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24/02/2015

Fascismo e antifascismo. Una questione di classe e di attualità


Giovedì 19 febbraio ’15 presso la nuova sede della Rete dei Comunisti di Pisa, in Via S. Andrea 31, si è svolto l’Incontro – dibattito sul tema “Il nazi-fascismo ieri e oggi, da sempre al servizio del capitalismo. Conoscerlo per combatterlo”, al quale hanno partecipato Sergio Cararo (Redazione Contropiano.org giornale comunista online), Ilaria Mugnai (Brigate Solidarietà Attiva Toscana) e Susanna Angeleri (Coordinamento Antirazzista Antifascista Toscana – Arezzo).

I relatori sono stati invitati a presentare e proporre i temi e le inchieste contenuti in tre importanti quaderni prodotti recentemente, al fine di inquadrare e analizzare concretamente le forme attraverso le quali il fenomeno nazi-fascista si ripropone violentemente nel nuovo contesto del conflitto di classe ed interimperialista in corso in Italia e in Europa.

L’introduzione al dibattito ha velocemente ripercorso il fenomeno nazi-fascista dalla sua genesi all’oggi, per contestualizzare l’avvento dei regimi mussoliniano e hitleriano dentro il conflitto di classe dell’epoca, che vedeva i paesi a capitalismo maturo sconvolti da una crisi strutturale dalla quale uscirono solo con le immani devastazioni delle due guerre mondiali. I regimi insediatisi prima in Italia poi in Germania si assunsero il ruolo di repressione militare del forte movimento operaio e comunista presente nei due paesi, garantendo così lo sviluppo capitalistico sotto il giogo di sistemi di comando ferocemente autoritari e sanguinari.

L’esito della seconda guerra mondiale ridusse drasticamente il ruolo dei nazi-fascisti nello scenario politico/militare e del conflitto di classe europeo, ma non la loro funzione. Ancor prima della fine del conflitto, fu messa in opera un'enorme operazione di riciclaggio di gerarchi, uomini dei servizi segreti dei regimi in rotta, mazzieri, torturatori, criminali di guerra – la cosiddetta “rat line” – che permise alle “democrazie” vincenti di costruire una rete spionistica, d’infiltrazione e di terrorismo in tutta Europa, in funzione anticomunista e antiproletaria. La “guerra fredda” contro il blocco sovietico si svolse così per linee esterne e interne, attraverso operazioni coperte denominate “Stay Behind” e “Gladio”, con gli “uomini neri” protagonisti di una guerra a bassa intensità che ha attraversato sotto traccia tutta la storia del dopo guerra italiano sino alla fine degli anni ’70. Dalla strage di Portella delle ginestre del 1° maggio 1947 sino a quella alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il movimento operaio e comunista del nostro paese ha dovuto fare i conti con una “strategia della tensione” orchestrata da governi e servizi segreti italo/americani e realizzata dalla stessa manovalanza fascista che nel ventennio e durate la seconda guerra mondiale si era addestrata sulla pelle degli antifascisti.

Un’introduzione al dibattito utile a dare un quadro di massima chiaro sul “filo nero” che ci porta ad analizzare la funzione dei nazi-fascisti nello scontro di classe di oggi. In un arco temporale di trenta anni i criminali in camicia nera dell’epoca hanno molto concretamente passato il testimone ai cosiddetti “fascisti del terzo millennio”, con i quali dobbiamo fare i conti noi tutti i giorni, nelle piazze, nei quartieri, nelle scuole. In ogni luogo dove si determinano condizioni di conflitto, la funzione di questi personaggi continua a essere la stessa: aggressioni e omicidi di comunisti, antifascisti, immigrati, omosessuali, poveri.

Un lavoro sporco sempre protetto e coperto dai servizi segreti, legittimato da forze politiche in “doppio petto” (PdL, Lega, Scelta Civica), finanziato attraverso la partecipazione alla malavita organizzata (mafia capitale), come ci ha spiegato bene Sergio Cararo, parlandoci del quaderno della Rete dei Comunisti “Antifascisti oggi. Antifascismo permanente!”

