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23/06/2014

Che sta succedendo in Venezuela? Un documento rivelatore dell'ex ministro Jorge Giordani

Qui di seguito il documento reso pubblico dall'ex ministro dell'economia del Venezuela Jorge A. Giordani, uno dei massimi esponenti della componente marxista del governo bolivariano.

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Testimonianza e responsabilità davanti alla storia

Mi vedo obbligato per ragioni di coscienza a rendere pubblico questo documento in cui espongo una serie di considerazioni rispetto all’assolvimento del mio dovere come militante della causa del socialismo e la sua relazione con ciò che sono stati i miei ultimi atti come servitore pubblico. Essendo stato Ministro per tanto tempo è mio dovere rendere conto al paese.

La mia attiva partecipazione nella rivoluzione bolivariana è stata accompagnata da periodiche pubblicazioni di riassunto delle attività e responsabilità che ho assunto sotto il mandato del Presidente Chávez. Sommate al costante esercizio di proposte e valutazioni che facevano parte del lavoro dei Ministri con il nostro Comandante. Ponendo fine alla mia partecipazione Ministeriale, aggiungerò alle mie testimonianze scritte, sopra menzionate, un’esposizione delle circostanze in cui si è svolto il mio lavoro dalla partenza per l’Avana del Comandante nella sua ultima crisi di salute fino ad oggi, quando progressivamente si profilano i contorni di una nuova proposta, in gestazione, la cui matrice concettuale sta per essere chiarita.

Simbologia di una relazione

Come prima considerazione devo rendere chiaro il cammino percorso congiuntamente con il Comandante Chávez, dal primo momento in cui ci siamo conosciuti nel Carcere di Yare, il 26 marzo del 1993. A tale scopo, racconto in allegato il nostro incontro iniziale e i sentimenti di rispetto che mi hanno legato a questa persona che è stata capace di immolarsi con e per il popolo venezuelano.[1] Durante quasi due decenni di permanente collaborazione come veri compagni di viaggio, abbiamo instaurato un intenso legame di carattere ideologico, personale e programmatico, avendo sempre riconosciuto in lui le doti di guida del popolo, con posizioni dalle quali abbiamo potuto condividere un rapporto di permanente rispetto, tenendo conto delle differenze tra i due modi di percepire l’esistenza umana, e il modo in cui doveva o poteva essere costruito un cambiamento sociale profondo e radicale in Venezuela, orientato, dopo la sua dichiarazione, come percorso e disegno di una società socialista. Sono emerse differenze nel corso del tempo, la prima con l’abbandono del governo da parte mia dopo il Colpo di Stato dell’aprile del 2002, o con le dimissioni che ho presentato nel dicembre del 2007 a seguito di forti discrepanze concettuali e di comprensione rispetto a un problema sul quale ci si stava confrontando, ma tali disaccordi non sono mai stati d’ostacolo per il mantenimento dei legami d’affetto, rispetto e piena collaborazione, nel riconoscimento dei ruoli che a ciascuno sono toccati in questo processo degli ultimi vent’anni, prima del suo decesso, il 5 marzo del 2013.

Come leader di questo processo bolivariano, come compagno di viaggio, come amico, sempre ha avuto il primo posto tra noi la ricerca di un mondo migliore, più giusto per la maggioranza del popolo venezuelano, al di là delle nostre frontiere, che si incontrasse con l’utopia del sogno bolivariano, della Patria Grande per la quale fecero ogni sforzo e persino diedero la vita, come pure ha fatto lo stesso Comandante Chávez. Uno stile di collaborazione che ha dato ampli risultati, nel contesto della nostra permanente collaborazione per la costruzione del Progetto Nazionale "Simón Bolívar", è stato l’elaborazione di proposte, sia teoriche che pratiche, nel disegno dei modelli e delle mappe, tattiche e strategiche, che orientassero il popolo venezuelano in termini di programmi e piani per concretizzare i suoi giusti desideri di sviluppo. Là sono i tanti esempi di documenti pubblici ed altro, che la storia si farà carico di far conoscere, che sono il risultato dell’azione generosa di tante persone, sotto la guida del Comandante Chávez e i contributi che sono stati dati in quella direzione programmatica. Documenti che hanno avuto un primo importante incontro nella cosiddetta "Agenda Alternativa Bolivariana" presentata a luglio del 1996, come documento che ha permesso di elaborare successivamente i programmi di governo e i piani della Nazione, in un percorso che si è concluso con l’ultima elaborazione del Programma della Patria, presentato all’elettorato per la candidatura per la sua rielezione come Presidente della Repubblica l’11 giugno del 2012.

