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23/05/2014

Migliaia di soldati Usa in Israele e Giordania. Obiettivo Siria?

Tensione alle stelle in Medio Oriente. In occasione delle prime esercitazioni militari congiunte con Israele (nome in codice Juniper Cobra) e Giordania (Eager Lion), gli Stati Uniti avrebbero trasportato più di 6.000 marines in Giordania ed altri settemila soldati in Israele, secondo le indiscrezioni riportato da DEBKAfile, sito di informazione militare israeliano ritenuto vicino ai servizi di intelligence di Tel Aviv.

Le esercitazioni in Giordania inizieranno domenica e dureranno fino all'8 giugno; quelle in Israele cominceranno questa settimana, con la partecipazione di 6.000 soldati dello Us European Command e mille aviatori che si occuperanno dei sistemi missilistici difensivi. E' la prima volta che gli Stati Uniti uniscono due larghe esercitazioni militari, che saranno coordinate dai centri di comando statunitensi.

Alle esercitazioni Stati Uniti e Israele accompagnano una serie di dichiarazioni allarmistiche a proposito del conflitto siriano, dove ormai è chiara la prevalenza delle forze governative sui ribelli sempre più divisi e delegittimati dalla popolazione. Proprio nelle scorse ore il governo statunitense e il suo apparato mediatico hanno diffuso in maniera allarmistica la notizia che le milizie di Hezbollah si starebbero dirigendo verso il sud della Siria per sostenere le forze regolari siriane contro le milizie islamiste, che da più di una settimana combattono per il controllo della città di Quneitra, sul Golan siriano, proprio vicino al confine con Israele e Giordania, i paesi che ospitano le esercitazioni militari congiunte con i soldati di Washington. Negli ultimi giorni, i due Paesi amici degli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza militare lungo i confini e non è da escludere, secondo DEBKAfile, che le esercitazioni si trasformino in operazioni di combattimento.

Fonte

Considerando le recrudescenza delle tensioni in Ucraina e il fatto che la Russia è alleata di ferro di Assad, la mossa statunitense potrebbe avere senso anche nell'ottica di forzare un disimpegno, almeno parziale, di Putin dalla frontiera ucraina.

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