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25/11/2014

Ferguson: scagionato il poliziotto killer, esplode la rabbia


C’era chi lo dava per certo, conoscendo bene come funziona la giustizia negli Stati Uniti. C’era chi invece nelle comunità afroamericane sperava che almeno questa volta l’establishment volesse e dovesse dare un segnale di discontinuità incriminando il poliziotto che all’inizio di agosto ha ucciso il giovane Michael Brown, un diciottenne disarmato colpevole solo di avere la pelle scura così come tante delle vittime della brutalità delle forze di polizia nel paese di Obama.

Ma così non è stato. Il poliziotto che ha premuto il grilletto – bianco, come il 95% dei suoi colleghi in un sobborgo di Saint Louis dove la popolazione è per la maggior parte afro – non sarà processato, e tornerà libero a fare lo sceriffo in una comunità in cui si accumulano le denuncie di angherie e prevaricazioni da parte degli uomini dell’ufficio dello sceriffo nei confronti dei cittadini coloured.

Così ha deciso poche ore fa il Gran Jury che non ha trovato nulla da eccepire, e di penalmente rilevante, in quello che a molti, moltissimi, è apparso un omicidio a sangue freddo e che ha già scatenato durante l’estate e più recentemente una ondata senza precedenti di proteste, manifestazioni, assemblee e scontri nonostante l’invito alla calma della famiglia della vittima e gli appelli ipocriti alla ‘pazienza’ da parte di un presidente dall’appeal sempre più sbiadito.

D’altronde la giuria che ha deciso il non luogo a procedere era composta da 9 bianchi e 3 neri, giusto per non smentire una lunga e apparentemente inattaccabile tradizione di esclusione della popolazione non Wasp. E solo negli ultimi giorni sono stati due i neri vittima del fuoco della polizia. Uno colpevole di aspettare l’ascensore in penombra, assieme alla sua ragazza, nel palazzo dove abitava. L’altro, di soli 12 anni, perché agitava una pistola giocattolo in un parco giochi. In un paese dove la lobby delle armi la fa da padrona e gli uomini in divisa prima sparano (meglio un innocente morto che un colpevole vivo e pericoloso) nessuno mette in discussione il dogma del ‘diritto degli americani a portare un’arma’ e quindi il diritto degli agenti a sparare per primi anche quando non serve.

La decisione del Gran Jury è arrivata con molto ritardo rispetto alle previsioni e ai tempi previsti. Forse perché i tre neri presenti nella giuria hanno provato a far cambiare idea alla maggioranza bianca, forse perché ha prevalso fino ad un certo punto la paura delle prevedibili conseguenze di un proscioglimento intollerabile.

Accolto naturalmente da una nuova esplosione della popolazione di Ferguson dove a migliaia si sono riversati immediatamente nelle strade e dove si annuncia una lunga giornata di proteste e scontri. Che potrebbero estendersi anche ad altre città. La misura è colma, e ormai da molto…

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