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25/12/2017

L’alternanza scuola-lavoro sfrutta e uccide

L’alternanza scuola-lavoro è una macchina di sfruttamento di lavoro non pagato. Ma ora è una macchina che uccide.

A Faenza, il 21 dicembre, è stato registrato il primo incidente gravissimo sul lavoro che ha coinvolto uno studente durante le ore di “alternanza”.

Le cronache riferiscono che un artigiano è morto e uno studente-lavoratore è rimasto ferito gravemente.

Per non farsi mancare nessuno degli orrori prodotti dalla deregolamentazione del mercato del lavoro, i due lavoravano per conto di una ditta esterna (la TurchiImpianti Elettrici), ma all’interno dello stabilimento della Sue.Co. Una classica “esternalizzazione” che porta anche la responsabilità dell’accaduto fuori della ditta committente, come se non fosse colpa sua.

I due stavano lavorando come elettricisti su un cestello sospeso, attaccato a una gru, ma il braccio che portava il tutto si è rotto. I due sono precipitati da circa dieci metri d’altezza.

L’artigiano, 45 anni, è morto sul colpo, mentre lo studente ha riportato lesioni e fratture alle gambe.

Non c’è molto da aggiungere sul piano della cronaca, c'è molto da dire invece su quello politico. L’introduzione della cosiddetta “alternanza scuola-lavoro” è stata pensata fin dall’inizio come una riserva di lavoro gratuito per le imprese, ma è stata venduta come “formazione pratica”. In alcuni casi gli studenti hanno dovuto addirittura pagare di tasca propria per essere ammessi al lavoro gratuito, con la complicità criminale di alcuni presidi-manager assolutamente indifferenti alle funzioni didattiche della scuola.

Era insomma prevedibile che prima o poi uno delle migliaia di incidenti sul lavoro che avvengono annualmente in questo paese avrebbe visto protagonista qualche studente. Era messo nel conto, perché i nostri governanti e “imprenditori” sono assolutamente indifferenti allo spreco di vite che la loro attività produce. Natural born killers...

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