All’inizio del 2013 ho consegnato all’allora Vicepresidente Maduro un documento preparato su richiesta del Presidente Chávez, che affermava quanto concordato con lui come programma d’azione per il nuovo periodo presidenziale. Iniziava con una sintesi di quanto ottenuto e una strategia d’azione, che copio:

"Orientamento della politica economica pubblica all’inizio di un nuovo periodo presidenziale".

Uno sguardo all’indietro ci permette di identificare tre grandi obiettivi che si è proposto ed ha raggiunto il nostro processo rivoluzionario.

1) Togliere dallo stato d’abbandono importanti gruppi sprovvisti degli strumenti per superare gravi privazioni materiali, culturali, di partecipazione che li affliggono. Non è sembrato etico al Governo non mobilitare e trasferire a quei gruppi risorse tante volte rimandate e cercare di soddisfarli con promesse per il futuro.

2) Smontare il meccanismo di potere che avevano installato i gruppi esterni ed interni e che aveva permesso di gestire a loro favore lo Stato e, tra gli altri obiettivi, di sfruttare in forte misura i profitti del petrolio. È possibile illustrarlo con il recupero di PDVSA, delle concessioni petrolifere, della Banca Centrale, del controllo del Commercio Estero, della terra in possesso del latifondo e delle comunicazioni pubbliche. Allineare le FANB agli interessi popolari e dotarle di capacità effettiva per difendere gli interessi del paese di fronte agli interessi esteri.

3) Creare un apparato pubblico che nella produzione domini i settori chiave della struttura produttiva, come i prodotti base, l’esportazione dei minerali, punti chiave dell’approvvigionamento popolare. Rafforzare poco a poco le capacità del settore pubblico nella sua funzione di pianificazione ed esecuzione dell’investimento produttivo, nella gestione delle imprese pubbliche e nella formulazione e messa in atto di programmi e politiche pubbliche disegnate per costruire una nuova organizzazione sociale.

Il cammino per smantellare e ricostruire è arduo. La costruzione del socialismo ha sempre storicamente costituito una notevole sfida. Sul nostro cammino abbiamo dovuto affrontare un Colpo di Stato, un sabotaggio petrolifero e un ambiente estero ostile.

In questo cammino del processo bolivariano era cruciale superare la sfida del 7 ottobre del 2012, come pure le elezioni del 16 dicembre di quello stesso anno. Si trattava del consolidamento del potere politico come obiettivo essenziale per la forza della rivoluzione e per l’apertura di una nuova tappa del processo. Il superamento si è ottenuto con un grande sacrificio e con uno sforzo economico e finanziario che ha portato l’accesso e l’uso delle risorse a livelli estremi che richiedevano una revisione per garantire la sostenibilità della trasformazione economica e sociale.

Bisogna citare:

1) Ingenti risorse dedicate alla Previdenza Sociale.
2) Migliorare la qualità della vita della maggioranza dei venezuelani tramite la spesa del settore pubblico.
3) Importanti sovvenzioni a servizi pubblici di prima necessità (alimentazione, elettricità, combustibili, acqua, trasporto, beni di consumo di massa, servizi per l’abitare).
4) Ottenere l’accesso alle risorse necessarie con un aumento sostanzioso dell’indebitamento di PDVSA e un indebitamento interno del Governo Centrale, e con indebitamento estero moderato.
6) Mantenere il tasso di cambio che ha favorito le importazioni ed ha ridotto le esportazioni, ormai limitate all’economia privata.
7) Sovvenzione le imprese pubbliche con grandi deficit operativi per ottenere a breve scadenza impiego e salari per coloro che vi lavorano.

Il Presidente ci ha chiamato a rivedere la nostra azione, superando le inefficienze, e facendo i sacrifici che siano necessari per stabilizzare il funzionamento della società su basi solide.

Pilastri della costruzione del governo bolivariano durante il governo del Presidente Chávez.

