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27/02/2015

La proposta di Landini: parliamone


Maurizio Landini sostiene di essere stato frainteso nella sua intervista al “Fatto” e di non avere intenzione di fare un partito o una coalizione elettorale, ma di aver proposto una “coalizione sociale”, facendo un vago accenno all’esperienza di Podemos. Nell’intervista si è anche soffermato sui limiti del sindacato, così come è oggi, e sulla necessità di trovare nuovi strumenti e nuove forme aggregative. Bertinotti se ne è detto entusiasta (brutto segno!!!).

Va bene: può darsi che sia stato effettivamente frainteso e che non abbia intenzione di fare un partito o di partecipare alle elezioni o forse ha questa intenzione ma, per ora, non intenda dichiararlo, lasciamo perdere, ma cerchiamo di capire, in positivo, cosa vuol fare.

Partiamo però da una premessa: come sindacalista, non è che abbia brillato. La Fiom è isolatissima rispetto agli altri due sindacati metalmeccanici e dentro la Cgil, ha osservato una linea d’azione con forme di lotta tutte esterne alla fabbrica ed al ciclo produttivo, proclama scioperi che raccolgono adesioni al 2,5%, non si dimostra capace di incidere sulla contrattazione e di ottenere risultati. Personalmente detesto la Camusso ed il sindacato “collaborazionista” o “semi collaborazionista” di questi anni, però non posso fare a meno di osservare che, quando gli altri della Cgil lo accusano di astrattezza e inconcludenza non hanno tutti i torti. Poi io sono per il sindacato conflittuale, ma non è con i salotti televisivi che lo si fa, anche se è giusto andare in televisione. Il “sindacato d’opinione” non esiste. Soprattutto, la Fiom non è riuscita a dire niente sulla crisi, salvo la solita lagna sterile sulle diseguaglianze sociali, senza che questo si traducesse mai in una qualche indicazione concreta di lotta.

Ricordo un dibattito di alcuni anni fa alla Statale, qui a Milano, dove fu invitato un membro della segreteria nazionale; si parlava di crisi: fu una esperienza assolutamente imbarazzante, con il personaggio che non capiva un tubo di problemi finanziari e che, non sapendo cosa rispondere agli altri relatori (c’era il mio amico Massimo Amato, docente di economia), se la cavò con una penosissima uscita sul fatto che lui parlava di cose concrete come “le condizioni di lavoro in fabbrica, l’occupazione ecc.”, come se tutto questo non fosse in relazione alla finanza che, evidentemente, gli sembrava una cosa astratta e di cui non val la pena di parlare.

Landini me lo sono trovato personalmente davanti in un paio di trasmissioni televisive, dove si parlava della crisi economica (dovevamo essere nell’estate del 2010, era appena uscito il mio libro sul 2012), e devo dire che non gli ho sentito dire una parola sul merito della crisi e sugli obiettivi del movimento sindacale in essa. Se tanto mi dà tanto…

Detto questo, non si pensi che non sia interessato all’uscita di Landini che, al contrario, giudico promettente e da seguire con attenzione. Solo che vorrei capire di che si tratta: coalizione sociale fra chi? Personalmente sostengo da tempo che occorre una grande alleanza del lavoro (dipendente, precario ed autonomo) contro il potere finanziario. Landini che pensa? Con quali soggetti sociali e con quali nemici da battere? Si parla di una coalizione sociale contro il potere finanziario? Benissimo, ma allora cerchiamo di capire su quali obiettivi muoverci. Cosa pensa Landini della prosecuzione dell’Euro? Vogliamo fare la battaglia contro il Job Act: benissimo, ma come intendiamo proteggere le nostre aziende dalla concorrenza dei paesi emergenti? Come facciamo a contrastare Marchionne che minaccia di smontare le fabbriche in Italia e portarle in Polonia o Argentina? Che ne pensa della linea dell’auto imprenditoria giovanile?

Con quali forme di azione e di lotta dobbiamo procedere? Manifestazioni di piazza come gli indignados o come i forconi? Occupazioni di fabbrica? Forme di sciopero anomale? Discutiamone.

Ma, soprattutto, con che forme organizzative si esprime questa coalizione sociale? In una Cgil trasformata? Una federazione di associazioni, gruppi, ecc? Una coalizione elettorale?

In che rapporto dovrebbe essere questa coalizione sociale con la rappresentanza politica? Darsi una propria espressione elettorale o dialogare con le formazioni presenti (Sel, Rifondazione, sinistra Pd ecc.)? E, in questo secondo caso, pensa di poter evitare un confronto con il M5s che, piaccia o no, è la maggiore aggregazione di opposizione esistente?

E, poi, da dove cominciamo? Una campagna referendaria, uno sciopero generale, uno sciopero fiscale, una campagna d'informazione, la costruzione di un sito o di un giornale?

Insomma, per ora, la proposta mi sembra una scatola vuota e verrebbe da dire “fumo bertinottiano in salsa ingraiana”, ma preferiamo vedere il mezzo bicchiere pieno: Landini, se non altro, ha il merito di aver lanciato il sasso nello stagno agitando le acque e di averlo fatto scavalcando i soliti leaderini di Sel, Rifondazione ecc. Ed, allora, va bene, apriamo il dibattito trovando le sedi adatte e che Landini ci dia una prima traccia di discussione. Laicamente e seriamente.

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