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24/11/2016

Iran - Incarcerato il regista Keywan Karimi

Il regista iraniano Keywan Karimi, condannato a 223 frustate e a un anno di carcere per il suo film-documentario “Scrivendo sulla città”, su graffiti e murales a Tehran, ha iniziato ieri a scontare la sua pena detentiva nel carcere di Evin.
 
Karimi, 31 anni, era stato messo sotto accusa dai Guardiani della Rivoluzione. Già nel 2013 era stato messo in isolamento in prigione per 15 giorni, dopo l’uscita su Youtube del trailer del film, con l’accusa di fare “propaganda contro le autorità” e per  “insulti ai valori religiosi”. A questi “reati” ha visto nel frattempo aggiungersi: consumo di alcolici, relazioni extraconiugali e pornografia. Accuse che il regista ha denunciato come “ridicole”.

Nel 2015 era stato condannato a sei anni di carcere ma la pena venne ridotta a un anno ma per le proteste internazionali guidate dai suoi colleghi iraniani Jafar Panahi e Mohsen Makhmalbaf. Lo scorso maggio durante il Festival di Cannes, più di 30 importanti organizzazioni europee che si occupano di cinema firmarono un appello rivolto al governo iraniano affinchè venisse concessa la grazia a Karimi.

Il regista, che ribadisce di non voler lasciare l’Iran, ha spiegato all’Agenzia di stampa francese Afp di “non essere un attivista politico” e che la sua condanna non è legata a motivazioni politiche ma solo al contenuto dei suoi film. “Il fatto che la mia attività artistica sia vista da taluni come un atto di opposizione politica la dice lunga sulla situazione in Iran”, ha aggiunto.

Karimi ha realizzato diversi cortometraggi tra cui “Broken Border” (2012), un documentario sul contrabbando di carburante, ha presentato in anteprima il suo primo lungometraggio “Drum” all’ultimo Festival di Venezia.

GUARDA IL TRAILER DI “SCRIVENDO SULLA CITTA'”


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