Uno dei pilastri nella costruzione del governo bolivariano è l’unione civico militare, che si sviluppa in modo chiaro a partire dall’esplosione popolare di febbraio del 1989, in cui il popolo è uscito nelle strade indifeso ed è stato massacrato, e le ribellioni militari di febbraio e novembre del 1992, in cui giovani militari hanno impugnato le armi senza un appoggio popolare. Questa formula dell’unione del popolo e della sua Forza Armata, deve prevalere nel tempo, se non si vuole tornare indietro ai tempi della Quarta Repubblica. La confluenza tra popolo disarmato che tenta di far valere i suoi diritti e l’organizzazione armata del popolo incapsulata per lungo tempo, quella della Quarta Repubblica nelle caserme, si è andata modificando durante questi ultimi decenni, successivi al grido popolare di febbraio del 1989, e alle ribellioni militari di febbraio e novembre del 1992. Quell’unione, che deve essere duratura nel tempo quale condizione necessaria, insieme all’eredità del Comandante Chávez, il generarsi di una leadership politica collettiva che unisce le basi del popolo e la Fuerza Armada Nacional Bolivariana; Quell’unione professata, praticata e coltivata fino alla fine dal Comandante Chávez, deve essere mantenuta se si vuole preservare l’indipendenza nazionale, la lotta contro l’imperialismo nordamericano e la cospirazione di quei settori sudditi di detto impero, e, infine, per il sogno di conquistare la Patria Grande per il quale hanno lottato e sono morti i nostri Liberatori. Il delicato equilibrio nel rapporto, ottenuto dal Comandante Chávez e la sua capacità di guida, gli permettevano di far prevalere il convincimento attraverso l’insegnamento popolare prima che per decisione autoritaria.

Altro elemento che ha funzionato come pilastro portante del governo bolivariano, è stato il rapporto tra il Capo del Governo e i suoi Ministri, assorbiti in una dinamica che ha dovuto passare prima per un Colpo di Stato, nell’aprile del 2002, e poi per un sabotaggio petrolifero con ingenti perdite umane e materiali, avendo dovuto scontrarsi con una burocrazia che gestiva il campo degli idrocarburi come uno Stato dentro lo Stato, e che si era accaparrata una forte quantità di risorse provenienti dalla rendita petrolifera, calcolata tra il 15 e il 17%, che nessuno produce e che tutti vogliono captare. Questo pilastro della struttura economica nazionale continua ad essere, e sarà ancora per un certo tempo, il fattore dirimente dell’uso della rendita e della sua distribuzione che ha raggiunto una quantità dedicata all’investimento sociale calcolata in circa 650 mila milioni di dollari, per il periodo 1999-2013.

Un terzo elemento di quei pilastri è costituito dalla permanente valutazione strategica che è stata mantenuta con il Comandante Chávez, durante tutto il suo governo nelle sue differenti tappe e tempi diversi. Combinare la tattica e lo specifico delle situazioni di governo con la visione di maggior orizzonte temporale è stata una costante nelle relazioni e nell’analisi del governo bolivariano insieme al quale abbiamo lavorato al fianco del Presidente Chávez, il cui coinvolgimento nell’elaborazione è sempre stato di stimolo per noi che dovevamo soddisfare le sue continue esigenze e obiettivi. Bastava osservare la sua dedizione assoluta al lavoro, alla lettura, alla critica, al processo di innovazione e creazione, tanto che ha trascurato la sua salute per arrivare a una dedizione totale e assoluta nell’impegno che aveva assunto fin da molto giovane al tempo in cui era cadetto o sportivo a tempo pieno. Nulla d’importante sfuggiva al suo interessamento e allo scambio di opinioni con i suoi Ministri e principali collaboratori. Non chiedeva, esigeva opinioni e proposte, e come tali le commentava!

Un quarto elemento, si riferisce alla correzione degli squilibri e alle lezioni d’esperienza considerate durante tutti questi 15 anni di governo. Con un linguaggio chiaro e sincero, davanti al popolo venezuelano, il Comandante Chávez è stato capace di proporre in maniera diretta e asciutta i problemi e le difficoltà che si presentavano al paese, la sincerità delle sue posizioni, la crudezza dell’osservazione dei momenti difficili, insieme alla verifica dell’uso limitato delle risorse che ha permesso di avanzare e consolidare il pagamento del debito sociale e la difesa dei diritti dei più bisognosi tra la popolazione venezuelana. Sono stato accanto a lui in politiche difficili e ho potuto palpare il suo coraggio nell’affrontare le sfide, com’è stata per esempio la politica degli anni 2009-2012, che ha adeguato la spesa alle risorse petrolifere. Il Comandante Chávez non evadeva, risolveva.

