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18/01/2018

Francia. Razzismo di Stato

Una circolare del ministro degli Interni francese, l’ex socialista Gérard Collomb, impone il controllo dei migranti ospitati in centri d’accoglienza di emergenza. Contro lo scandaloso provvedimento, 27 associazioni hanno fatto ricorso davanti al Consiglio di Stato. Sono le stesse, fra le quali Médecins sans frontières, ad essere unanimi nella denuncia di un progetto di legge “Asilo e immigrazione”, che lo stesso Collomb intende proporre nel prossimo mese di febbraio. E’ un progetto definito «inumano e tecnocratico» dal presidente della Lega dei Diritti dell’Uomo, Malik Salemkour. L’Ong Human Rights Watch ha denunciato un uso eccessivo della forza contro i migranti e abusi nei confronti di minori.

Il vero obiettivo del progetto è l’inasprimento delle condizioni per ottenere l’asilo in Francia. I termini per l’esame della documentazione che correda la domanda d’asilo con procedura d’urgenza sono ridotti da 120 a 90 giorni. E ci vuole tempo perché i migranti possano aver conoscenza dei loro diritti, preparare i documenti necessari a dimostrare i rischi incorsi nel loro paese d’origine, farli tradurre. Il ricorso, nel caso che l’asilo venga rifiutato, è ridotto a meno di 15 giorni (cioè niente) e non sospende l’espulsione. La durata massima della detenzione amministrativa passa da 45 a 90 giorni. 3 mesi di prigione per irregolarità amministrative!

Si tratta di misure prevedibili, in linea con una politica razzista che, sotto la presidenza Macron, arriva a livelli che né Sarkozy né Hollande avevano osato raggiungere. Dietro questo razzismo di Stato senza complessi, la posta in gioco per il governo è importante. Si tratta di applicare la politica più reazionaria possibile per garantirsi il sostegno dei settori più xenofobi della popolazione. Ma ci sono anche altri motivi. Poco a poco, Emmanuel Macron procede alla costruzione di uno Stato d’emergenza nel quale alle misure anti-migranti si aggiungono la militarizzazione delle zone di confine, come quella italo-francese della valle del Roya e la costa della Manica, da Calais alla frontiera franco-belga, l’aumento dei poteri, già molto ampi, della polizia, la banalizzazione della detenzione amministrativa, la cancellazione di diritti come quello alla casa, all’istruzione, alla libera circolazione, la repressione dei militanti che si oppongono a tutto questo.

Dietro la legge «Asilo e immigrazione» c’è un violento attacco alle libertà democratiche al quale l’insieme del movimento sociale è chiamato a rispondere unitariamente, urgentemente e con forza.

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