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20/08/2016

Scuola. E qualcuno si inventa anche di rifare il concorso...

L'eclissi della scuola pubblica – unitaria, con criteri validi in ogni angolo del paese, ecc. – genera mostri. In pieno delirio di onnipotenza, abbiamo visto nei giorni scorsi, ci sono presidi-manager che pensano di selezionare in “chiamata diretta” i docenti attraverso video di autopresentazione, trasformando così un scelta didattica in un casting; altri che si preoccupano che le docenti donna non abbiano figli piccoli o non intendano farne, ecc.

Ora – segnala OrizzonteScuola – c'è anche chi pensa di organizzare in proprio un nuovo “concorso”, quasi un “secondo livello” aziendalistico rispetto a quello nazionale, malamente gestito comunque da uno stato.

Al liceo scientifico “Francesco Vercelli” di Asti c'è un dirigente che – per assegnare un incarico triennale “ai docenti trasferiti o assegnati nell'ambito territoriale Piemonte Ambito 0013” – ha pensato bene di istituire una “Commissione esaminatrice” che giudicherà i candidati a ben 5 posti vacanti per altrettante materie. Ha pubblicato in una lettera i “requisiti/criteri” per ognuna di esse e spiccano immediatamente le due voci comuni a tutte e cinque le materie: "esperienze positive e referenziate pregresse prioritariamente presso i licei scientifici" ed "esposizione di un modulo estratto a sorte tra quelli proposti dalla commissione".

Tradotto dal burocratese: si chiede una “lettera di referenze” scritta da un preside-manager presso cui i candidati abbiano già insegnato e si pretende di esaminare le competenze del docente chiedendogli di “esporre un modulo” (un argomento della materia) estratto a sorte.

Dov'è l'assurdo? Che questa procedura è praticamente identica a quella seguita per i concorsi a cattedra indetti dal Ministero, mentre il docente – se è stato “trasferito o assegnato” – ha già superato tutte le selezioni richieste per insegnare.

Persino le “linee guida” dell'infame decreto sulla “buona scuola” escludono esplicitamente che un dirigente scolastico possa trasformare il previsto colloquio per "illustrare il proprio CV e acquisire informazioni utili per scegliere tra le diverse scuole" in una sorta di nuovo esame. Ma evidentemente al liceo Vercelli di Asti si son limitati a leggere quelle parti del decreto che assegnano ai presidi-manager poteri semi assoluti.

Si vede da questi “incidenti di percorso” che tutta la logica sottostante al “decreto Giannini” è semplicemente quella della privatizzazione della scuola pubblica. Privatizzazione per ora nella gestione “aziendalizzante”, ossia nell'amministrare un singolo istituto come ente a sé e in concorrenza con tutti gli altri. Una piccola giungla all'anglosassone, in cui genitori e docenti girano come trottole alla ricerca di quella ragionevole certezza in una istruzione di buon livello o di un posto in cui esercitare dignitosamente un mestiere fondamentale per lo sviluppo sociale e civile. In ogni caso, morte immediata per le finalità assegnate alla scuola dalla Costituzione:
Articolo 34

La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Si vede con chiarezza sullo sfondo la privatizzazione a tutto tondo, con pochi “centri di eccellenza” che richiedono rette annuali crescenti e un'infinità di istituti lasciati al degrado.

Il "bando di concorso" può essere letto qui.

Fonte

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