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18/12/2017

Il corvo maoista Francesco Leonetti

Poeta, critico e politico. Fa parte negli anni ’60 del “Gruppo 63” con Pasolini, Roversi, Sanguineti, Fortini, Vittorini e altri.

Fondatore della rivista militante “Che fare” con Eleonora Fiorani, Roberto Di Marco e Scalia.

Aderisce nel ‘74 con il gruppo editoriale della stessa rivista, il comandante partigiano Gianbattista Lazagna, il colonnello Umberto Nobile e altri al tentativo di fronte politico con il Fronte Antifascista e di Rinascita Popolare (FARP).

Divenuto dirigente politico della formazione maoista PC(m-l)I con il giornale la “Voce Operaia” e con la casa editrice “Lavoro Liberato” è all’interno della battaglia pratico-teorica del Movimento del ‘77 e dell’area dell’Autonomia Operaia fino al '78.

Con il designer comunista Enzo Mari e la Fiorani compone una originalissima “mappa” della lotta di classe con “L’Atlante secondo Lenin” edizioni Erba Voglio.

Evita perché malato gli arresti del 7 aprile e nonostante lo scioglimento della sua formazione continua il rapporto nelle aree militanti da Torino a Taranto ancora per anni.

Dopo queste esperienze, nel ‘79 riprende il dibattito culturale e fonda il mensile “Alfabeta” assieme a Mario Spinella ed Edoardo Sanguineti.

Ha un interesse al Movimento della Rifondazione Comunista con cui si candida e a cui dona i suoi archivi politici. Sostiene il progetto editoriale del primo “Leoncavallo” con libri sul ’68.

E’ la voce del corvo nel film “Uccellacci e uccellini” di Pier Paolo Pasolini girato nel 1970 e dedicato al processo per la morte dell’anarchico Pinelli, “suicidato” nei giorni successivi alla strage di Piazza fontana. Il video è allegato ai Quaderni di Contropiano che in coedizione con la libreria “Quarto Stato” stampa “Una strage lunga quarant’anni”.

Leonetti è morto a 93 anni il 17 dicembre dopo lunga invalidità, ma resta di lui un notevole corpo di scritti e poesie da “Irati e sereni” con Feltrinelli, “Conoscenza per errore” di Einaudi, dialoghi con il suo coetaneo Paolo Volponi sul mancato aggancio del PCI con il movimento degli studenti, ma soprattutto resta di lui l’esempio dell’intellettuale organico che negli anni ’60 e ’70 ha dato tanto alle aree interessate all’internazionalismo, alle lotte anticoloniali, alle esperienze di base sindacali, sul movimento dei neri degli States, l’esperienza cubana, ma soprattutto alla Lunga marcia e la Rivoluzione culturale cinese.

Queste poche righe di contraltare alla stampa chiamata da lui “borghese e codina” che nei necrologi dovuti al “poeta” ha omesso completamente la sua militanza di classe e il suo essere stato uno di quei “cattivi maestri” messi all’indice dal Potere.

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