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15/02/2018

De Magistris va a Montecitorio. “Non è mai troppo tardi”. Intervista a Michele Franco

Abbiamo chiesto a Michele Franco, candidato di Potere al Popolo a Napoli, un commento sulla convocazione da parte del sindaco De Magistris di una manifestazione a Montecitorio per la prossima settimana “contro lo strangolamento economico della città” da parte del governo.

Il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha lanciato, attraverso un post su facebook, una giornata di mobilitazione a Roma, sotto Montecitorio, per protestare contro il lungo strangolamento finanziario ed economico della città di Napoli. Come interpreti questa sortita del Sindaco?

Risposta: Non è mai troppo tardi! E’ questa la mia prima sensazione, per riprendere una celebre trasmissione televisiva della mia giovinezza. La situazione dei conti del Comune di Napoli – e di tante amministrazioni locali specie del Sud Italia – è tragica: debiti che crescono attraverso il perverso dispositivo degli interessi bancari, tagli “ordinari e straordinari” ai flussi di spesa corrente disposti dalle politiche di austerity dei governi nazionali e dell’Unione Europea e – come se non bastasse – l’eredità economica fallimentare delle passate stagioni politiche che hanno imperato nella nostra città. Alcune risalenti, perfino, alla fase post sisma del 1980. Di fronte a questa drammatica condizione materiale che già si sta riflettendo sul funzionamento della macchina comunale (che già non brillava) il Sindaco ha ritenuto di compiere un atto politico pubblico forte ma, a mio parere, abbastanza tardivo rispetto ai tempi ed alle modalità con cui il famelico meccanismo del debito attacca e massacra la città.

Hai definito tardivo il gesto e l’invito alla mobilitazione di Luigi De Magistris. Puoi specificare meglio questa tua valutazione?

Risposta: Premesso che parteciperò assieme a tanti altri compagni ed attivisti politici e sociali al presidio sotto Montecitorio, per il prossimo mercoledì 21 febbraio, voglio avanzare alcune considerazioni che non mi sembrano astratte ma pertinenti nel merito della proposta del Sindaco e nell’interesse di costruire una Vertenza politica/sociale/sindacale a difesa della città e degli interessi dei settori popolari. Agli inizi di settembre scorso – mentre già si palesavano le avvisaglie dell’offensiva finanziaria contro la città – abbiamo redatto una Lettera Aperta agli attivisti dell’intera area metropolitana per avviare un bilancio di quella che definivamo l’anomalia/napoletana (http://contropiano.org/interventi/2017/09/18/anomali-napoli-lora-punto-rilanciare-095673) consapevoli che dal governo nazionale – nonostante il volto rassicurante di Gentiloni, Del Rio e De Vincenti – non sarebbero arrivati regali.

Inoltre nei mesi alle nostre spalle abbiamo assistito, ed abbiamo tentato di ostacolare unitamente al sindacalismo conflittuale ed ai movimenti di lotta, anche alcuni provvedimenti dell’Amministrazione non condivisibili. Le contraddizioni e le ambiguità sulla vicenda Bagnoli/Coroglio, la vendita della quota azionaria del Comune di Napoli della Società Partecipata Gesac, la gestione dell’emergenza del trasporto pubblico locale ed una governance opaca nell’universo del privato/sociale sono alcuni, tra i tanti snodi dell’agenda politica cittadina, su cui è emersa una stridente contraddizione tra il dichiararsi come amministrazione antiliberista e poi, nei fatti, applicare una logica ragionieristica e burocratica. Evidentemente il Sindaco – in questo periodo – ha ritenuto, a tutti i costi, di ricercare con il governo nazionale quella agognata “intesa istituzionale” che avrebbe messo in sicurezza la città. Ma – con buona pace degli auspici di Mattarella, di Di Maio, di De Luca e di tutte le cosiddette “sponde politiche” ricercate da De Magistris – la “trattativa” è naufragata ed i poteri forti, nelle loro variegate articolazioni, stanno presentando il “conto alla città” senza alcun sconto. Bene fa, quindi, Luigi De Magistris a porre la necessità di una mobilitazione anche se occorrerebbe andare “oltre il gesto” iniziando a delineare una iniziativa a tutto tondo contro il debito, per la rottura e la disobbedienza ai “patti di stabilità, ai “tetti di bilancio” ed all’insieme delle norme con cui si declinano le politiche di austerity e di attacco alle condizioni di vita e di lavoro dei ceti popolari.

Sei candidato a Napoli per Potere al Popolo. Secondo te che contributo potrebbe dare una coalizione come PaP a questo appuntamento romano?

Risposta: Naturalmente non posso rispondere a nome di Potere al Popolo anche se basta leggere il Programma Elettorale di PaP per cogliere la naturale affinità che si riscontra con il tipo di mobilitazione come quella indetta da De Magistris per il 21 febbraio. Poi, essendo un attivista della Piattaforma Sociale Eurostop, che – come è noto – ha al centro delle sue ragioni il meccanismo della “rottura delle compatibilità”, non ho nessuna difficoltà ad esprimere il sostegno a questo appuntamento. Un sostegno, però, che non può essere incondizionato perché – ed auspico che Luigi De Magistris e gli altri membri dell’amministrazione comunale si siano persuasi – non è più tempo di azioni e di richieste che puntano alla “riduzione del danno” o al “meno peggio”. Dopo le elezioni l’Unione Europea ha già dichiarato che imporrà una “manovra aggiuntiva” all’Italia (dopo l’ultima Legge di Stabilità che, per motivi elettorali, è stata abbastanza blanda) dove dovranno essere poste, velocemente, in essere le altre controriforme del lavoro e di ciò che residua del welfare.

In questo annunciato tritacarne sociale le città e le loro finanze saranno, ulteriormente, manomesse e devastate. Occorre, quindi, predisporsi – fin da adesso – ad una complessa fase di scontro sociale in cui anche le amministrazioni che non si identificano con i dogmi del mercato dovranno assumere decisioni forti, complicate e controcorrenti. Certo non sarà un passaggio indolore e semplice. La soggettività politica ed i movimenti di lotta saranno chiamati a funzioni ed a ruoli politici più avanzati di quelli interpretati fino ad ora ma anche amministrazioni, come quella di Luigi De Magistris, avranno di fronte il dilemma e l’urgenza di collocarsi da un versante o dall’altro del conflitto pena l’essere sussunti e, tristemente, normalizzati. Su questo piano credo che si potranno ricercare e praticare le necessarie connessioni politiche ed organizzative per porre un deciso stop a questo dichiarato corso antisociale. Del resto la “campagna elettorale” che stiamo articolando ha questo inequivocabile segno ed ambisce ad una prospettiva politica che intende collocarsi ben oltre il 4 marzo.

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