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20/12/2013

Obama annuncia il veto su nuove sanzioni all'Iran

Barak Obama è pronto a porre il veto sulla legge che imporrebbe nuove sanzioni all'Iran, proprio mentre a Ginevra sono in corso i colloqui tecnici tra Teheran e il gruppo dei 5+1 sull'attuazione dell'accordo sul programma nucleare iraniano, siglato il 24 novembre. Lo ha fatto sapere la Casa Bianca in seguito all'iniziativa dei 26 senatori statunitensi (13 democratici e 13 repubblicani) che hanno proposto di applicare nuove sanzioni alla Repubblica islamica, se violasse i termini del primo step dell'accordo raggiunto il mese scorso o se non ne approvasse uno più ampio nei sei mesi stabiliti.

La sfida dei senatori ha innervosito il presidente, preoccupato che una legge del genere comprometta i risultati raggiunti sinora con Teheran. Dal canto loro, invece, i promotori delle nuove sanzioni hanno dichiarato di voler fornire un ulteriore strumento di pressione nel negoziato con l'Iran, contro cui hanno proposto un boicottaggio globale delle esportazioni petrolifere e l'inserimento in una lista nera di diversi prodotti iraniani. Secondo alcuni senatori, infatti, sarebbero state proprio le sanzioni a spingere al dialogo il presidente iraniano, Hassan Rohani, che pochi giorni fa, tracciando un bilancio dei primi cento giorni del suo mandato, aveva sottolineato che l'accordo ha provocato un ''cambiamento di atmosfera'' in Iran, in evidente crisi economica. La legge andrebbe al voto del Senato a gennaio e non è detto che ottenga la maggioranza, inoltre Obama potrebbe esercitare il suo potere di veto, ma l'iniziativa in sé potrebbe infastidire Teheran e far saltare le trattative.

Un'eventualità che allarma la Casa Bianca. Il portavoce Jay Carney ha definito la proposta di legge "un'azione non necessaria, che potrebbe mandare in frantumi" i risultati sinora raggiunti. L'accordo del 24 novembre prevede una moratoria di sei mesi sulle sanzioni, che dà respiro all'economia iraniana, e in cambio il governo di Teheran si è impegnato a non arricchire uranio sopra il 5 per cento, a neutralizzare il 20 per cento delle riserve di uranio arricchito e a non realizzare altre centrifughe.

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