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29/08/2017

Siria - Damasco avanza ad est; tregua sul confine libanese

Continua ad avanzare l’esercito siriano nella provincia orientale di Deir Ezzor occupata dall’autoproclamato Stato islamico (Is). Ieri, scrive l’Osservatorio siriano per i diritti umani vicino all’opposizione, le truppe del presidente Bashar al-Asad sono penetrate per 13 chilometri nella zona sud-ovest della regione ricca di petrolio partendo dalla cittadina di Sukhnah. Proprio nell’estesa area desertica di Badia che separa Damasco da Deir Ezzor, da maggio l’esercito siriano, con il supporto aereo russo, sta conducendo una vasta campagna militare nel tentativo di liberare il nord est del Paese dal 2014 sotto occupazione del “califfato”. Con la “capitale” siriana dell’Is Raqqa prossima a cadere, l’obiettivo di al-Asad è liberare la parte orientale della Siria così da mettere al sicuro il confine con l’Iraq e porre definitivamente fine all’assedio degli uomini di al-Baghdadi alla città di Deir Ezzor che dura da tre anni.

I progressi compiuti ieri da Damasco sono diretta conseguenza di quelli realizzati qualche giorno fa nell’area centrale della Siria che si estende tra le cittadine di Sukhna e Shaer. Giovedì l’esercito aveva riferito di aver preso possesso di una zona di circa 2.000 chilometri quadrati proprio nella regione desertica di Badia da dove ieri è partita l’avanzata. A Deir Ezzor potrebbero intervenire “nel giro di qualche settimana” anche le Forze democratiche siriane (Sdf) a maggioranza curda e sostenute dagli Stati Uniti. A dirlo alla Reuters è stato il capo del consiglio militare della città, Ahmed Abu Khawla. La scorsa settimana Khawla, che può fare affidamento su circa 4.000 combattenti per lo più arabi, aveva già riferito che i piani per l’assalto a Deir Ezzor sono pronti e che la sua unità ha già “liberato diverse cittadine”.

Mentre si combatte ad est, nell’ovest della Siria al confine con il Libano è stato annunciato un temporaneo cessate il fuoco. La notizia è giunta nelle ore in cui l’ufficiale dell’esercito libanese Abbas Ibrahim annunciava il ritrovamento dei resti di otto soldati libanesi catturati tre anni fa da gruppi jihadisti. Ibrahim ha poi precisato che sei dei cadaveri sono stati trasportati all’ospedale militare di Beirut per determinare le identità delle vittime mentre le operazioni per il recupero degli altri corpi continuano. Manca all’appello solo un soldato il cui destino non è al momento chiaro.

L’individuazione dei resti dei soldati, parte dell’accordo di cessate il fuoco tra l’esercito e i jihadisti, giunge a una settimana dall’inizio della campagna militare lanciata da Beirut per porre fine alla presenza dei miliziani dell’Is nella regione montagnosa a confine tra il Paese dei Cedri e la Siria.

Un’operazione che, affermano fonti militari, ha già prodotto la “bonifica” di 100 chilometri quadrati dalla presenza degli estremisti islamici. L’intesa raggiunta tra le parti prevede anche il trasferimento dei jihadisti e dei loro familiari dell’area nella provincia di Deir Ezzor.

Ai combattimenti per la liberazione del confine siro-libanese dalla presenza jihadista stanno partecipando dal territorio siriano di Qalamun anche i libanesi sciiti di Hezbollah alleati di Damasco (Beirut, però, nega qualunque coordinamento con loro). Ieri è stato anche il “partito di Dio” a confermare lo stop agli scontri in modo da permettere l’implementazione dell’intesa.

La sorte dei 30 soldati e poliziotti libanesi catturati nel 2014 da miliziani collegati ad al-Qa’eda e Is ha molto scosso l’opinione pubblica del Paese dei Cedri in questi anni causando in diverse occasioni proteste e blocchi stradali da parte dei familiari degli ostaggi. I militari furono rapiti durante l’assalto qa’edista e dello Stato Islamico alla cittadina Arsal (a confine con la Siria) in quello che è stato tra i più gravi sconfinamenti della guerra civile siriana in Libano. Quattro militari furono uccisi dai miliziani e un quinto morì per le ferite riportate. Sedici furono poi rilasciati in uno scambio di prigionieri raggiunto nel dicembre 2015.

Resta tesa la situazione in Iraq dove stamattina un’autobomba è esplosa in un mercato affollato nel distretto di Sadr City, nella zona orientale di Baghdad. Il primo bilancio fornito dalle autorità locali parla di sei persone morte. L’attentato, al momento non ancora rivendicato da nessun gruppo ma molto probabilmente compiuto dall’Is, giunge mentre appare ormai prossima la fine dell’occupazione jihadista della cittadina settentrionale irachena di Tal Afar.

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