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28/08/2015

Quando il PCI occupò canzonissima

“Canzonissima” era la trasmissione più seguita dell’anno: sabato in prima serata, una gara di canzoni abbinata alla superlotteria con premi da 150 milioni in giù. Una formula imbattibile che assicurava punte oltre i 15 milioni di ascoltatori. Quell’anno, sul finire del 1964, i dirigenti Rai avevano pensato una cosa particolarmente “ruffiana”: una gara fra la canzone napoletana e canzoni del resto del mondo – “Napoli contro tutti” sul modello di alcune gara calcistiche – , condotta dal popolarissimo comico Nino Taranto. Ogni città (Parigi, New York, Rio de Janeiro, Londra, Madrid, Berlino, Vienna, Mosca) schierava una sua canzone contro una napoletana, poi, durante la settimana, gli spettatori votavano con le cartoline abbinate alla lotteria e passavano il turno le più votate, sino alla serata finale, il 6 gennaio, quando i voti delle cartoline si sarebbero sommati a quelli della giuria in sala (secondo un complicato sistema ponderale) decretando la graduatoria finale e l’abbinamento dei vari biglietti della lotteria a ciascuna canzone, il biglietto abbinato alla canzone vincitrice otteneva il primo premia e così via. Insomma una cosa che più “nazional-popolare” non si può e nella quale la vittoria di una delle napoletane era cosa più che scontata.

Fra i cantanti molti erano star internazionali, come Neil Sedaka, Cateriva Valente, Norma Beguell. Mosca, invece, era rappresentata da un giovane tenore totalmente sconosciuto in Italia, tal Anatoli Solovianenko che cantava “Serate a Mosca” e che tutti pensavano destinato a rapida eliminazione. Invece, sorpresa, le cartoline-voto iniziarono a piovere sul russo (in realtà ucraino). Alla fine, si classificherà terzo con 180.190 voti contro i 780.104 di “O sole mio” ed i 201.017 di “non ho l’età” cantata dalla Cinquetti. Molti italiani se ne ricorderanno. Quello che, invece, è meno noto è che intorno alla vicenda nacque un caso politico. Ce lo rivela una ingiallita velina del 12 dicembre 1964, dell'Ufficio Affari Riservati del Viminale, su cui spicca il timbro “data copia al Ministro” a dire della rilevanza delle informazioni:
"...L’imprevista affermazione del cantante russo Solofanenko (sic) non è frutto del caso o del gradimento ottenuto dal cantante presso gli italiani, ma di una precisa manovra del Pci che ha ordinato alle sue sezioni di fare incetta di cartoline. I dirigenti comunisti, infatti, si riproporrebbero un grosso colpo propagandistico: data per scontata la vittoria di un cantante italiano, l’obbiettivo sarebbe quello di piazzare il sovietico al secondo posto, farlo arrivare primo fra gli stranieri e umiliare il cantante americano e dimostrare che fra gli italiani crescono le simpatie per il loro campo..."
Il confidente sottolinea come la gran parte dei voti a Solovianenko provenisse da Emilia e Toscana e concludeva dicendo che, senza adeguate contromisure, il Pci avrebbe certamente raggiunto il suo scopo. Perfidia dei comunisti! Solo un anno e mezzo prima avevano avuto 1 milione di voti in più alle politiche e, poche settimane dopo, il loro appoggio risulterò determinante per l’elezione di Saragat al Quirinale. Ma che ora volessero vincere anche Canzonissima sembrava davvero troppo. La fase politica si presentava difficile ed incerta, sia dentro che fuori Italia: ad agosto era morto Togliatti e, ad ottobre, era caduto Kruscev, è assai dubbio che qualche dirigente possa davvero aver avuto una pensata così estemporanea. E ci sembra altrettanto improbabile che il dottor Savino Figurati, uomo intelligente e poliziotto di razza, all’epoca responsabile dello Uaarr, possa aver preso davvero sul serio qull’informativa. Ma, allora, come mai la inviò al Ministro? Proprio in quei mesi, lo Uaarr decideva di istituire la sua V sezione incaricata di seguire la penetrazione comunista negli ambienti della cultura, della scienza, dello spettacolo e dello sport: bisognava pur dimostrare che non erano solo i cugini del Sifar a darsi da fare su quel terreno e che qualcosa stava facendo anche lo Uaarr!

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