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22/11/2017

Una Repubblica che abbraccia il franchista

I tempi cambiano, che ci vuoi fare... La prima pagina della nuova Repubblica apre con Mariano Rajoy. E non per una notizia che bisogna dare a tutti i costi, ma per un’intervista (“un’iniziativa”, in gergo redazionale) realizzata dallo stesso direttore, Mario Calabresi.

Sembra ieri che Scalfari e altri fondatori di Repubblica si presentavano all’università per “fare la colletta”. Volevano aprire un quotidiano, loro che già facevano sfracelli con L’Espresso, il settimanale più letto negli anni ‘70. Ripetevano i gesti già fatti da quelli de il manifesto, e poi dai fondatori di Lotta Continua e il Quotidiano dei lavoratori.

Certo, erano molto diversi... Parecchio più snob, alcuni. Compagni alla mano, altri (Carlo Rivolta, per esempio). Comunque un legame c’era, nello spirito del tempo. Un legame poi pervertito quando quella fetta di “classe dirigente” smise di guardare criticamente, da fuori, quello che avveniva nelle segrete stanze del potere e ci entrò con tutti e due i piedi.

Non che poi abbia dismesso improvvisamente la critica. Ma la smussò nell’attenzione al dettaglio (questo sì, quello no), nel sostegno ai possibili “cavalli di razza” di un cambiamento tutto endogeno (Mariotto Segni, Craxi, De Mita, Rutelli, e poi Veltroni, D’Alema, Monti, Renzi, Gentiloni e...).

E già dalla lista si vede che quel “legame” con il mondo della “sinistra”, esibito ai tempi della “contestazione”, è diventato con gli anni un cappio al collo – o ai cervelli – di quanti hanno diluito il “progressismo” nell’acqua gelida del neoliberismo trionfante.

Però, dirà qualcuno, “hanno pur sempre mantenuto una forte centralità della tematica dei diritti”. Basta intendersi su quali. Quelli civili, certamente. In fondo sono gratuiti, basta eliminare un po’ di divieti bigotti e fuori tempo. Insomma, devi esser libero di fare sesso con un dromedario, se ti va. Ma non devi rompere i coglioni con la voglia di un salario decente, una sanità pubblica inclusiva, una scuola pubblica che pensi a formare il sapere (critico) delle nuove generazioni, un’edilizia pubblica che liberi le strade da senzatetto magari working poor, una pensione dignitosa a un’età che non coincida con quella della morte.

Questi sono diritti sociali, che hanno un costo. Dunque se ne può e se ne deve fare a meno. Chi ha i soldi se li può permettere, gli altri che si arrangino.

Per chiarire meglio il cambiamento avvenuto la “nuova” Repubblica che ha esordito oggi in edicola apre appunto con una maxi-intervista a un vero campione dei diritti civili: Mariano Rajoy, leader spagnolo (post?) franchista affiliato al Ppe. Uno che se vede un dromedario chiama la Guardia Civil...

La nuova Repubblica è “sinistra” quanto un commissario di polizia. Che poi la diriga un figlio, è un dettaglio forse rivelatore...

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