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22/09/2016

Olimpiadi: brava Raggi, questa volta hai fatto la cosa giusta

Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha chiuso la partita delle Olimpiadi negando il consenso della città ad ospitare i giochi: non ha fatto bene, ha fatto benissimo dimostrando coraggio.
 
Finalmente, dopo due mesi di sangue acido per le vicende romane, posso scrivere di essere completamente d’accordo con una decisione della nuova giunta 5 stelle e lo faccio senza riserve e con grande piacere.

Entro nel merito: questa delle Olimpiadi si presentava come l’ennesima operazione speculativa che avrebbe prosciugato risorse comuni per il vantaggio dei soliti pochi. Ormai è storia nota e ripetuta quella che la politica dei “grandi eventi” produce regolarmente costi molto maggiori e ricavi molto più modesti di quelli previsti. E questo non solo in Italia ma dappertutto. Ancora non abbiamo i conti dell’Expo, ma sappiamo che i costi sono stati sicuramente maggiori del previsto, quanto ai ricavi forse è meglio stendere un pietosissimo velo e lasciar perdere.

Non voglio dire che non ci siano le eccezioni di eventi che hanno effettivamente giovato alla città ospitante, che hanno avuto spese ragionevoli e ricavi più o meno vicini a quelli promessi: è il caso delle olimpiadi invernali di Torino il cui lascito durevole è stata la metropolitana ed un più generale rilancio della città. Ma queste sono le eccezioni e nel caso di Roma, per le condizioni della città, per il volo di avvoltoi che già ruotavano sulla preda, per le facce che abbiamo visto alla testa del progetto, tutto faceva presagire una grande mangiate dei soliti noti.

Per di più, il comune avrebbe dovuto coprire in parte le spese con ulteriori debiti ed in una situazione in cui già oggi la città è al limite del default.
Quanto al ritorno economico, certamente ristoratori, albergatori, taxisti, locali di intrattenimento, i negozi di abbigliamento avrebbero avuto una buona stagione ma la parte del leone l'avrebbero fatta i soliti palazzinari, le compagnie assicuratrici, le banche e così via. Insomma ai ristoratori ed albergatori le briciole, ma i bocconi grossi e più golosi ai profittatori di sempre.

Ma il motivo più serio è un altro: è ovvio che il peso più consistente per gli investimenti sarebbe ricaduto sullo Stato che avrebbe dovuto anche sostenere il comune di Roma. E non si tratterebbe di un investimento leggero. Non è ancora passato un mese esatto dal terremoto di Amatrice, la terra trema ancora in tutto l’Appennino centrale con scosse sino al 4° grado, abbiamo una situazione di pericolo che riguarda intere regioni e voi ci venite a parlare di spese diverse da quelle della messa in sicurezza di queste località?

Al solito, passata la festa gabbato lo santo: per dieci giorni dopo il disastro si fa il mea culpa per le troppe omissioni, per i ritardi, per le dimenticanze e si giura che questa volta sarà diverso che non ci saranno altre priorità che la ricostruzione e la messa in sicurezza. Poi, tutto passa in cavallerie e ricostruzione e messa in sicurezza scivolano rapidamente verso le posizioni basse nella lista delle priorità.

Ma, per una volta, questo paese riesce ad essere serio? Queste sono le occasioni in cui uno può dire perché scegliere il M5s, nonostante i pasticci che spesso combina. Sulle grandi scelte nella gran parte dei casi è della parte giusta.

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