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31/03/2017

“Trump fa le televendite, ma può combinare disastri”. Intervista a Lucio Manisco

Intervista realizzata da Radio Città Aperta

Ringraziamo e salutiamo il giornalista Lucio Manisco per la sua disponibilità. Buongiorno Manisco.

Buongiorno a tutti voi.

Come spesso capita ricorriamo alla sua competenza per approfondire alcuni aspetti e fare un po’ il punto della situazione quest’oggi. C’eravamo sentiti l’ultima volta il giorno del discorso di insediamento di Donald Trump, senza troppe speranze rispetto al futuro... Giunge oggi la notizia di questo suo intervento protezionistico sul commercio internazionale, contro i prodotti dell’Unione europea, anche italiani... Sono ormai successe diverse cose, negli Usa, tra cui alcune clamorose porte in faccia contro cui Donald Trump si è trovato a sbattere. Pensiamo all’annullamento dell’Obamacare oppure ai problemi che sta avendo con il suo muslim ban. E’ possibile intanto fare una prima valutazione complessiva di questo presidente degli Stati Uniti?

Certo, certo, si può fare... Abbiamo letto l’articolo di oggi (ieri, ndr) del Wall Street Journal che ha fatto queste sensazionali rivelazioni. Si tratta di anticipazioni... ma più che anticipazioni idee un po’ vaghe, diciamo, propositi generici e non degli intenti veri e propri; o almeno questo è il senso dello stesso articolo del Wall Street Journal. Non bisogna dimenticare che Donald Trump parla a ruota libera, smentisce il giorno dopo quello che dice il giorno prima, quindi non so se vadano presi esattamente come oro colato questi suoi intenti punitivi nei confronti dell’Unione europea. Bisogna anche notare la coincidenza di queste anticipazioni con la conferma ufficiale della Brexit da parte di Teresa May. Può darsi che abbia anche voluto dare una mano alla grande nuova alleata che è, appunto, il premier britannico. Nell’insieme, dico che l’idea di contromisure protettive di Bruxelles è sempre stata nell’aria, da prima ancora dell’avvento di Bush. Trump non fa mistero delle sue antipatie per l’Unione europea, quindi l’idea di dividere alcuni paesi dell’Unione europea mettendoli contro l‘Unione stessa, sopratutto contro la Germania, può convalidare queste ipotesi. Io credo che non si tratti di una cosa molto seria. La questione del manzo è una questione di gusti europei. Il manzo è trattato con gli ormoni e anche peggio, è trattato con gli antibiotici, il che non viene menzionato dal Wall Street Journal. I consumatori europei sembra non gradiscano il prodotto, tutto qui. Né va dimenticato un altro fatto. Tutte le restrizioni imposte da Bruxelles sui prodotti geneticamente modificati, gli ogm, sono state ignorate sia per l’ignavia dell’Unione europea, sia perché sotto diverse etichette questi prodotti geneticamente mutati – che sono molto molto nocivi alla salute – riempiono i supermercati di Europa e, soprattutto, italiani. A proposito di Italia. Non possiamo non ricordare che tre settimane fa il presidente americano ha detto di avere l’Italia nel cuore. Le sue opinioni ovviamente sono geneticamente mutabili, come dicevamo prima, secondo le necessità e le esigenze che ha ogni volta che sbatte il muso contro l’opposizione del congresso o dell’opinione pubblica o dei magistrati americani. In tutte queste misure che spara quotidianamente dalla sua sedia, dalla Trump tower, io credo ci siano molti motivi di allarme, ma non riguardano esattamente le misure contro il formaggio francese...

Questo è chiaro...

C’è il fatto – per esempio – che l’altro giorno ha abrogato tutte le misure vagamente cautelative per l’ambiente varate da Obama, E questa è una cosa veramente grave, perché la denuncia dei trattati di Parigi sul clima apre le porte alla distruzione del pianeta. Quindi credo che questa cosa dovrebbe veramente allarmare molto di più del fatto che i consumatori americani non potranno mangiare il Roquefort o il brie.