Insieme al lavoro sporco di sempre, i fascisti di oggi si prefiggono l’obiettivo di dirigere politicamente il malessere sociale – determinato da una crisi sistemica dei paesi a capitalismo maturo ben più grave di quella che portò il mondo alle devastazioni delle due guerre mondiali – attraverso la costruzione di un “blocco reazionario di massa”, per orientare su strade a fondo chiuso, alla fine delle quali i diseredati di oggi troveranno nuove forme ancor più coercitive e barbare di sfruttamento e miseria.

In tutta Europa fascisti e nazisti, in forme diverse, dirigono o affiancano governi e movimenti reazionari, xenofobi, nazionalisti. Il caso dell’Ucraina è il più significativo e preoccupante. Significativo per le posizioni assunte prima, durante e dopo il golpe di febbraio 2014 da parte dei nazisti di Svoboda e Pravij Sektor (affiancati dagli italiani di CasaPound e da tanti altri gruppi fascisti europei), che in tutta Europa contestano l’Unione Europea e la sua moneta, ma che in piazza Maidan manifestano sotto le bandiere della Troika, della NATO e degli Usa.

Preoccupante per il ruolo centrale che i nazisti hanno assunto a livello governativo e militare nel governo fantoccio di Poroshenko. Le strutture paramilitari dei movimenti che hanno come riferimento storico le gesta criminali del gerarca nazista Stepan Bandera sono state inserite nell’esercito attraverso la “Guardia Nazionale” e i battaglioni punitivi, impegnati a massacrare civili russofoni nel Donbass. Come all’inizio del secolo scorso, la borghesia imperialista europea in quel fronte avanzato di conflitto delega ai soliti cani da guardia il lavoro sporco.

Delle forme concrete attraverso le quali in Italia i fascisti tentano di accreditarsi a livello politico/sociale e culturale ci ha parlato Ilaria, descrivendoci il dossier su “Le associazioni collaterali di Casapound”, dal quale emerge una preoccupante capacità tentacolare di questa organizzazione, impegnata in un intervento molto diversificato, facendo dell’organizzazione di Iannone e compari la più insidiosa tra le strutture fasciste presenti in Italia, con la quale, come giustamente ha chiosato Sergio Cararo, occorrerà nell’immediato futuro contendersi metro per metro spazio politico, agibilità sociale, egemonia culturale dentro il nostro stesso blocco sociale di riferimento, sul quale lavorano alacremente questi sporchi figuri.

Dopo l’insuccesso del cosiddetto “movimento dei forconi”, il tentativo di coagulare lo scontento sociale è stato recentemente delegato alla Lega Nord di Salvini, che con la manifestazione del prossimo 28 febbraio a Roma tenta di fare il “salto di qualità” da partito regionale a nazionale, sostenuto attivamente in questo sforzo da CasaPound, Fratelli d’Italia e da gran parte della galassia fascista italiana. Contro questa manifestazione fascio-leghista sta montando una mobilitazione che sboccherà in una manifestazione alla quale la Rete dei Comunisti parteciperà come co-promotrice, insieme a tante altre realtà politiche, sociali e sindacali.

Infine, Susanna ci ha parlato della “ Fondazione r.s.i. di Terranova Bracciolini”, insediatasi da anni in provincia di Arezzo. Struttura di formazione politico/militare, fa parte di un “tessuto connettivo” fascista mai venuto meno in Italia che, in questi anni di forte arretramento politico e ideologico dell’antifascismo ufficiale e “antagonista”, rifiorisce e si radica sempre più sui nostri territori.

L’incontro è terminato con l’impegno a rilanciare con forza, a livello territoriale e nel paese, la militanza antifascista, contrastando risolutamente tra le fila dell’antifascismo un preoccupante disarmo politico, ideologico, culturale, di capacità di analisi sull’evoluzione di un rigurgito fascista più che preoccupante, che trova proprio in questo progressivo arretramento la forza che non avrebbe.

La lotta contro il fascismo di oggi si combatte, più che sulla memoria e la storia (comunque essenziale), nello scontro di classe in atto nei posti di lavoro e di studio, nei quartieri devastati dalle politiche imposte dal polo imperialista europeo attraverso governi locali servili, come quello di Renzi.

Un impegno che la Rete dei Comunisti si assume in pieno, chiamando alla stessa determinazione e comunanza di obiettivi tutti gli antifascisti, gli anticapitalisti, gli antimperialisti.

Uniti potremo fermare e sconfiggere la bestia nazi-fascista. Divisi rischiamo di soccombere e di cedere il passo a una nuova epoca di barbarie.

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