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16/10/2017

Governare la Superba: le linee programmatiche della giunta Bucci

Intervista a Stefano Giordano e Maria Tini, consiglieri del Movimento 5 Stelle a Genova

Nelle scorse settimane la giunta di centro-destra del sindaco Bucci ha presentato al consiglio comunale le linee guida programmatiche per l’amministrazione della Superba, discutendone le eventuali modifiche.

Le azioni precedentemente intraprese dal neo-sindaco dal suo insediamento e gli sviluppi che intende dare alla propria amministrazione contenuti nelle linee guida danno il profilo dell’impronta che la giunta vuole dare alla città.

Bucci è consapevole di governare con un consenso risicato di appena un quarto del totale degli aventi diritto e della mission che il blocco di potere che ha sostenuto la sua candidatura gli ha affidato, nonché degli equilibri politici che caratterizzano la coalizione elettorale che ne ha portato l’elezione.

Per queste ragioni alcune parti del suo ampio programma “di transizione” sono risultate blindate da possibili modifiche contenute negli emendamenti proposte dall’opposizione, mentre su altre si è assistito ad una maggiore disponibilità al confronto, tra l’altro stimolato dal lavoro svolto dal gruppo dei consiglieri del Movimento 5 Stelle in aula che hanno proposto 3 differenti ordini del giorno e numerose e puntuali proposte di emendamenti.

Il “Movimento” è la maggiore forza di opposizione a Tursi, avendo ottenuto un risultato elettorale di poco inferiore al 20%, e si sta contrapponendo ad alcune scelte fondamentali della Giunta.

È sembrato utile avere un quadro di come l’attuale giunta caratterizzerà la propria opera di governance intervistandone congiuntamente due consiglieri del M5S: Stefano Giordano e Maria Tini.

Una attenzione particolare per lo sviluppo della città è data, dalle linee programmatiche, al turismo, che di fatto sta cambiando il volto di una parte importante del Centro Cittadino sempre più votato all’“accoglienza” del flusso turistico mordi-e-fuggi. Questo settore – che utilizza per la maggior parte una forza-lavoro precaria e sottopagata – non viene minimamente regolamentato per mitigarne gli effetti negativi che di fatto stanno rendendo invivibile la Città Vecchia a parte dei suoi abitanti. Puoi farci una panoramica di come si è discusso di questo tema?

Il problema della “Superba”, violentata in tutti i volti in cui si è dovuta trasformare, non è di facile soluzione. Da una parte si ascolta un “manager” che parla di grandi numeri, dall’altra si apprende che i progetti sono idee che per ora rimangono astratti.

La mia preoccupazione è il mercato del lavoro che con le regole attuali stimola contratti di sudditanza con il solo diritto alla precarietà che i governi hanno imposto, con il placido consenso del mondo sindacale confederale, con il Jobs Act.

Restando queste le condizioni di governo, non si capisce, e il sindaco non lo chiarisce, come si possa concretizzare la sua promessa di garantire 30.000 posti di lavoro, se non continuando a mantenere condizioni precarie, passeggere, instabili di lavoro.

Un altro punto importante è l’enfasi posta allo sviluppo tecnologico come motore dello sviluppo cittadino anche a livello di ricerca. Puoi illustrarci secondo te, e secondo voi, cosa fa parte di una narrazione propagandistica tesa a veicolare una immagine più smart della Superba e cosa invece vi sia di concreto, e quali ricadute reali avrà sul tessuto cittadino in termini di ricchezza reale e qualità della vita?

Le attese sono molteplici, ma se si deve analizzare un primo significativo punto nevralgico messo in atto dalla giunta è l’abbassamento delle tariffe parcheggi. Azione che nega in partenza il concetto di smart city.

Il Sindaco si riempie la bocca con le “nuove tecnologie”, con “industria ad alta tecnologia” e “città smart”, senza dare corpo e struttura a queste affermazioni.

In realtà le uniche parole che si avvicinano ad una proposta concreta, che a nostro parere è un progetto che ci suscita forti preoccupazioni, è creare “presso gli Erzelli una sede per favorire il trasferimento tecnologico tra IIT, Università e aziende”.

Area sulla quale esiste una perizia degli uffici regionali che attesta l’incompleta bonifica della collina.

E per altro il nostro emendamento alla linee programmatiche del sindaco Bucci, che così recitava: “l’area di Erzelli sarà sottoposta a riconversione ecologica (bonifica chimica, fisica ed idrogeologica del terreno) e urbanistica attraverso revisione del piano di attuazione vigente nel rispetto dei carichi insediativi, accessibilità e servizi compatibili con la natura del territorio e del suo paesaggio. L’area di Erzelli dovrà avere destinazione prevalente per attività occupazionali, competitive a livello internazionale, ad alta qualificazione tecnologica, ambientale e funzionale” è stato respinto e la proposta relativa all’uso dell’area Erzelli varia dall’insediamento di una sede universitaria, alla creazione di un ospedale su una zona non bonificata. Fatto, a dir poco, estremamente preoccupante.

