Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

25/11/2014

IRAN. Negoziato sul nucleare prolungato di sette mesi

I rappresentanti del 5+1 con il ministro degli esteri iraniano Mohamad Javad Zarif il capo della diplomazia europea Catherine Ashton a Vienna il 24 novembre 2014 (Foto: AFP/ Joe Klamar)

Ancora sette mesi per non dichiarare il fallimento del negoziato. Sette mesi in cui la diplomazia occidentale e quella iraniana dovranno lavorare a ritmi serrati per cercare di superare gli ostacoli che hanno impedito la firma dell’accordo sul nucleare per la seconda volta in un anno. Una corsa contro il tempo quella che si è verificata la scorsa settimana, mentre si avvicinava il termine ultimo di un negoziato già prolungato a luglio, con le diplomazie americana e iraniana che cercavano di definire un accordo che a molti sembra ancora molto distante. Funzionari occidentali hanno detto che mirano a ottenere un accordo sostanziale entro marzo, ma che sarebbe necessario più tempo  per raggiungere un consenso su tutti gli importanti dettagli tecnici, per cui il nuovo termine ultimo è stato fissato al prossimo 30 giugno. Il prossimo round di colloqui è previsto tra un mese.

Il ministro degli esteri britannico Philip Hammond ha spiegato ai giornalisti che l’Iran e le potenze del 5+1 (Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania) “hanno compiuto progressi significativi” nell’ultima tornata di colloqui, iniziati lo scorso martedì a Vienna, sostenendo che vi fosse il chiaro obiettivo di raggiungere un “accordo di sostanza” entro i prossimi tre mesi con l’aspettativa che l’Iran “contini ad astenersi da un’attività’ atomica sensibile”. In cambio Teheran potrà accedere a circa 700 milioni di dollari al mese di alleggerimento delle sanzioni fino al termine del negoziato.

Nonostante l’estensione all’apparenza speranzosa, tra i delegati occidentali imperversa lo scetticismo. “Sono dieci anni – ha dichiarato un diplomatico in forma anonima all’agenzia Reuters – che si avanzano proposte e idee. A questo punto non rimane più niente. E ‘essenzialmente una questione secondaria ora. Gli iraniani non si muovono. E’ una scelta politica”. Molti funzionari occidentali hanno messo in dubbio la decisione di estendere ancora il negoziato dicendo che non c’è motivo di aspettarsi che gli iraniani mostrino la flessibilità necessaria per porre fine alla situazione di stallo nelle settimane e nei mesi a venire. Hanno anche messo in dubbio la volontà della leadership iraniana al compromesso. Teheran, dal canto suo, accusa l’Occidente di chiedere troppo alla Repubblica islamica quando sostiene che deve cessare ogni attività nucleare che sostiene necessaria per il suo sviluppo economico.

La questione che appare più insormontabile è quella dell’arricchimento dell’uranio. Washington vuole che essa cessi del tutto per evitare che possa servirsene un giorno per costruire un eventuale ordigno nucleare (molto improbabile, dato che ha l’Iran ha appena diluito tutte le sue scorte di uranio altamente arricchito sotto la supervisione dell’agenzia Onu per il nucleare, ndr), ma Teheran, seppur desiderosa di concludere un accordo che porti un allentamento delle sanzioni, ha ripetuto più volte che non accetterà mai di rinunciare al suo programma nucleare destinato, a detta delle autorità, a scopi energetici.

Il costo del fallimento, come fa notare l’agenzia Reuters, sarà molto alto sia per relazioni tra Teheran e l’Occidente sia a livello regionale. A vegliare sulla non riuscita del negoziato rimangono Israele e l’Arabia Saudita, che hanno tutte le intenzioni di impedire che una qualsiasi firma finale venga posta: Tel Aviv per assicurarsi che il presunto arsenale atomico di Teheran non venga mai puntato contro di lei, Riyadh per accertarsi di non perdere la posizione privilegiata raggiunta negli anni nella regione.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento