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25/07/2014

Kiev, crisi di governo Ora mancano i soldi per stipendi e armi


Ucraina, crisi di governo: il premier Iatseniuk si è dimesso. Maggioranza nazionalista in frantumi. Si va a elezioni anticipate con l’avvio dell’inverno. L’Ue decide un elenco di persone e di enti vicini a Mosca da sanzionare ma i conti chi li paga? Intanto a Donetsk si continua a combattere.

La guerra nell’Ucraina orientale che continua, la tregua con i separatisti sempre più lontana, l’aereo abbattuto e i rimpalli di responsabilità spesso grossolani che non hanno aiutato la credibilità di Kiev, l’innamoramento occidentale che va esaurendo le sue fiammate di passione e soldi, la dialettica politica interna dopo Maidan che ancora fa a pugni se si è trattato di rivoluzione o colpo di Stato. Poi tutto esplode in un colpo solo. Il primo ministro ucraino Arseni Iatseniuk ha annunciato ieri le sue dimissioni. Accuse gravi alla composita maggioranza uscita dalle urne di un Paese lacerato.

L’ex premier ucraino Arseni Iatseniuk (a sinistra) in Parlamento
Ma ecco il drammatico annuncio dell’ormai ex premier ucraino Arseni Iatseniuk. «Oggi non sono state votate le leggi, non abbiamo di che pagare la polizia, i dottori, gli insegnanti, non abbiamo soldi per comprare fucili o per rifornire di benzina gli autoblindo», ha detto il premier con evidente riferimento alle difficoltà dell’esercito impegnato nei combattimenti contro i separatisti nell’Est del Paese. Il presidente del parlamento Turcinov ha chiesto all’Udar, il gruppo dell’ex pugile Klitschko e ai nazionalisti di Svoboda, il nome di ‘un candidato tecnico’ per andare verso elezioni anticipate.

Inverno terribile quello che si prepara per l’Ucraina, e non solo. L’Unione europea, su sollecitazione statunitense, decide ulteriori sanzioni contro la Russia. Settori economici sensibili come banche, difesa, alta tecnologia compresa quella utilizzata dal settore energetico. In particolare, ci sarebbe il divieto per le banche europee di acquistare debito privato russo. Il negoziato fra gli ambasciatori appare difficile perché si punta a distribuire equamente il peso economico delle sanzioni sui diversi paesi, e ognuno ha interessi diversi nei rapporti con la Russia. Conti salati quelli sul fronte ucraino.

I costi insostenibili della guerra interna
Guerra. Sia l’ucraino Poshenko sia Putin avevano chiesto una tregua in seguito al disastro aereo ma i colpi di artiglieria non si fermano. Dai due fronti. Campo di battaglia principale il Donbass, la ricca regione dell’est del paese. L’esercito regolare si avvicina sempre più a Donetsk, è una versione dei fatti. Irrisolto il nodo cruciale delle armi, reso evidente col dramma dell’aereo abbattuto. Da dove vengono? Chi le fornisce? L’intelligence ucraina azzarda che sarebbe l’artiglieria russa a sparare da oltre confine. Altro ‘sembra-si dice’: «Da Mosca altri lanciarazzi ai separatisti filorussi». Fonte dubbia.

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