Attraverso le poche informazioni che si hanno dalla giunta, che spesso comunica i progetti e le idee prima alla stampa e poi al consiglio, cercheremo di fare una opposizione costruttiva.

Una vicenda importante che ha trovato spazio anche nelle cronache di queste settimane riguarda l’azienda urbana dei trasporti AMT e quella extra-urbana APT, entrambi al centro di tentativi di privatizzazione con la giunta passata che hanno scatenato importanti risposte di mobilitazione da parte dei lavoratori. Puoi dirci cosa prevede l’attuale giunta e come vi si siete posti?

Noi abbiamo votato a favore la delibera fusione AMT ATP spa con la volontà di fare rimanere in house l’azienda. Purtroppo ad oggi non vi sono azioni concrete con piani industriali che rispettano il trasporto pubblico. Inoltre la parte di ATP srl (quella dei dipendenti) è rimasta nel limbo delle controversie giudiziarie essendo partecipata da aziende private.

Ci sono peraltro chiare contraddizioni all’interno delle linee programmatiche del Sindaco rispetto ad AMT: da una parte sembrerebbe voler garantire il mantenimento in house, dall’altra dichiara che il rilancio di AMT servirà per far partecipare l’azienda alla gara per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico.

Pertanto il nostro obiettivo è non mollare di un centimetro la nostra azione di controllo e tutela del lavoro e del trasporto pubblico che deve rimanere nelle mani dei cittadini genovesi.

Il porto è più volte citato nelle linee programmatiche, sebbene la Riforma Portuale abbia di fatto relegato le realtà locali delle città portuali – siano esse le amministrazioni elette o le rappresentanze dei lavoratori – ad un ruolo meramente consultivo. È un settore strategico per Genova, ma quasi nessuna attenzione è rivolta – nelle linee programmatiche – a chi ci lavora. Permane poi una certa opacità, quasi un alone di mistero, su cosa stia accadendo in porto, e risulta di diretto appannaggio solo degli addetti ai lavori nonostante sia attraversato da trasformazioni epocali che ne stanno mutando la geografia dei poteri affermatasi con la prima “privatizzazione” e le forme di governance. Puoi descriverci quanto si è parlato di porto e come avete affrontato come gruppo la questione?

Abbiamo presentato un paio di emendamenti alle linee programmatiche che avevano lo scopo di richiedere la presenza del comune nel porto attraverso l’istituzione di una Commissione di monitoraggio delle attività portuali che permettesse di valorizzare il ruolo del Comune in sinergia con le altre figure del porto e di avviare una analisi di tutte le eventuali variazioni occupazionali e di traffico merci, come attività strategica della città.

Analisi che abbiamo chiesto che fosse resa pubblica alla cittadinanza ogni 6 mesi.

Queste proposte sono state respinte.

Il porto sembra un polo industriale non appartenente alla città, due entità svincolate.

Fenomeno a nostro parere molto grave, perché Genova è il porto e viceversa.

Quindi la nostra idea del rapporto tra porto e città è diametralmente opposta, diretta verso la condivisione dei cittadini, rendendoli partecipi per comprendere e poi agire una trasformazione rivolta verso un futuro di qualità delle attività portuali e non di produzione destinata solo al profitto a discapito dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e dei cittadini.

Un tema del tutto rilevante per Genova e che costituisce una delle battaglie principali che hai condotto anche prima di essere eletto è la questione della prevenzione e della gestione delle “micro” e “macro” emergenze riguardo il dissesto idro-geologico, la prevenzione anti-incendi e in generale la tutela del territorio di fronte ad situazione di pesante cementificazione. Puoi parlarci di questo aspetto?

Ho chiesto una commissione per un confronto costruttivo che avverrà nei primi giorni di Novembre. Tutti gli emendamenti proposti sul tema protezione civile sono stati accolti.

Si istituirà una commissione grandi rischi per analizzare il lavoro e le economie rivolte a questo tema, affinché questi possano essere dirottati nella prevenzione e non nelle economie oramai consolidate delle emergenze. Si cercherà di istituire un distaccamento nel levante cittadino dei vvf in sinergia con il ministero dell’interno e si metterà mano alla situazione fallimentare degli idranti genovesi. Per quanto riguarda la prevenzione sul dissesto idrogeologico e sugli incendi boschivi e non, c’è molto da lavorare... faremo opposizione costruttiva.

Uno spazio rilevante del documento è destinato alla “famiglia”, intesa come perno del sistema sociale e a cui vengono di fatto delegate alcune funzioni che erano proprie del “welfare state”, di fatto “deresponsabilizzando” l’amministrazione la cui azione si riduce ad essere di semplice sussidiarietà. Una amministrazione che assiste tra l’altro non coloro che hanno più bisogno ma da coloro che posso vantare una residenza più longeva nel comune. Di fatto è un sistema che maschera l’esclusione di una parte importante della società che non rientra nei parametri assolutamente arbitrali della Giunta. Puoi dirci se e come è stata attaccata questa filosofia di fondo dell’azione sociale dell’amministrazione?

