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23/07/2014

Le spie del Califfo tra i servizi segreti

Tutto il mondo concentrato sul macello di Gaza mentre un’altra guerra preme ai confini. ISIS pianifica l’attacco finale a Baghdad attraverso un proprio servizio di intelligence. Le offensive tra Siria e Iraq proseguono mentre Giordania e Arabia Saudita si preparano ad una possibile aggressione

Un mondo comprensibilmente strabico concentrato sul macello di Gaza mentre un’altra guerra di dimensioni catastrofiche preme ai confini. ISIS starebbe pianificando l’attacco finale a Baghdad attraverso un proprio servizio di intelligence. Si chiama Consiglio di Sicurezza e Intelligence, sigla possibile CSI, che diventa l’omologo di Cia o Aise. Al comando dei servizi segreti di ISIS è stato nominato Abou Ali al-Anbari -il suo vero nome è Kazem Rachid al-Jbouri- ed è uno che di spionaggio ne sa molto, come ex funzionario dei servizi iracheni ai tempi di Saddam Hussein.

Dunque un sunnita ed influente membro della potente tribù Jbouri, originario della zona di Anbar a fare da collega - piccola impertinenza - all’americano John Brannan e all’Italiano Alberto Manenti. Ali al-Anbari è anche capo della sicurezza personale del leader di ISIS Abu Bakr al-Baghdadi, l’auto proclamato Califfo di tutto l’islam. Il Consiglio di Sicurezza e Intelligence deve soprattutto coordinare le infiltrazioni delle proprie cellule clandestine presenti in Iraq per sferrare l’attacco decisivo alla capitale Baghdad. Nell’avanzata militare ISIS sta affinando le sue tattiche.

L’ascesa di al-Anbari, da semplice ufficiale baathista ai tempi di Saddam agli alti ranghi della gerarchia di ISIS, lo pone adesso in un ruolo di assoluto prestigio al fianco di figure di più antico prestigio. Ad esempio Izzat Ibrahim al-Douri, il rosso di pelo ex braccio destro di Saddam e leader del partito Baath ora fuorilegge, personaggio-bersaglio indicato come “Re di fiori” nel mazzo di carte dei cattivi da eliminare fatto circolare dalla Cia ai tempi dell’invasione. E Abu Ahmed Al-Alwani, promosso a capo del consiglio militare di ISIS e vicinissimo al “Califfo di Mosul”.

Ovviamente non è solo ISIS a regolare le sue strategie militari in Medio Oriente. I servizi segreti giordani hanno intensificato i contatti con la CIA e il Guoanbu, l’intelligence cinese, ma anche con Parigi e Londra, e sarebbero riusciti a infiltrarsi nelle tribù sunnite della regione dove ISIS ha le sue basi. L’Arabia Saudita, dopo i recenti cambi ai vertici dell’Intelligence e dopo essersi assicurata il sostegno delle forze speciali pakistane ed egiziane ha schierato in campo il costosissimo programma di difesa delle frontiere, il “Saudi Border Guard Development Program”, SBGDP, già operativo.

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