Come quinto pilastro è necessario menzionare la preparazione dell’ultima campagna elettorale del 7 ottobre, il prima e il dopo della stessa e quello che ci si stava giocando con essa di fronte all’attacco dei gruppi fascisti del paese e ai loro alleati del governo nordamericano, che in fondo non possono permettere che questo processo politico sociale abbia successo e, pertanto, cercano di destabilizzarlo dall’interno, e cercano, contemporaneamente, anche di isolare il governo bolivariano a livello mondiale.

Infine, in ultimo, ma non di minore importanza, si trova il protagonismo profondo e sincero del popolo venezuelano nelle decisioni del governo, in modo tale da confermare la necessità di raggiungere un processo radicale di trasformazione politica, sociale, economica e culturale. Di fronte alla crisi del capitalismo attuale, si deve adottare qualsiasi strategia tranne quella difensiva, che finirebbe per mettere a rischio il futuro del nostro paese.

La crisi di salute del Presidente Chávez

I primi sintomi di rottura che hanno condotto alla situazione attuale, con la natura e il modo di prendere decisioni, si sono cominciate a manifestare nella misura in cui la salute del Presidente è andata a poco a poco peggiorando. L’assenza di un contatto diretto con la sua persona, e le permanenti mediazioni attraverso alcuni in particolare, hanno reso sempre più distante il prendere le decisioni, il loro contenuto e il tempo per metterle in pratica. L’assenza del Presidente Chávez e le scarse riunioni essenziali del Consiglio dei Ministri mi ha condotto all’elaborazione di una serie di documenti che allertavano circa lo stato della situazione, la portata dei problemi che si affrontavano e le soluzioni da prendere. Mi è toccato, durante il suo soggiorno a L’Avana, elaborare e far arrivare un documento al Presidente Chávez a seguito dell’aumento dell’indebitamento del paese in moneta straniera, che è stato positivamente preso in considerazione, paralizzando un meccanismo perverso di ottenimento di risorse che venivano dilapidate attraverso un meccanismo di ottenimento delle divise denominato SITME. [2]

Un secondo documento è stato preparato come risultato dell’unica riunione che si è potuta tenere con il Presidente Chávez come Consiglio dei Ministri il 20 ottobre del 2012. [3] Come riflesso delle affermazioni del Presidente Chávez e come chiusura del ciclo precedente, ho presentato un documento che non è stato possibile consegnargli direttamente a causa del drammatico annuncio della recrudescenza della sua malattia e della necessità di sottoporsi a un nuovo intervento a L’Avana. Detto documento l’ho consegnato a Nicolás Maduro, il 9 gennaio del 2013, mostrandogli la necessità di assumere la gravità della situazione esposta e le misure che si stavano prendendo in considerazione dopo il trionfo elettorale del 7 ottobre del 2012. I paragrafi precedentemente citati corrispondono alle prime due pagine di quel documento. [4]

Con la consegna del suddetto documento a Nicolás Maduro, all’epoca avente funzione di Vice Presidente Esecutivo nominato dal Comandante Chávez per adempiere in sua vece agli atti necessari come candidato, si sono cominciate a osservare modifiche alla direzione del processo bolivariano, alla praticabilità economico-finanziaria immediata per effetto della crescente dipendenza dalle entrate petrolifere, alla crescita delle responsabilità del governo nell’aumento della burocrazia e i giusti impegni nei confronti dei pensionati, l’impossibilità di continuare a mantenere livelli d’inflazione che, all’epoca, ancora si mantenevano sotto il 20%, tendenza sopra la quale dovevano essere prese misure, il problema strutturale dell’agricoltura e dell’elettricità, dei prezzi relativi e il rapporto tra crescita e inflazione.

È stata anche presentata la necessità di costruire una leadership politica collettiva per far fronte alla relativa assenza del Presidente Chávez e delle sue preoccupanti condizioni di salute, già annunciate da lui stesso nel suo discorso dell’8 dicembre. L’urgenza di una maggiore e più profonda integrazione del settore militare con il popolo venezuelano, il pericolo di cercare di imitare il comportamento del Comandante Chávez nella politica di comunicazione, il misconoscimento del fattore economico sovrapposto alla volontà politica, le decisioni non consultate con l’equipe economico finanziaria che tendevano a creare un nuovo stile di governo, l’ingerenza di una consulenza francese che nulla aveva a che vedere con la situazione che viveva il paese, le nomine fatte in CADIVI cambiando le misure precedentemente suggerite in riunioni a tale scopo, il cercare di modificare il processo di aggiudicazione in corso senza un fondamento razionale, la delega della responsabilità economica prima della data delle elezioni del 14 aprile dopo la morte del Presidente Chávez il 5 marzo del 2013.

Tutto questo è stato preceduto dalla richiesta di un documento chiesto dal Comandante Chávez nel suo letto di malato che si è potuto terminare in bozza il 2 marzo del 2013, documento che è stato discusso con Nicolás Maduro e una equipe di Ministri e che gli è stato consegnato il 2 marzo del 2013. [5]

Ovviamente questo documento il Comandante Chávez non ha potuto conoscerlo, sia per il progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute, sia per il tempo che ha richiesto la sua elaborazione, rimanendo il documento in questione come riferimento per l’azione di governo una volta che si fosse proceduto alle nuove elezioni presidenziali tenutesi il 14 aprile del 2013. Purtroppo le cose hanno cominciato a prendere una nuova direzione con la scomparsa fisica del Comandante Chávez e il comportamento delle istituzioni che si trovavano sotto il suo controllo come PDVSA e la BCV, hanno cominciato a comparire segni d’indipendenza che si aggravavano con la caduta dei contributi al fisco, frutto del comportamento indipendente del governo centrale del PDVSA guidato dai suoi interessi e problemi particolari, mentre si prendevano anche decisioni di spesa pubblica aliene dal controllo del budget. Questioni queste che hanno aggravato la situazione finanziaria del paese sottoposto ad una campagna destabilizzatrice interna e di isolamento estero.

Con la campagna elettorale in piena esecuzione si sono cominciati a notare elementi molto differenti dalla solidità della leadership del Presidente Chávez, mostrando debolezze e differenze notevoli nell’esecuzione, nei risultati ottenuti favorevoli al processo bolivariano, ma non sono stati sottoposti a una severa e critica analisi né da parte del governo né da parte delle organizzazioni politiche e sociali che hanno affiancato la domanda di appoggio a Nicolás Maduro. Questo atteggiamento acritico in una situazione politica sempre più complicata, che affronta un’opposizione politica di netto carattere fascistoide, con notevole ingerenza di fattori estranei al processo bolivariano in costruzione, non hanno fatto altro che aumentare gli attacchi ai dirigenti rivoluzionari, inclusa la stessa figura del Presidente eletto che è stato sottoposto ad una campagna di discredito personale e politico. Tutto ciò fa parte della grave congiuntura che vive il Venezuela dopo la scomparsa fisica del Comandante Chávez, senza dubbio difficilmente rimpiazzabile e meno ancora copiabile nel suo stile di originalità e dedizione verso il popolo venezuelano. La conservazione e lo sviluppo della “eredità di Chávez” si presenta come un patrimonio del processo di cambiamento e costruzione di una società socialista per il Venezuela. Detta eredità non può essere confiscata a nome dello stesso Chávez né si può pretendere che l’attuale Presidente ne sia l’unico destinatario e delegato.

Presa di distanza nei rapporti con il nuovo Presidente

La presa di distanza nei rapporti con il Presidente eletto Nicolás Maduro, è iniziata in primo luogo con la mia protesta per l’interferenza di alcuni consulenti francesi nell’operazione del Ministero di Pianificazione e Finanze. [6] Nel documento denominato "Controffensiva economica" e in altri, si documenta in maniera dettagliata la crisi prodotta dall’asta di divise nel processo della creazione dell’Organo Superiore di Amministrazione delle Divise. L’atteggiamento assurdo dell’allora candidato alla Presidenza della Repubblica ha marcato il senso di una incomprensione del fatto economico, forse spossato dall’avanzare della campagna elettorale precedente il 14 aprile e la grave decisione di svincolarsi dalla direzione dell’economia nazionale, che stava attraversando momenti difficili e altamente complessi. Tutto ciò mi ha condotto a scrivere una "Lettera aperta" redatta pochi giorni prima delle elezioni del 14 aprile, [7] il cui testo era noto a poche persone che allertavo sulla gravità della situazione economica e politica del paese e le sue conseguenze a breve scadenza, come per esempio i mancati rifornimenti. Poi nelle elezioni il popolo venezuelano ha onorato la richiesta del presidente di nominarlo come possibile candidato in caso di discordia. Il popolo venezuelano ha pure adempito disciplinatamente alla richiesta formulata dal suo indiscutibile leader.

Nuove responsabilità

Il Presidente Nicolás Maduro in una celebrazione tenuta al Teatro "Teresa Carreño" ha annunciato la sua nuova equipe di governo il giorno 22 aprile del 2013. In detto gruppo ha definito la mia partecipazione come Ministro della Pianificazione e Vice presidente di Pianificazione Strategica. Nuove responsabilità con vecchi temi, ora in una congiuntura più complessa e complicata.

La nomina ricevuta significa una grande responsabilità attraverso la quale si potrebbe aggiornare il risultato e il significato dell’esperienza che si è tenuta dal 2 febbraio del 1999, quando è iniziato il governo bolivariano con il Comandante Chávez. A tale scopo si è preparato un documento che contiene una concettualizzazione dell’attività di pianificazione, [8] nel contesto dello Stato venezuelano nella sua fase attuale di sviluppo, sotto la prospettiva di una società che è orientata al socialismo.

Si considera la pianificazione come un’attività transustanziante, che deve contribuire come meccanismo ex ante all’ordinamento ed alla razionalizzazione della società venezuelana. Modello di accumulazione definito in cinque aspetti: il primo la modifica della base produttiva del paese cercando una maggiore democratizzazione del potere economico. Secondo: il cambiamento nel ruolo dello Stato, per ottenere che il processo di accumulazione si orienti verso alla soddisfazione delle necessità di base della popolazione e alla difesa della sovranità. Terzo. L’incorporazione di meccanismi di autogestione produttiva a livello collettivo. Quarto: l’utilizzo di una pianificazione democratica come meccanismo regolatore delle relazioni produttive. Quinto: l’ubicazione autonoma di questo paese di fronte all’internazionalizzazione del sistema capitalista. In quanto al modello di sviluppo, raggiungere una rivoluzione politica legata allo stabilirsi di nuove relazioni di potere che difenda gli interessi dei settori popolari e i piccoli e medi produttori della campagna e della città, in modo da stabilire un nuovo blocco egemone. [9]

Con l’inizio della nuova responsabilità si sono cominciate ad elaborare una serie di tesi in differenti aspetti importanti della realtà attuale e futura del paese, come: le esportazioni, il settore elettrico, il settore manifatturiero, la creazione della banca del Sud, i risultati della prima asta del SICAD, il bilancio energetico, la politica d’indebitamento, la cooperazione internazionale, i servizi pubblici, la produzione agroalimentare, le riserve internazionali, una proposta strategica per il MERCOSUR, le mete e i progetti del II piano di Sviluppo Economico e Sociale della Nazione. Proposte tutte queste e raccomandazioni che semplicemente sono state differite nella risposta scritta del presidente, malgrado l’urgenza e l’importanza di molte di esse.

In più, si sono aggiunte le attività di molti Ministeri come forma di materializzare l’attività transustanziatrice della pianificazione come dimostrazione palpabile del contenuto che si vuole dare all’attività, che sempre è stato un’attività realizzata con la partecipazione dello stesso Presidente Chávez, che le studiava, le analizzava e alla fine prendeva le decisioni che erano pertinenti.

Gestione del governo

Da quando il Presidente Maduro ha assunto l’incarico, ha subito annunciato il nuovo insieme di misure economiche. Sebbene l’atto di maggior impatto politico mediatico sembrò essere la svalutazione, il resto degli annunci, una enorme quantità di spese, mi ha fatto dubitare della misura in cui si era accettata la ristrutturazione congiunta che io gli avevo presentato. In questo ambiente confuso, una delle mie preoccupazioni centrali è stata quella di avanzare nella direzione di un processo di aggiustamento in un nuovo scenario marcato dall’incremento nucleare dell’efficienza e della lotta alla corruzione tanto chiaramente annunciato dal presidente Chávez prima e dopo della sua elezione.

Due fronti hanno occupato la mia preoccupazione. Il primo attaccare la corruzione frenandola con un nuovo controllo dei grandi fondi dello Stato. Il secondo introducendo nuovi meccanismi di gestione nella spesa pubblica che permettessero di ritornare a cause sostenibili nel tempo.

Per il primo fronte mi è stato possibile avanzare nella proposta di due misure associate a un grande fondo del paese, segnato dall’opinione degli agenti del Commercio estero come un fuoco di corruzione: il CADIVI e il suo meccanismo associato il SITME. Nicolás Maduro ha accolto in quell’ambito una delle 2 misure che gli ho proposto. La creazione di un Comitato che approverebbe i permessi d’uso delle divise ai prezzi privilegiati che lo Stato concedeva per le importazioni base per l’economia e il rimpiazzo del SITME da parte del SICAD. La seconda consistente nella mia nomina come autorità del CADIVI, per approfittare del peso del Ministero della Pianificazione e Finanze nell’instaurare un funzionamento trasparente. Misura questa che lui non ha accettato. Ha preferito una dispersione del comando.

