Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

23/06/2015

Kiev, generale passa ai ribelli. Otto soldati arrestati per omicidi e torture

Si tratta davvero di un brutto colpo per la propaganda del regime di Kiev proprio mentre nelle regioni orientali dell’Ucraina che resistono ai nazionalisti gli scontri si sono intensificati e il numero di vittime comincia pericolosamente ad aumentare di nuovo.

Non è la prima volta che militari e ufficiali dell’esercito ucraino passano con il nemico, cioè con le milizie delle due repubbliche insorte di Lugansk e Donetsk, ma questa volta a disertare è stato un pezzo grosso. Il generale Aleksandr Kolomiyets, per ben 19 anni comandante della regione militare di Donetsk, analista capo dell’esercito ucraino ed ex consigliere del ministro della Difesa di Kiev ha deciso di abbandonare il regime per passare dalla parte dei ribelli. "Sono un generale dell'Esercito Ucraino. Ero analista delle forze armate e assistente del Ministro della Difesa Ucraino [...] ora lavorerò per il bene della DNR" ha ricordato nel corso di una conferenza stampa realizzata una volta raggiunto il territorio della DNR e una volta messa la sua famiglia al riparo da possibile ritorsioni da parte del regime ultranazionalista.


Nel corso della conferenza stampa ha descritto la disastrosa situazione in cui versa l’esercito ucraino, il basso morale della truppa, la mala gestione delle forze armate etero dirette dai consiglieri militari della Nato, ma anche del malcontento per una guerra che molti militari non sentono come propria e dei numerosi casi di insubordinazione tra coloro che si rifiutano di sparare sui civili. Secondo Kolomiyets sarebbe alto il numero di militari, compresi molti ufficiali, che avrebbero l’intenzione di passare dalla parte dei ribelli del Donbass e comunque, ha ricordato, già a centinaia i soldati di Kiev si sono uniti alle milizie popolari. Kolomiyets ha denunciato che spesso l’esercito schierato al fronte non obbedisce agli ordini o comunque li rispetta senza grande entusiasmo. «E chi combatte? Solo i volontari delle unità nazionaliste» ha detto il generale.

Nei giorni scorsi era stato un altro grattacapo a impensierire il regime ucraino, dimostrando un aspetto assai sgradito – quando emerge sui media, naturalmente – e non certo secondario della guerra lanciata contro le popolazioni del Donbass dai nuovi leader che si sono impossessati del potere con il colpo di stato del febbraio 2014.

Otto soldati della compagnia dell’esercito ucraino denominata ‘Tornado’, formata da un centinaio di volontari per lo più ex detenuti provenienti proprio dal Donbass, sono infatti stati arrestati perché accusati di numerosi e gravi reati, tra i quali quello di sequestro di persona, tortura e omicidio. A riferire l’arresto è stato lo stesso ministro dell’Interno di Kiev, Arsen Avakov, secondo cui tra gli arrestati c’è anche il comandante dell’unità, Ruslan Onishchenko (nella foto).

Per cercare di dare un segnale di fermezza da parte delle autorità Avakov ha informato della decisione governativa di sciogliere la compagnia incriminata alla quale qualche tempo fa il patriarca della chiesa ortodossa ucraina Filaret Denysenko aveva conferito nientemeno che la medaglia ‘per il sacrificio e l’amore’ nei confronti della Patria (!). Di fatto Onishchenko e i suoi sono accusati oltre che di compiere vere e proprie razzie nelle città e nei villaggi del Donbass occupati dalle truppe ucraine, anche di aver organizzato in una scuola una sorta di stanza degli orrori, una sala dove si divertiva a torturare e a stuprare i malcapitati – uomini e donne – che gli capitavano a tiro. Non contento della impunità di cui a lungo ha goduto, Onishchenko si sarebbe anche dato al contrabbando del carbone. Quando i militari ucraini incaricati di arrestarlo si sono presentati alla scuola che era diventata il suo quartier generale, i membri del ‘Tornado’ hanno ingaggiato un conflitto a fuoco contro i propri commilitoni prima di essere ammanettati.


Ad accusare i membri della compagnia – nota per la propria ideologia di estrema destra – ci sono anche delle intercettazioni audio. Tra queste una conversazione tra il comandante Ruslan Onishchenko ed alcuni suoi sottoposti, nella quale si parla apertamente degli efferati crimini compiuti dall’unità militare: furti, pestaggi e anche la stanza delle torture dove i membri del “Tornado” si divertivano a filmare le torture e le violenze sessuali inflitte ai prigionieri. A confermare il tutto anche un ‘pentito’, un membro della compagnia che avrebbe confessato i crimini commessi, almeno secondo la versione ufficiale del governo ucraino.

Quelli della ‘Tornado’ gridano al complotto contro di loro, ma Ghennadi Moskal, governatore pro-Kiev della regione di Lugansk – dove è di base la compagnia di cui l’amministratore aveva chiesto lo scioglimento – accusa da molto tempo questa unità delle forze del ministero dell'Interno di essere "fuori controllo" e di essere "nota soprattutto per il suo comportamento scellerato e per una serie di crimini". Nel mirino del governatore della regione per conto di Kiev – che evidentemente non è uno ‘stinco di santo’ – c'è anche il battaglione "Cernighiv", e prima ancora il famigerato battaglione neonazista, l’"Aidar", i cui combattenti Moskal definì "fuorilegge e ladri equipaggiati con armi automatiche".

Quello che riguarda la compagnia ‘Tornado’ non è un episodio isolato. Recentemente due soldati ucraini sono stati arrestati per l’omicidio di una donna di 77 anni e di sua figlia di 45 ad Artemivsk, in Donbass, sospettate di essere delle collaboratrici delle milizie popolari. Dopo esser stati arrestati, i militari di 23 e 25 anni hanno confessato di aver giustiziato sommariamente le due donne con un colpo alla testa, nella loro casa, lo scorso 15 giugno.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento