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29/06/2015

Iran - Negoziato fallito?

Alla vigilia della data limite, pare che l’accordo sul nucleare iraniano verrà posticipato. Ancora una volta. Lo ha rivelato ieri all’AP un alto funzionario americano presente a Vienna per il round finale dei colloqui tra il 5+1 (i paesi del Consiglio di sicurezza dell’Onu + la Germania) e la Repubblica Islamica, colloqui intrapresi due anni fa e già estesi una volta per far fronte alle difficoltà del raggiungimento di un accordo quadro sull’atomica di Teheran.

Ad avvalorare le affermazioni del funzionario Usa ci sarebbe anche la partenza repentina del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, che secondo i media locali starebbe rientrando a Teheran per ricevere istruzioni su come agire riguardo ai nodi ancora non sciolti del negoziato, primo fra tutti il grado di intrusione degli esperti dell’Onu negli impianti della Repubblica Islamica – compresi i siti militari – e il sollevamento delle sanzioni internazionali.

La disputa sui maggiori controlli agli impianti iraniani, che pure Teheran in passato si era detta disposta ad accettare, è stata risollevata ieri dalle parole del generale Masoud Jazayeri, che ha avvertito che qualunque ispezione straniera nelle centrali iraniane sarà proibita: “Qualunque tentativo – ha aggiunto – da parte degli Stati Uniti e dei propri alleati di ottenere informazioni militari dietro la minaccia delle sanzioni non riuscirà nel suo intento”.

Si fa sempre più tesa, quindi, l’atmosfera che ruota intorno all’eventuale storica firma, con la rappresentanza iraniana che tenta di essere accomodante a fronte di ripetuti proclami ostili da parte dell’ala dura dell’esercito e del Parlamento: poco più di una settimana fa, infatti, i deputati di Teheran avevano approvato con una maggioranza di 199 su 213 un disegno di legge che proibisce l’ingresso a qualunque sito militare da parte di ispettori stranieri, oltre al sollevamento immediato di tutte le sanzioni che gravano sulla Repubblica Islamica qualora l’accordo sul nucleare fosse firmato. 

Se ratificato, il disegno di legge complicherebbe ulteriormente i colloqui, già disturbati a più riprese dai proclami e dalle norme fuoriuscite dal Congresso Usa, che ormai da mesi osteggia la riuscita del negoziato e l’eventuale successo del presidente Usa Obama nel riportare il suo unico successo mediorientale entro la fine del mandato, con disegni di legge fatti apposta per bloccare la ratifica dell’accordo e nuove sanzioni pronte per essere spedite a Teheran.

Disappunto e flebili speranze sortiscono dalle voci dei funzionari presenti a Vienna, dai rappresentanti della Germania a quelli del Regno Unito, passando per l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Federica Mogherini: “Sarà dura – ha detto ai giornalisti – ma non impossibile. Posso dire che c’è la volontà politica, e si vede ovunque. Per questo abbiamo affidato ai negoziatori il compito di lavorare tutta la notte sui testi”. Parole già sentite in passato. Ma forse questa volta sarà troppo tardi.

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