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13/11/2017

Uno sciopero e un sindacato: tutto ciò che abbiamo in questo momento


Le due mobilitazioni nazionali del 10 e 11 novembre rappresentano al tempo stesso poco e molto delle lotte di classe del paese. Nessun’altra forza sociale, men che meno politica, ha oggi la forza di organizzare una mobilitazione nazionale nei principali settori di classe, caricandosi anche il peso di una sua rappresentazione pubblica politico-sociale. E’ un dato oggettivo che descrive la nostra debolezza, non la nostra forza, ma è perlomeno un fatto concreto, che ci permette di ragionare su dati di fatto reali e non immaginari. Tutti noi vorremmo altro, ma quest’altro non c’è. La piazza romana di sabato ci racconta di questa potenzialità e della sua impossibile autosufficienza. La potenzialità sta nella sua caratura di classe: fuori dal perimetro della composizione operaia scesa in piazza sabato (lavoratori della logistica, facchini, migranti, disoccupati) rimane ben poco di veramente generalizzabile. Ma da sabato si riparte unicamente se consapevoli dei limiti evidenti. La dimostrazione sindacale è necessaria ma non sufficiente. Manca una politica all’altezza della (piccola) potenza sociale scesa in piazza. Questa non si ricostruirà seguendo rituali, schemi e comodità organizzative dei tempi che furono. La storia si è incaricata di espellerli dal novero degli strumenti disponibili. Possiamo rammaricarcene, ma dobbiamo prenderne atto. La politica richiede una sua autonomia che procede oltre il suo necessario ancoraggio di classe. Anche questa è una schematizzazione brutale ma non ci interessa fare filosofia adesso. Ci interessa individuare il problema che emerge da giornate di lotta come quelle appena trascorse. L’oscuramento mediatico, ad esempio, va letto nella sua interezza. Da una parte c’è l’ovvio boicottaggio padronale, è un dato di fatto. Ma non esaurisce lo spettro della spiegazioni. Il disinteresse dei media è la conseguenza di una sotto-rappresentazione politica che anche sabato è risultata evidente. Manca disperatamente una politica capace di vivere dentro queste mobilitazioni e oltre queste mobilitazioni. Hic rhodus, hic salta. 

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