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20/11/2017

Dalla Nunziatella spirano venti di guerra su Napoli

Venti di guerra spirano su Napoli. Nessun attacco in vista ma la conferma che l’accademia militare della Nunziatella diventerà la prima scuola militare europea. Più precisamente scuola di “alta formazione per gli ufficiali europei”. Lo dichiara il ministro della Difesa Pinotti, con al suo fianco il presidente Mattarella durante il rito del giuramento dei cadetti in piazza Plebiscito.

Il via libera all’operazione, se ne parla dal marzo di quest’anno, viene dal summit dei ministri della difesa dei paesi UE tenutosi lunedì scorso a Bruxelles. Siglato l’accordo Pesco (Politica Estera e Sicurezza Comune) che prevede politiche ed interventi per una difesa militare europea ed individua Napoli come hub dei comandi di controllo del Mediterraneo.

I pericoli, secondo i ministri e i generali europei,non vengono più solamente da est e c’è bisogno di una postazione strategica che guardi verso il sud, verso l’Africa e verso il Medio oriente.

D’altronde alle porte di Napoli vi è già il Comando europeo della Nato.

La stampa locale accoglie con gioia l’annuncio del ministro e si inorgoglisce al pensiero che militari provenienti da tutto il continente possano apprendere qui come dirigere un battaglione o un esercito.

Preoccupante è però l’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Napoli. Non solo non si è opposta a questa operazione di natura bellica ma addirittura nei mesi scorsi presentava questa come una vittoria. Rivendicava insomma di avere contribuito con la sua mediazione a questo ”importante risultato”.

Provincialismo d’accatto che mal si sposa con la reale natura di una accademia militare e che fa a pugni con il concetto di Napoli città di pace tanto cara al sindaco e alla sua giunta.

Dalle notizie che trapelano dall’accordo di Bruxelles sembra che nello specifico l’hub formativo di Napoli si specializzerà sugli attacchi a distanza ovvero la guerra coi droni, wargames.

E’ evidente che ciò esporrà la città di Napoli a pericoli finora sconosciuti. Se la base Nato è ubicata presso il lago Patria e lontana da centri abitati, l’accademia della Nunziatella ha sede invece a Pizzofalcone ovvero nel cuore di Napoli.

In tempi di guerre asimmetriche e kamikaze non è remota la possibilità che qualcuno possa individuare Napoli come luogo simbolico da colpire e vanificare così questi anni di boom del turismo che, pur con tanti problemi arrecati, ha però creato tanti posti di lavoro.

Certo al di là di Napoli c’è pure da domandarsi dove stia andando questa Unione Europea. Le politiche di Difesa Comune negli ultimi anni si stanno intensificando. C’è da capire se tutto ciò si tradurrà in un rafforzamento del novello imperialismo europeo che cerca di emanciparsi dal colosso americano o più semplicemente di politiche di cooperazione con gli organismi della Nato. O di entrambe le cose.

C’è pure da capire perché tra i 28 paesi associati alla UE Portogallo, Irlanda, Danimarca e la piccola Malta non abbiano invece sottoscritto gli accordi tra ministri della difesa. Chi o quali interessi si celano dietro queste decisioni? Perché si oppongono? Difficile immaginare che lo facciano per scopi pacifisti o antimilitaristi...

Dall’Ucraina, alla Siria, alla Libia le politiche europee si fanno ogni anno più aggressive. Dall’appoggio a dittature sanguinarie al sostegno a integralisti islamici di tutte le risme la UE continua a lavorare nel rispetto dei patti atlantici però con un protagonismo autonomo sconosciuto in passato. Con la Germania e la Francia a fare da principali protagonisti di questo processo di autonomizzazione e con Italia e Spagna immediatamente a ruota.

Così nel pieno della crisi della costruzione della Ue (praticamente tutti i popoli d’Europa manifestano il loro disprezzo per le istituzioni europee) si rafforza di esso il piano militare. Ciò, è facile prevederlo, si tradurrà in un aumento delle spese militari che sottrarranno ulteriori risorse per il welfare dei cittadini europei. Warfare vs Welfare. Come gli Stati Uniti insegnano. Il modo più efficace e brutale per deragliare le risorse verso l’alto piuttosto che verso il basso. Assicurare cioè nuove rendite parassitarie da destinare alle elite economiche continentali (la nuova borghesia trasnazionale europea) a danno delle politiche sociali. Meno sanità ed istruzione in cambio di più guerra.

Il sindaco e la sua giunta comunale farebbero meglio a ripensarci e togliere così sostegno ideologico a queste operazioni di guerra. Non basta una bandiera arcobaleno esposta sui balconi di Palazzo San Giacomo per fare di Napoli una città di pace.

Nel 1974 il rocker di Bagnoli Edoardo Bennato pubblicò l’album “i buoni e i cattivi” dove all’interno vi era la pianta della città di Napoli con una parte bruciata da una sigaretta. La parte bruciata e da cancellare era l’accademia della Nunziatella.

Sono passati 43 anni, la Nunziatella sta ancora lì ed anzi rafforza la sua presenza in città.

Un’altra sigaretta?…

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