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27/01/2014

Libano, il fattore C

Ancora senza soluzione le trattative per la formazione del nuovo governo libanese, mentre la minaccia dell'esecutivo tecnico neutro senza Hezbollah continua a pendere come una spada di Damocle sulla testa della coalizione dell'8 Marzo. Il Presidente Suleiman questa mattina dalle colonne del quotidiano Mustaqbal è stato infatti nuovamente perentorio: o l'8 Marzo accetta la formula "8-8-8" con rotazione degli incarichi ministeriali, oppure procederà, anche senza il loro consenso, alla nomina del famigerato gabinetto tecnico.

A bloccare le trattative questa volta è il Movimento Patriottico Libero (FPM) di Michel Aoun, fermamente intenzionato a non cedere sulla rotazione degli incarichi ministeriali e tenersi stretto il portafoglio dell'Energia e delle Risorse Idriche attualmente in mano a Gibran Bassil. Come sottolineato dello stesso Bassil in un'intervista di fuoco rilasciata domenica, non si tratterebbe di biechi interessi "di partito", bensì di una più generale tutela della rappresentanza cristiana che con la rotazione rischierebbe di venire sistematicamente compromessa se relegata ai ministeri minori.

A fargli eco sono arrivate stamane le dichiarazioni dei vescovi maroniti Boulos Sayyah e Samir Mazloum che, rispettivamente dalle colonne di al-Jumhuriyyah e al-Safir, hanno ribadito come la giusta rappresentanza dei cristiani passi necessariamente per un'adeguata rappresentanza ministeriale.

I partiti cristiani stanno giocando un ruolo di primo piano nelle trattative di queste ultime settimane. Diluiti in due coalizioni a trazione nettamente musulmana impegnate in più ampi giochi geopolitici rispetto ai quali non hanno alcuna voce in capitolo, ma allo stesso tempo, data l'impostazione confessionale della repubblica libanese, indispensabili per garantire ad entrambe la maggioranza parlamentare, stanno infatti facendo sentire tutto il loro peso per tornare a contare in maniera incisiva sullo scacchiere politico nazionale sempre più subordinato alle tensioni regionali irano-saudite.

Così, se sul fronte 8 Marzo è Aoun a tenere banco per avere l'ultima parola sulle trattative, sul fronte opposto lo stesso ruolo è giocato dalle Forze Libanesi di Samir Geagea, la cui condizione per il governo di unità nazionale è l'esclusione di Hezbollah.

Per quanto riguarda Bkerkeh, la questione prioritaria è, come emerso anche dalle dichiarazioni dei due curati, l' "equa assegnazione dei portafogli". Non si esclude dunque che su questa base nuovi colloqui inter-cristiani potrebbero aver luogo sotto il patrocinio del patriarcato, sbloccando finalmente le trattative. Sempre che, con buona pace di tutti, la spada presidenziale non cada prima.

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