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26/09/2014

Oltre Iraq-Siria-Libia ora anche lo Yemen nel travaglio islam


Nello Yemen è quasi guerra civile. L’Onu prova a mediare ma è un pasticcio. Nord contro Sud, sunniti contro sciiti. Ansar Allah, l’ala militare degli sciiti Houthi ha ripreso il controllo della capitale, Sana’a. Il fantasma Iran. Quale partita si gioca nello Yemen e chi sono i veri attori in campo?

Le mille domande sul pasticcio Yemen
Il capo della rivolta degli sciiti Houthi, Abdel Malek al-Houthi, il golpista vincente, va in tv a proclamare la pacificazione nazionale. Parla da Capo di Stato.
Il Presidente Abd Rabbo al Mansour Hadi, quello vero, denuncia un complotto pilotato da ‘attori esterni’, alludendo all’Iran senza nominarlo.
L’ombra degli ayattollah sul quello spicchio di mondo islamico?
Un altro episodio della guerra eterna tra sciiti e sunniti ora in corso tra Siria e Iraq?
Qual’è partita che si gioca nello Yemen e quali gli attori in campo?

Quello strano mondo lontano
Dopo il crollo dell’Impero Ottomano di cui lo Yemen faceva parte, sino al 1967 gli inglesi colonizzarono la parte meridionale del Paese. Tra il 1962 e il ’67 nascono due Stati contrapposti, la Repubblica Araba dello Yemen, filo occidentale, e la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen, primo stato marxista nel mondo arabo.
Nel 1990, fine dell’Unione sovietica, le due parti si unificano. Nasce l’attuale Repubblica dello Yemen.
Ma la partita tra nord e sud sopravvive al crollo di tutti i muri.

Quella frattura ideologica mai sanata
C’è un Presidente, ma il suo vice è della parte opposta, di eserciti ne sono rimasti sempre due, e ben attrezzati a combattersi.
Nel 2004 il Sud si dichiara indipendente. Le forze del nord prendono la città meridionale di Aden, costringendo i secessionisti all’esilio. L’autonomia promessa rimane lettera morta e il movimento indipendentista viene represso nel sangue.
Nel 2009 i secessionisti si fanno ‘Movimento Meridionale’ con la forma del ramo saudita e yemenita di Al Qaeda.

Il volto povero dell’Arabia
In Yemen, la povertà è realtà per circa 1,4 milioni di persone e l’accattonaggio una professione. I bambini e le donne sono il 70% del totale dei mendicanti, che si concentrano nella capitale San’a. Nonostante la recentissima scoperta del petrolio, lo Yemen resta il più indigente tra gli Stati della Penisola Araba.
Agricoltura di sopravvivenza. Per il resto, sono nel petrolio e nel gas naturale le uniche prospettive di sviluppo del Paese, che deve però fare i conti con le divisioni tribali interne e con il fenomeno della pirateria.

Nord e sud, le tribù e Al Qaeda
La società yemenita è ancora oggi intrinsecamente tribale e i villaggi sono il centro del potere delle varie tribù, spesso in reciproco conflitto e con la maggior parte della popolazione dotata di armi.
La storia del Paese è segnata dalla conflittualità tra il nord e il sud secessionista e dagli scontri tra i ribelli sciiti e il governo centrale.
Ora si aggiunge la massiccia presenza di cellule di Al Qaeda con spinte al terrorismo di matrice islamica. Particolarmente attivo il gruppo che si definisce Al Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), nato dalla fusione del ramo saudita e da quello yemenita di Al Qaeda.

Il movimento degli Houthii
Seguaci della setta musulmana sciita che oggi sopravvive soprattutto nello Yemen, gli Houthii chiedono il pieno controllo del porto di Midi, nella provincia di Hudaydah e un ruolo più rilevante nel Governo, con ministri eccetera.
Ripristino di equilibri regionali saltati nel 2011 dopo l’elezione del Presidente Hadi che porta al potere la “Congregazione Yemenita per le Riforme”, alleato sunnita.
Gli Houthi si danno anche un’ala combattente, Ansar Allah, schierata contro il clan sunnita al-Ahmar e il Partito al-Islah.
Sempre Sciiti-Sunniti e sempre il potere di clan tribali.

Il governo yemenita che resta
Il Presidente Hadi e il ‘Comitato Supremo Militare’, non riescono né a vincere la guerra - anzi - né a portare a casa la pace.
L’ONU ci prova con un suo mediatore, Jamal Benomar, che incassa promesse e firme di accordi che restano però carta straccia.
Ma perché tanto interesse per beghe locali oggettivamente di interesse mondiale relativo?
Stiamo parlando di un Paese arabo in grave crisi socio-economica, con spinte indipendentiste nell’area di Aden, a Sud, e con la minaccia del gruppo jihadista di matrice qaedista e recentemente affiliato all’ Islamic State di Abu Bake al-Baghdadi.

Al momento, c’è di fatto in corso un tentativo di colpo di Stato con almeno due interessati Paesi confinanti: Arabia Saudita e Iran.
Alle porte una guerra civile.

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