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25/03/2015

Yemen, truppe saudite al confine

Riyadh è pronta a intervenire in Yemen. Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz citando fonti dell’amministrazione Usa, le quali hanno confermato ieri che l’Arabia Saudita starebbe mobilitando le sue truppe verso la frontiera sud-occidentale. La mossa, spiega il quotidiano, è in linea con l’avanzata degli Houthi verso il sud dello Yemen, nuova roccaforte del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi e del governo a lui fedele che, deposto dai ribelli sciiti nel gennaio scorso, si è riorganizzato ad Aden.

Nonostante i funzionari americani ci tengano a precisare che il contingente saudita, da loro descritto come “significativo”, sembra dispiegato per scopi “difensivi”, proprio ieri il presidente Hadi aveva chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di autorizzare con una risoluzione l’intervento dei “paesi volontari” per proteggere lo Yemen e “l’autorità legittima dall’aggressione degli Houthi”. Richiesta che era seguita alla dichiarazione di lunedì scorso in cui Riyadh, al termine dei colloqui sulla crisi yemenita con gli altri membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo CCG, aveva offerto “tutti gli sforzi” del gruppo di sceicchi, disposti a prendere “tutte le misure necessarie” per proteggere la regione dall’aggressione degli Houthi.

E’ ormai da qualche mese che le petromonarchie del Golfo – capitanate da Riyadh, che con Sanaa condivide oltre 1.100 chilometri di frontiera – premono sull’Onu perché autorizzi un intervento armato in Yemen contro quello che definiscono “un colpo di stato della milizia sciita nei confronti dell’autorità legittima”. Grande era stata la delusione del CCG quando, a febbraio, il Consiglio di Sicurezza aveva adottato una risoluzione verso Sanaa che non contemplava l’azione secondo il capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, ovvero l’uso della forza.

Nelle settimane passate sembrava che Riyadh avesse deciso di cambiare strategia, instaurando contatti telefonici con un gruppo di leader Houthi e in contemporanea, lavorando di diplomazia sul potente partito yemenita al-Islah, costola dell’odiatissima Fratellanza musulmana – che i sauditi hanno denunciato come “organizzazione terroristica” – per instaurare di nuovo un dialogo. Strategia, a quanto pare, abbandonata in fretta: i raid aerei in territorio yemenita, spiegano i funzionari Usa, potrebbero partire non appena gli Houthi si avvicinino ad Aden e minaccino l’incolumità del presidente Hadi.

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