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08/12/2017

M5S e la Troika: si parli ora o si taccia per sempre

In un’intervista a La Stampa a firma Ilario Lombardo e Marco Zatterin, il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio arriva a sostenere oggi che l’Europa “è un veicolo di benessere i popoli” e sulla guerra sociale e l’Europa afferma: “sono certo che possa essere lo strumento per risolverla».

Non è lui, quanto i distratti giornalisti del giornale di Fiat Cyrsler, a confondere volutamente lo spazio geografico, culturale e storico che definiamo Europa con il mostro istituzionale che è l’Unione Europea. Ma a pensare che sia l’Ue il “veicolo” o lo strumento di riferimento per affrontare la guerra sociale è Di Maio, leader di una forza che si dichiara di “cambiamento”. E questo lascia esterrefatti.

Se poi a queste parole sommate la surreale, grottesca e tragicomica performance di Laura Castelli a La 7 durante la trasmissione Otto e Mezzo di ieri sera, si comprende come sia davvero giunto il momento di riflettere sul processo di “normalizzazione” imposto da Di Maio in linea con i poteri forti interni e internazionali.

E’ giunto il momento perché il Movimento 5 Stelle non ha una sola possibilità di portare avanti una sola riga del suo programma elettorale una volta al governo. Perché? Semplicemente perché condizione necessaria e sufficiente, è la rottura con lo status coloniale attuale verso Washington e verso quel mostro neoliberista chiamato Unione Europea. Per dirlo ancora più semplicemente: non c’è oggi possibilità di cambiamento senza rottura chiaramente con l’ordine prestabilito, con i poteri reali che stanno strappando via agli italiani diritti, welfare e perfino la Costituzione antifascista.

Ora le domande che si devono porre gli elettori, attivisti e, in generale, tutti coloro che hanno creduto nella “rivoluzione gentile” è questa: il Movimento 5 Stelle cosa è diventato esattamente? La volontà di entrare nell’ALDE, i montiani europei, mesi fa, era il segnale di quello che sarebbe diventato in Italia il gruppo di Grillo? Quest’ultimo, poi, non ha nulla da dire dal corso intrapreso dal nuovo capo politico? Veramente, in conclusione, qualcuno può credere che la battaglia a parole contro la Troika si compie “riformando” da dentro l'”Europa” con il falangista Rajoy e il banchiere Macron?

E’ il momento di parlare adesso o tacere per sempre. Leggete con attenzione queste parole: “Siamo schiavi del nazismo centrale del Nord Europa”? E ancora: “La realtà è che siamo schiavi. Non stiamo nell’Euro ma sostanzialmente nel marco quindi dobbiamo staccarci dal nazismo centrale di Germania e istituzioni europee perché vogliono colonizzare il Sud Europa attraverso le loro politiche economiche. Guardiamo alla Grecia strozzata dalla troika. Uso il termine nazismo non per il popolo tedesco ma riferito alle istituzioni che stanno uccidendo i popoli”. Sapete chi lo dichiarava pochi mesi fa dimostrando di aver compreso l’indirizzo della battaglia politica da compiere? Non è più rivelante, almeno da quando ha deciso di non candidarsi più.

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