli invernali.

Vorremmo ricordarLe gli impegni da Lei assunti, sacrificando il welfare dei suoi cittadini con tagli draconiani sui servizi spesso destinati alle fasce più deboli, per rimettere in sesto i conti pubblici della città.

Vorremmo ricordarLe che per questo virtuoso e severo obiettivo di risanamento nella città di Torino il Movimento 5 Stelle è stato fortemente penalizzato nelle ultime elezioni politiche.

Sarebbe imperdonabile un nuovo e consapevole sperpero di denaro pubblico destinato inevitabilmente a tradursi in lauti profitti per i pochi soliti noti e in lacrime e sangue, citando Winston Churchill, per le popolazioni residenti, per la gente normale che non viene più inebetita dal clamore mediatico che sempre accompagna le più ingenti spese pubbliche in questo Paese.

Ai sindaci della Bassa Valle e a quello di Pinerolo che con tanta leggerezza si sono detti favorevoli alla candidatura, ricordiamo che le soluzioni per tentare di risolvere gli annosi problemi del territorio sono note e ben altre e che non c’è bisogno di rinunciare alla propria autonomia di giudizio per il solo timore di essere tacciati dell’usuale calunnia di essere i pubblici amministratori del NO a tutto.

Non c’è solo il TAV da contrastare in quanto spreco di denaro pubblico, impatto ambientale e distruzione del territorio.

Anche un’olimpiade è un’inutile e infausta grande opera.

L’illusione di fare olimpiadi low cost, (risibile paravento già sentito troppe volte), senza nuove infrastrutture e senza consumo di nuovo territorio, come riportato dai giornali nei giorni scorsi, avrebbe comunque costi assai onerosi già vicini al miliardo di euro sin dal preventivo.

Troppi per un Paese che non ha i soldi per garantire cure ai suoi ammalati, per pagare gli insegnanti di sostegno, per curare il proprio territorio, per evitare disastri idrogeologici e frane ad ogni temporale, per evitare il computo dei morti dopo eventi meteorologici senza nulla di straordinario (oggi li chiamano “bombe d’acqua”) e l’elenco sarebbe ben più lungo.

Chiediamo a tutti i politici coinvolti nella decisione di pensare bene al passato recente per non creare un nuovo disastro finanziario come quello lasciato in eredità dal 2006.

Serve una vera discontinuità con il passato: la Città di Torino e le Valli hanno bisogno di ben altro.

Il Movimento NO TAV, 9 marzo 2018

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