Non siamo d’accordo sulle linee programmatiche del comune.

Innanzi tutto si parla solo di famiglia nel senso tradizionale del termine, perdendo di vista il fatto oggettivo che la famiglia è una realtà in continua evoluzione.

Quindi già questo esclude una grossa fetta di persone che hanno bisogno del sostegno dell’amministrazione pubblica: famiglie di fatto anche se non sposate, donne sole con figli, donne/uomini separati/divorziati con figli, di fatto comunque famiglie. La famiglia inoltre, a nostro parere, non ha colore, concetto difficile da digerire da un sindaco appoggiato dalla Lega e dalle altre componenti di Destra.

Queste sono oggettive e gravi discriminanti.

Come lo è porre il limite di residenza a 5 anni per ottenere la corresponsione di un contributo economico alle coppie di giovani sposi e di un bonus bebè o la revisione dei parametri di accesso agli asili solo per i nuclei familiari con anzianità di residenza.

Ci sembra una grossa contraddizione parlare, come obiettivo per la città, di aumento della cittadinanza genovese, di richiamare i giovani a Genova che possano restare a lavorare e vivere in città, perché Genova a loro parere diventerà così appetibile da decidere magari di passarci la vita, e poi limitare le agevolazioni sopra indicate solo a chi ha anzianità di residenza.

Bella accoglienza! Così sicuramente li convinciamo a restare!

Ci opponiamo fermamente alla loro affermazione di “favorire una sana concorrenza tra pubblico e privato” riferendosi alla scuola.

L’amministrazione a nostro parere ha l’obbligo morale di sostenere in primis la scuola pubblica e spingere a priori la scolarizzazione di tutti con particolare attenzione e priorità assoluta ai bambini/giovani appartenenti a famiglie con reddito basso.

Prima di pensare alle scuole private e alla “sana concorrenza”, che di sano e di morale ha ben poco, bisogna pensare alla messa a norma e in sicurezza di tutti gli edifici scolastici e che ci sia un monitoraggio continuo e costante sulla situazione e lo stato di questi.

Ciò che sosteniamo con forza è che la famiglia deve essere tutelata partendo dal reddito di cittadinanza, da una azione mirata di assistenza verso il mondo degli anziani che presenta problematiche croniche del sistema.

Sarebbero molti altri i punti da affrontare rispetto alle politiche sociali, relative alla famiglia, alle donne, agli anziani, ai giovani, che le linee programmatiche del sindaco non prendono minimamente in considerazione se non soltanto sfiorandole. Questa giunta pensa ai grandi progetti perdendo di vista la base, le problematiche quotidiane, persistenti e evidenti agli occhi di tutti della cittadinanza più fragile.

Un ultimo argomento è la questione sicurezza, tradizionale cavallo di battaglia del centro-destra che è riuscito a coniare i concetto di “sicurezza percepita” non quindi collegata allo stato dell’arte reale della “criminalità” e dei “crimini connessi” di fatto statisticamente in calo come ribadito più volte dai giornali. Puoi parlarci di come il comune sta declinando la sua politica a riguardo?

“Pubblicità e regresso” è il motto della giunta.

Non si affronta assolutamente una sicurezza preventiva, ma solo repressiva.

La prevenzione e l’informazione sono le uniche soluzioni per affrontare e curare il nocciolo del cancro della malavita organizzata che ha radici profonde nella nostra città.

Non a caso il Sindaco ha respinto il nostro emendamento dove si chiedeva, vista la conclamata infiltrazione mafiosa all’interno del nostro territorio, di indire una commissione permanente che si prefigga obiettivi concreti ad ogni incontro per contrastare tale fenomeno.

Il Sindaco e la Giunta hanno fatto una enorme confusione tra fenomeni criminali e disagi socio-psicologici, mescolando spaccio di droga con bullismo, parlando di corsi di anti-aggressione femminile, invece che di prevenzione dei fenomeni.

Fortunatamente hanno accettato alcuni nostri emendamenti importanti in tal senso, volti a prevenire questi eventi, aderendo alle proposte di introdurre nelle scuole figure professionali, come psicologi e assistenti sociali, e dirette all’organizzazione di corsi scolastici ed extra-scolastici per gli studenti, a partire dalle scuole elementari e per tutto il percorso scolastico; di convegni e conferenze, progetti di sensibilizzazione e di formazione aperti a tutta la cittadinanza, destinati all’educazione e all’incentivazione del rispetto dei generi, soprattutto rivolti e con speciale attenzione alla sensibilizzazione del genere maschile.

Saremo vigili e attenti mediante il confronto continuo con la cittadinanza e non faremo sconti a nessuno.

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Nel più bel sobborgo di Milano. Intervista a Stefano Giordano http://contropiano.org/news/politica-news/2017/09/11/genova-nel-piu-bel-sobborgo-milano-095470

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