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24/06/2015

Gli Usa spiano tutti, anche Hollande

Se Wikileaks non esistesse bisognerebbe inventarla... L'ultimo scoop della creatura di Julian Assange – sempre chiuso nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, da ormai tre anni – riguarda lo spionaggio compiuto dalla Nsa statunitense nei confronti di ben tre presidenti della Francia. Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e l’attuale presidente Francois Hollande sono stati infatti intercettati in tutte le loro telefonate per almeno sette anni, dal 2006 al 2012. Guarda caso, fino alla data in cui la “pratica disinvolta” è venuta fuori...

E se venivano spiati persino i presidenti, figuriamoci se potevano non esserlo tutti i loro più stretti collaboratori (ministri, diplomatici, parlamentari, ecc), in barba a tutti gli accordi internazionali ed anche allo speciale rapporto che dovrebbe esistere tra alleati sul piano geostrategico.

La notizia e il pacco di documenti classificati top secret è stata consegnata al quotidiano francese Liberation, che l'ha resa nota oggi con ampi servizi in esclusiva.

All'origine dello scoop ci dovrebbe comunque essere la documentazione con cui era fuggito Edward Snowden, l'analista a contratto con la Nsa fuggito oltre due anni fa e ora rifugiato politico in Russia.

Incontestabile la veridicità del dossier, che comprende i numeri di telefono e le mail riservate di un gran numero di dirigenti passati e presenti dello Stato francese. Le conversazioni registrate coprono tutto l'arco della politica nazionale e soprattutto internazionale (dai rapporti con gli amici-nemici tedeschi alla crisi del debito greco, dalle discussioni sui punti caldi di conflitto internazionale allo sviluppo delle trattative sul Ttip).

Grande imbarazzo, ancora una volta, per l'amministrazione Usa, che già due anni fa aveva dovuto porgere le scuse ad Angela Merkel, sotto controllo per anni da parte della Nsa. Stessa scena ora, con l'ammissione implicita in una strana dichiarazione della Casa Bianca: «Non stiamo considerando un obiettivo e non prenderemo di mira le comunicazioni del presidente Hollande», ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Ned Price. Si esclude dunque di star ora intercettando le comunicazioni dell'Eliseo, ma non si fa menzione – quindi neanche smentisce – di quanto ampiamente ciò sia accaduto in passato.

Obama può dalla sua far riferimento alla proposta – presentata al Congresso – per ridurre di molto la discrezionalità della Nsa nella raccolta dei dati telefonici; ma il Senato gli ha sbattuto la porta in faccia. Quindi si può tranquillamente dire che anche oggi le intercettazioni statunitensi colpiscono decine di autorità di altri paesi. Forse non più la Francia, ma nessuno ci metterebbe la mano sul fuoco. Neanche Obama.

Scontata e appena appena risentita la replica francese, che definisce questa pratica «inaccettabile tra alleati» (ammettendo dunque che è considerata “normale” in tutti gli alti casi). «Francia e Stati Uniti sono spesso alleati nel mondo a favore della democrazia e della libertà. Che ci sia stata questa copertura evidentemente non è né accettabile né comprensibile».

Al di là delle dichiarazioni, però, Hollande ha convocato i vertici dei servizi segreti per studiare la situazione e prendere le contromisure in grado di proteggere le comunicazioni riservate. Insomma: si prepara una grande “bonifica” per i palazzi e i telefoni della classe dirigente di Francia.

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