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25/01/2014

Al Nusra dichiara guerra aperta a Hezbollah

E' ufficiale: il nuovo fronte della guerra siriana si è aperto in Libano. Il gruppo jihadista Al Nusra, in un comunicato diffuso ieri via twitter, ha avvertito la popolazione sunnita del paese dei Cedri di stare lontano dalle zone a maggioranza sciita e di unirsi al gruppo nella guerra al "Partito dell'Iran e ai suoi agenti", così come gli estremisti sunniti definiscono Hezbollah.

La dichiarazione è arrivata a quattro giorni dall'attentato, rivendicato dal gruppo di ispirazione qaedista, che ha provocato quattro morti ad Haret Hreik, sobborgo meridionale di Beirut a maggioranza sciita. Pochi giorni prima, Al Nusra aveva rivendicato anche l'attacco alla città settentrionale di Hermel, al confine con la Siria, costato la vita a cinque persone.

"Chiediamo ai sunniti del Libano - si legge nel comunicato - di non andare a vivere nelle zone dominate da Hezbollah o nei pressi delle loro sedi o punti di raduno".

I centri sciiti sono stati attaccati ben quattro volte negli ultimi due mesi, con un attentato compiuto contro l'ambasciata iraniana a Beirut lo scorso novembre, che ha ucciso 20 persone, e un'autobomba esplosa a Dayihe, roccaforte del Partito di Dio nella capitale libanese, che ha provocato quattro vittime.

Una vera dichiarazione di guerra, scritta a chiare lettere nel comunicato: "Noi, il Fronte al-Nusra in Libano, annunciamo che il Partito dell'Iran e le sue postazioni militari e di sicurezza sono un obiettivo legittimo per noi ovunque si trovino". "Sunniti - continua la dichiarazione - aiutate i vostri fratelli combattenti nella guerra contro il Partito dell'Iran e i suoi agenti". Bersagliate dal lancio di razzi provenienti dalla Siria, le zone frontaliere a maggioranza sciita sono state colpite duramente da quando Hassan Nasrallah ha annunciato la propria partecipazione al conflitto siriano al fianco di Bashar al-Assad.

L'attività di al-Nusra in Libano è stata annunciata lo scorso 17 dicembre con la rivendicazione di una attacco alla diga di Hermel. Abu Mohammed al-Jawlani, leader della formazione qaedista, in un'intervista ad al-Jazeera (megafono dell'opposizione anti-Assad) aveva confermato l'attività del gruppo nel paese dei Cedri per "aiutare i Sunniti" ad affrontare imprecisate "ingiustizie imposte loro dagli Sciiti di Hezbollah".

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