Un potenziale nuovo comportamento nelle nomine neanche ho avuto l’opportunità di farla presente al presidente. Si trattava di effettuare le nomine di direzione nei grandi fondi finanziari del governo (FONDEN, Fondo Chino, Tesorería, Bco. Exterior, BIV), tenendo presente la necessità di rompere con la percezione di corruzione nella gestione di quei fondi. Mi sembrava necessario fare una riconta delle figure della rivoluzione che il paese considerasse simboli dell’impeccabilità della gestione dei fondi pubblici, non era necessario giudicare né vietare altri candidati. Era partire in modo positivo e sano.

Nel secondo fronte la proposta di una riduzione della spesa pubblica reale che accogliesse le priorità di difesa del potere d’acquisto dei settori sociali più vulnerabili e la correzione di errori e corruzioni, attraverso la via di una misura di assegnazione della spesa pubblica che si otterrebbe in maniera crescente invece di un programma di spese accompagnato da indicatori di risultato che avrebbero favorito una espansione graduale ponendo un freno alle spese che non corrispondessero con l’impegno per i risultati.

In quest’area non solo non si è approvato quanto proposto, ma si è iniziata una nuova ondata di grandi spese senza i requisiti disegnati, e con l’aggravante delle spese approvate dal “Governo della Strada”, decise senza studio precedente, improvvisate di fatto. La somma di queste spese non si è presentata come un tutto, salvo la necessità che l’Assemblea nazionale approvasse un massiccio ampliamento del budget pubblico.

La riconta presentata deve essere interpretata come un intento di rivivere nell’ambito di quelli che abbiamo partecipato al processo della rivoluzione bolivariana i meccanismi di confronto di idee e lavori congiunto sotto una direzione rispettata da tutti. È anche una forma di critica alla situazione attuale, identificando la misura in cui si separa da quanto costruito nei precedenti 20 anni.

È doloroso ed allarmante vedere una Presidenza che non trasmette leadership, e che sembra voler affermarsi nella ripetizione, senza la dovuta coerenza, delle affermazioni formulate dal Comandante Chávez, nella concessione di risorse massicce a tutti quelli che richiedono senza programma fiscale inquadrato in una pianificazione socialista che dia consistenza alle attività richiedenti. A volte la politica di fronte agli agenti privati è quanto meno confusa e le pressioni di quegli agenti sembrano aprire la strada alla reinstallazione di meccanismi finanziari capitalisti che soddisfino gli intenti di ricatturare la rendita petrolifera attraverso la via finanziaria. Alla luce di questi fatti sorge una chiara sensazione di vuoto di potere nella Presidenza della Repubblica, e il concentrarsi in altri centri di potere, distruggendo il compito di istituzioni come il Ministero delle Finanze e la Banca Centrale, e dando per fatto consumato l’indipendenza di PDVSA dal potere centrale.

In particolare, le sfide che genera l’appetito estero, e in particolare di quelli che combattono per guadagnare terreno nello sfruttamento del petrolio e nell’espansione della capacità produttiva del settore, questa ultima l’affare di maggior grandezza nella storia del paese, e nei prestiti in cui s’imbarca PDVSA, non si possono affrontare con una impresa pubblica autonoma, né con una politica estera non meditata e concordata in seno alle istituzioni politiche bolivariane.

Altrettanto succede con le sfide politiche interne, dove uno sforzo disperso e dispendioso di risorse non sembra essere la migliore forma di affrontare una opposizione crescentemente coordinata con i nemici esterni. L’improvvisazione di quadri senza esperienza e designazioni poco adeguate per la gestione dei grandi fondi dello Stato mette una battuta d’arresto all’unità dei quadri bolivariani.