Per quello che riguarda altri aspetti interessanti... Da un lato bisogna dire che lui, quello che ha promesso in campagna elettorale, lo sta portando avanti o almeno ci sta provando. Come valutare, invece, i “no” che ha ricevuto, anche importanti: l’impossibilità di abrogare l’Obamacare, i problemi, significativi per il ricorso alla Corte suprema, che ha avuto rispetto al suo muslim ban... Lasciando perdere i giudizi di merito sulla qualità di questi provvedimenti, sembra non sia così facile per Donald Trump fare quello per cui ha vinto le elezioni. E’ una domanda che possiamo iniziare a porci?

Questa è una domanda più che giustificata. C’è anche il fatto che lui, in teoria, dispone praticamente di tutti i poteri, perché ha un Congresso dominato dai repubblicani, quindi ha il potere legislativo in mano, ha il potere esecutivo in quanto è presidente, e poi adesso si accinge a mettere alla Corte suprema un magistrato super conservatore, spostando quindi drasticamente all’estrema destra la suprema magistratura della repubblica stellata. Con tutto questo non riesce comunque ad andare avanti. Perché? Intanto c’è l’incapacità, l’inesperienza, non sa come trattare i vari ostacoli legislativi che vengono fuori ogni volta che fa un decreto sballato. L’Obamacare era un proposito negativo che è stato portata avanti dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti durante la presidenza Obama. I repubblicani sono bravissimi a bloccare qualsiasi decisione quando hanno la maggioranza, ma quando si tratta di presentare un’alternativa fanno disastri. Cosa che naturalmente ha diviso il voto dei repubblicani tra gli ultraconservatori e quelli che vogliono ridurre la spesa pubblica, per cui è andato a monte. Ma ci sono altre cose che sta affrontando che incontreranno naturalmente opposizione; da parte dell’opinione pubblica, che conta fino ad un certo punto in America, ma soprattutto dal Congresso.

Un’ultima battuta rispetto, invece, alle prospettive. Parliamo soprattutto di politica estera. Abbiamo visto come questa presunta o reale infiltrazione della Russia all’interno delle dinamiche elettorali degli Stati Uniti, in qualche modo d’intesa, così sembra, con il gruppo di lavoro di Trump... Che prospettive apre rispetto al ruolo degli Stati Uniti in politica estera? Sembra che Trump non abbia le idee chiarissime da questo punto di vista, né nei rapporti con la Russia, né rispetto a vicende strategiche come il Medioriente... Non si capisce quale sia la politica di questo presidente repubblicano un po’ sui generis...

È un presidente che crede nelle televendite, crede che basti annunciare alcune cose per poi portarle avanti. Per quello che riguarda le interferenze di Putin nelle elezioni americane, beh... sono cose da ridere... Non è quello il punto. Il punto sono i contatti, i rapporti economici che Trump ha avuto con Putin prima e anche durante la campagna elettorale, soprattutto con i grandi plutocrati russi. Il sospetto riguarda il passaggio di giganteschi ammontare di rubli o di dollari dalla Russia nelle tasche del candidato repubblicano di allora; e quello è un fatto piuttosto serio, perché naturalmente non si tratta più di irregolarità o di altre cose, ma si rischia l’accusa di alto gradimento. Quello è uno dei problemi che sta affrontando. Ci sono queste investigazioni del Congresso. C’è la Commissione del Senato che si occupa di queste cose, con un’apparente solidarietà tra il presidente della Commissione investigativa, repubblicano, e il vicepresidente democratico nel portare avanti questa inchiesta. Se si tratta soltanto di vedere se ci sono state collusioni nella campagna elettorale tra l’apparato elettorale di Trump e il governo russo... beh, credo che non verrà fuori molto. Oltretutto non c’è interesse, né da una parte né dall’altra, nel portare avanti questa inchiesta. Se si tratta di altre cose su menzionate, come il passaggio di ingenti somme di denaro dalla Russia a un candidato della presidenza degli Stati Uniti, beh, quelle sono cose molto più gravi.

Bene, Manisco, per il momento grazie, magari ci risentiamo più in là per continuare a seguire le gesta di questo presidente che, un pochino, onestamente, ci inquieta. E’ vera la tesi che tendenzialmente per l’umanità nulla di eccezionalmente buono è mai arrivato dalla presidenza degli Stati Uniti, però in questo caso forse parliamo di cose più preoccupanti...

Sarebbe il disastro del pianeta, che salta per aria...

Esattamente. La situazione forse è un po’ peggiore. Grazie, buona giornata e buon lavoro.

Arrivederci.

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