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28/12/2014

Cosa vuol dire essere un buon Presidente della Repubblica?

Avevo intenzione di scrivere un post su come dovrebbe essere secondo me un buon Presidente della Repubblica, dopo aver tanto parlato di perché Napolitano è stato un pessimo PdR. Giannuli mi ha preceduto, sostanzialmente condivido il suo impianto, sarei giusto un filo meno moralista.

Quirinale, no ad un Napolitano Terhttp://www.aldogiannuli.it

“Quando parlo di “Napolitano ter” parlo di un Capo dello Stato in continuità con l’uscente che è stato uomo di parte, dimentico di essere il Presidente di tutti gli italiani e fattosi capo di una maggioranza politica, poco sensibile ai valori costituzionali, disinvolto interprete di norme e consuetudini e propenso ad invadere campi non suoi. Ecco: uno così non lo vogliamo.

E non vogliamo neppure un Presidente prono ai voleri della Bce e, per così dire, in “sintonia speciale” con Palazzo Chigi. C’è già una quantità di nomi più o meno di questo genere: Veltroni, Cassese, Pinotti, Franceschini, Grasso, Gentiloni e via dicendo. Ma lasciamo perdere i nomi e vediamo i requisiti base che, per noi, un Presidente dovrebbe avere.”


Ma dopo aver illustrato come dovrebbe essere un buon Presidente si dovrebbe dire chi potrebbe essere un buon Presidente. E la verità è che non c'è un cristo che risponda a questi requisiti che abbia possibilità di esser eletto.

Noi del PRC non stiamo in Parlamento, quindi d’ora in avanti tratto di fantapolitica. Cosa dovrebbe fare chi condividesse questi principi (cioè, quello che resta di SEL in Parlamento, parte del 5 stelle, qualche dissidente del PD…)? Probabilmente individuare un buon nome che sia vagamente credibile e fare propaganda su quello. Come si fece con Rodotà. Per intenderci, se si vuole fare un po’ di propaganda fatta bene bisogna portare un nome che potrebbe realmente fare il Presidente. Gino Strada evidentemente non va bene, Pietro Ingrao evidentemente non sta bene, Rossana Rossanda è in esilio. Quindi, o si rifà con Rodotà o ci si inventa qualcuno di nuovo. Ed è difficile trovare qualcuno di nuovo a sinistra. I leader sindacali o sono morti prematuramente o hanno avuto tutto il tempo di sputtanarsi in politica (vero, Cofferati?), dei leader della sinistra politica non parliamone neanche (Bertinotti ha già dato su uno degli alti scranni della Repubblica) che è meglio. Resterebbe da scandagliare quel territorio di intellettuali che ogni tanto fanno politica o di politici che ogni tanto fanno gli intellettuali. Micromega e la sinistra di Repubblica, per intenderci. Ma tra Asor Rosa, Tronti, Canfora, Revelli, Flores D’Arcais e compagnia è difficile trovare qualcuno che negli ultimi anni non abbia dato segni di demenza senile.
Oppure, ultima opzione, qualche “giovane” di belle speranze dovrebbe sacrificarsi. Guido Viale e Gianni Rinaldini. O meglio ancora, Annamaria Rivera o Lorenza Carlassare. Certo, rimane sempre da chiedersi se sarebbero mai disponibili a una cosa destinata a sconfitta sicura.

Ecco, questo parlando di cosa si dovrebbe fare. Purtroppo quello che si farà sarà una cosa diversa.
Perché sappiamo perfettamente che a Renzi basta giocare la carta Prodi per far abboccare SEL e dissidenti PD. Non per eleggere veramente Prodi (che quantomeno sarebbe ostile alle intese sottobanco con Berlusconi) ma per distrarre Vendola e Ciwati da qualunque campagna politica attorno alla Presidenza della Repubblica. Vedi elezione di Grasso e Boldrini, ma vedi anche il balletto Rodotà-Prodi-Rodotà di SEL.
E d’altra parte sappiamo anche che i 5 Stelle faranno una fatica boia a stare compatti, verranno schiacciati dai media che li accuseranno di fare l’ennesima operazione sterile, di “sprecare” un’altra volta i loro voti nella pura testimonianza. Verranno spinti a cercare un’impossibile mediazione su qualche nome di alta autorità, magari giocando sul fatto che un giudice della Corte Costituzionale o che un tecnico economista non è uno degli odiati politici di professione.

L’amara conclusione è che chiunque diventi presidente dopo Napolitano, saremo costretti a fare i conti a lungo con la presidenza monarchica plasmata dal migliorista.

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