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18/06/2017

Il grattacielo in fiamme brucia anche Theresa May


La Grenfell Tower, il condominio popolare che sorgeva nella zona di Kensington e nel cui incendio mercoledì notte sono bruciate decine di persone, fuma ancora all’orizzonte, mentre nella metropoli londinese le manifestazioni spontanee si moltiplicano. Nella notte di venerdì si sono svolte diverse manifestazioni; i dimostranti hanno chiesto le dimissioni del Primo ministro Theresa May e del suo governo, inneggiando al leader laburista Jeremy Corbin. Analoghe dimostrazioni ed iniziative si stanno svolgendo in altre città: Leeds, Birmingham, Manchester. In queste ore il leader laburista ha fatto pervenire al Primo Ministro una lettera nella quale si chiede formalmente un aiuto concreto a tutte le famiglie coinvolte nella tragedia.

Ieri mattina (sabato) due cortei hanno invaso la zona di Trafalgar Square, e la zona di Westminster; mentre un sit-in in Oxford Circus, ha bloccato per ore il traffico nelle zone centrali dello shopping, adiacenti la zona di Hyde Park. La manifestazione più imponente, però, si è svolta a Whitehall: all’iniziativa, promossa su facebook da un giornalista del quotidiano The Guardian sotto lo slogan “No ad una coalizione del caos con il DUP”, hanno aderito più di 3.000 persone ed in questi minuti migliaia di persone si sono radunate al n°10 di Downing Street, la residenza ufficiale del Primo Ministro, per opporsi ad una possibile coalizione di governo con il DUP (il Partito Democratico Unionista), la formazione di estrema destra, ritenuta la forza più conservatrice in Parlamento. Il DUP, è una formazione anti gay, di negazionisti del cambiamento climatico, ma cosa ancora più rilevante, ha una storia di connessioni e simpatie con i terroristi lealisti irlandesi.

Il Sinn Fein, partito dei cattolici nordirlandesi, considerato ai tempi dei troubles come il “braccio politico” dell’Ira, ha fatto sapere alla premier britannica che un eventuale accordo con il partito unionista di estrema destra potrebbe mettere a repentaglio la fragile pace degli accordi del Venerdì Santo. Uno dei cardini di quell’accordo è che il governo di Londra si mantenga equidistante tra i partiti nordirlandesi, equidistanza che verrebbe palesemente meno se i tory governassero fianco a fianco con il partito democratico irlandese.

Il Primo Ministro May, è in estrema difficoltà, dopo che è stata accusata di non aver mostrato alcuna solidarietà ai parenti delle vittime, evitando di incontrarli; a questo si deve aggiungere il fatto, politicamente più importante che, il Primo Ministro, dopo le elezioni sembra aver disatteso molte delle sue promesse elettorali. Ed ora proporre una coalizione con un partito di destra come il DUP, suona come un tentativo di aggrapparsi al potere, un’ammissione di sconfitta troppo bruciante, anche per i compassati inglesi.

Secondo le dichiarazioni del capo della polizia Stuart Cundy, le vittime potrebbero essere almeno 58, ma molto probabilmente a questo numero si dovranno aggiungere il numero dei dispersi, che al momento sono decine. Cundy ha quindi dichiarato, che per la Metropolitan Police non sarà facile stabilire con certezza il numero delle vittime, dal momento che molti degli abitanti della Torre, non erano registrati come inquilini, e che nel condominio vivevano molti senzatetto. Inoltre la coincidenza con la ricorrenza del ramadan, ha fatto sì che diverse famiglie di religione musulmana, ospitassero, al momento, parenti od amici per consumare il pasto permesso dopo il tramonto tutti insieme. Nel frattempo, gli operatori del pronto soccorso, fra mille difficoltà, hanno raggiunto la cima della Grenfell Tower, mentre sono state chiuse temporaneamente le fermate della metro nella zona, per il timore che i detriti potessero, in qualche modo, ostruire i binari sui quali passano i convogli.

La popolazione, indignata dall’inerzia del Governo, chiede, a gran voce che venga fatta chiarezza sull’accaduto, ma vuole assolutamente evitare, come nella maggior parte dei casi avviene, un cosiddetto “whitewash”, ossia il classico insabbiamento; di fatto non vuole una “public inquiry”, un’inchiesta governativa, bensì pretende un’inchiesta pubblica ed indipendente, quella che in lingua inglese si esprime con il termine “inquest”, così come consigliato dall’avvocato Sophie Kahn, che rappresentò i familiari delle vittime dell’analogo rogo occorso nel 2009, a Camberwell, nell’East Side.

Nelle ultime ore, stanno arrivando notizie assolutamente poco confortanti, riguardo il coordinamento delle notizie da riferire ai parenti ed amici delle vittime e dei dispersi. Molti di loro, infatti, criticano il modo in cui sono costretti a vagare, da un ufficio all’altro, per poi ritrovarsi a dover accertare personalmente, qualche orrenda verità.

Il re è nudo... nel rogo della Grenfell Tower, si ritrovano tutti gli elementi della società dell’apparenza; la copertura ipocrita del materiale da due soldi (anzi sterline) utilizzato per rivestire la facciata del condominio, riflette la nostra società dell’esteriorità, a tutti i costi.

Il problema è che a farne le spese è sempre il popolo.

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