Infine, in termini di elaborazione di alcuni documenti dobbiamo menzionare tra quelli alcuni richiesti dallo stesso Presidente Nicolás Maduro. Il primo relativo alla Mappa Strategica Internazionale[10] che è stato consegnato a suo tempo al Cancelliere della Repubblica, Elías Jaua Milano per essere sottoposto alla sua considerazione ed analisi. Il secondo documento si riferisce all’analisi strutturale dell’economia nazionale, con il nome di “Elementi per la costruzione di una Agenda Produttiva Socialista Bolivariana”.[11]

Inoltre si è elaborato un documento sulla congiuntura economica attuale denominato “Proposte per la congiuntura economica 2014”,[12] materiale che è stato consegnato al Presidente della Repubblica e ad alcuni ministri, e poi consegnato alla Commissione Centrale di Pianificazione. Questi ultimi documenti sono proposte sulla politica economica a breve scadenza, come di media scadenza relazionate con l’esecuzione del Piano della Patria 2013-2019. Nel caso della Mappa Internazionale, si continua ad applicare quei lavori iniziati a Yare e che continuano insieme con il Comandante Chávez, dopo l’uscita da quel recinto il 26 marzo del 1994.

Prima di concludere con questa testimonianza e assumere davanti alla storia di questo paese le responsabilità, che non ho mai evaso, ne evaderò mai, voglio riaffermare che continuerò a lottare per l’indipendenza del Venezuela e del continente latinoamericano e caraibico, con la stessa costanza con cui l’ho fatto da quando ho deciso di impugnare le armi contro la dittatura obbrobriosa di Trujillo, quando ero ancora studente d’ingegneria nell’Università Centrale del Venezuela, nel 1959, e in quel territorio dove sono nato, San Francisco de Macorís, luogo dove sono arrivati i miei genitori e mio fratello uscendo da un campo di concentramento in Francia, come esiliati, poiché mio padre aveva partecipato come degno membro della Brigata Internazionale Garibaldi in territorio iberico nella difesa degli ideali della Repubblica Spagnola.

Opto, in questo modo, per continuare ad assumermi responsabilità nella mia esistenza, come sempre l’ho fatto, lasciando questa testimonianza personale, ma quello che non posso fare è essere partecipe di altre circostanze e decisioni nelle quali non si è agito in accordo con la mia coscienza e quella delle mie più profonde convinzioni. Dopo la morte del Comandante Chávez, come espresso in questa nota, ho deciso di continuare a collaborare col governo, nel posto che mi è stato assegnato, mettendo sempre per iscritto alla dirigenza politica del processo, non solo le mie discrepanze, ma anche le proposte concrete, che neanche sono state commentate, ma che sono oggi avallo per il mio comportamento e la mia lealtà alla rivoluzione. In queste circostanze preferisco essere affezionato alla frase attribuita al grande scrittore universale José Saramago, "più divento vecchio e più divento libero, e più divento libero e più divento radicale”.

Note:
1 Vedere ¨Chávez, figura controversial y polémica¨. Pubblicado in Trilogía de lo Cotidiano. (Caracas. Editorial Vadell Hermanos. 2007). Tomo III. pp. 217-225. Inoltre vedere Impresiones de lo Cotidiano 2013.

2 Meccanismo creato una delle cui basi è consistita nell’indebitamento dello Stato venezuelano.

3 Hugo Chávez Frías. Golpe de Timón. Primer Consejo de Ministros del nuevo ciclo de la Revolución Bolivariana. (Caracas. Ministerio del Poder Popular para la Comunicación y la Información. Abril 2013). pp. 9-13.

4 Orientación de la política económica pública en el inicio de un nuevo período presidencial. Mimeo. Diciembre 2012.

5 Contraofensiva Económica. Mimeo. 02.03.2013.

6 Creación del Ministerio de Planificación y Finanzas. Razones y desarrollo. Folleto relativo a documentos de la actuación realizada. Vedere in particolare, la pubblicazione ¨Presupuestos y Memorias. 2010-2013.

7 Lettera Aperta. 14 aprile 2013.

8 De la Planificación imposible a la Improvisación permanente. Retos y desafíos del proceso bolivariano. Mimeo. Agosto 2013.

9 Vedere Jorge A. Giordani C. La transición venezolana al socialismo. (Caracas. Vadell Hermanos Editores. 2009). p. 22.

10 Mapa Estratégico Internacional. Balance de Poder Mundial. V2. Abril 2014.

11 Agenda Socialista Productiva Bolivariana. Agosto 2013.

12 Propuestas para la coyuntura económica 2014. Marzo 2014.


Traduzione di Rosa Maria Coppolino

Fonte

Tira una brutta aria in Venezuela, e l'attuale classe dirigente pare presa troppo alla sprovvista dalla perdita del leader carismatico.

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