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17/07/2017

La vera storia della “cameriera scomparsa”

Quasi un esperimento dal vivo su come funziona l’informazione mainstream in Italia. Ci capita spesso di contestare ironicamente questa o quella narrazione di eventi in cui siamo stati anche noi presenti (manifestazioni, scioperi, ecc). Ma ovviamente ogni spettatore esterno potrebbe pensare che si tratti solo di “punti di vista” differenti rispetto alla stesso fatto, espresso da soggetti schierati in campi opposti.

Ci aiuta perciò questo post di Alessandro Gilioli, nella sua rubrica su L’Espresso (gruppo Repubblica, dunque insospettabile di simpatie “antagoniste”), che ricostruisce minuziosamente il processo di creazione di una fake news funzionale al pensiero unico dominante. Non proprio un falso, ma una costruzione fasulla – e molto, molto, ideologica – a partire da una chiacchiera amichevole su Facebook, che si stratifica per interventi successivi (fino all’intervento definitivo dell’”opinionista principe” alla corte di Fabio Fabio, ossia Massimo Gramellini), accumulando opinioni personali, luoghi comuni (“dove andremo a finire, signora mia!”), invenzioni con un certo “sapore”.

Naturalmente, la “verifica della notizia” – primo comandamento della professione giornalistica, soprattutto se ben retribuita e senza troppi problemi di bolletta telefonica – è completamente assente. Come in un collegamento di Giovanna Botteri da New York, che parla con identica tiritera di faccende statunitensi, manifestazioni e scontri in Venezuela, problemi politici in Brasile, test missilistici in Corea del Nord, sfilate del lusso a Manhattan.

Narrativa, appunto. E pure di bassa qualità...

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La vera storia della “cameriera scomparsa”

La vicenda di Claudio Ortichi, l’albergatore del bolognese che non riesce a trovare una cameriera o che ne trova solo di svogliate e pretenziose, aveva attirato la mia attenzione fin da quando era uscita sul Resto del Carlino – oggi è in prima pagina sul Corriere, nella rubrica di Gramellini.

Aveva attirato la mia attenzione perché mi sembrava un po’ strana – con tutti i disoccupati o precari che ci sono in questo Paese – e perché mi sembrava un po’ troppo strumentale alla solita narrazione del presente, quella che ha fatto e continua a fare egemonia culturale: non è vero che non c’è lavoro, sono gli italiani – soprattutto quelli giovani – a essere pelandroni e choosy, come diceva Fornero.

Già il giorno in cui su Fb avevo trovato l’articolo del Carlino, avevo quindi cercato sui vari siti di lavoro l’annuncio disertato da così tante e schizzinose ragazze che non sentono la crisi – mettendo svariate chiavi di ricerca, compresa quella di Castel San Pietro Terme, dove si trova l’albergo – ma stranamente non ne avevo trovato nessuno.

Poi neppure mi ricordo perché avevo lasciato perdere, probabilmente qualcosa di più urgente atterrata sul mio tavolo.

Oggi però, letto l’articolo di Gramellini, non ho resistito e ho fatto una telefonata a questo signor Ortichi, persona simpatica e gradevolissima, per capire com’erano andate le cose.

E, diciamo, le cose sono andate un po’ diversamente dalla narrazione.

Il signor Ortichi non ha mai – mai – messo un annuncio su un sito o su un giornale per cercare una cameriera.

Si è limitato, il 31 maggio scorso, a scrivere un post sulla sua bacheca Facebook, in cui ha 1262 amici. Tra un post sulla Juve e uno contro i maltrattamenti animali, aveva scritto tre righe per dire che cercava una cameriera che sapesse un paio di lingue. Nessun accenno al tipo di assunzione, nessun accenno alla paga, soprattutto nessun numero di telefono o mail a cui rivolgersi.

Oltre a questo, aveva “diffuso la voce”, racconta, tra i clienti, i fornitori e i colleghi ristoratori della zona.

Non aveva messo annunci, il signor Ortichi, perché preferiva “assumere qualcuno che non fosse proprio una sconosciuta”, il che è nel pieno dei suoi diritti, ci mancherebbe.

Qualche settimana dopo, chiacchierando con un amico giornalista locale, Ortichi ha raccontato questa cosa. L’amico giornalista ci ha fatto un pezzo sul Carlino (titolo: “Hotel cerca una cameriera, ma non si presenta nessuno”) arricchito da qualche commento sociologico: “Difficile trovare un posto di lavoro? Più difficile trovare un dipendente”, (…) “ci sarà anche la crisi di posti di lavoro tanto sbandierata in questi anni, ma evidentemente c’è anche chi la crisi non la sente”, (…) “forse tutte le potenziali interessate sono al mare o in piscina” etc).

Qualche giorno dopo Gramellini ha letto il pezzo sul Resto del Carlino, non si è penato di telefonare a Ortichi per chiedere come stavano le cose (me l’ha detto lui stesso, Ortichi) e ci ha fatto direttamente un pezzo in prima pagina del Corriere riassumendo quello del collega locale e aggiungendo di suo che per trovare una cameriera “l’albergatore le ha provate tutte”, mentre non aveva messo neppure un annuncio se non sulla sua bacheca Facebook.

Fine della storia.

Ah, da quando è uscito il pezzo sul Carlino a ieri – quando Gramellini ha scritto il suo – Ortichi ha ricevuto oltre cento curriculum.

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