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23/12/2013

L’ultimo 'regalo' di Caselli: una norma anti Al Qaeda per i No Tav

Notav = Nemico pubblico. Questo è quello che muove le menti dell’architettura giudiziaria che da oltre un anno ci vede impegnati quasi quotidianamente nelle aule dei tribunali torinesi. Da tempo affermiamo come sia la magistratura, seguita a ruota dall’informazione, la testa d’ariete usata per tentare di battere il movimento notav, visti i fallimenti della politica che sul piano del confronto ha perso da tempo.

La costruzione del nemico pubblico notav, dell’emergenza notav, prosegue con metodo da parte della magistratura capeggiata fino ad ora da Giancarlo Caselli e l’escalation di reati contestati al movimento conferma l’ossessione nei nostri confronti, sopratutto da chi, lasciando per pensionamento, ci dona l’ultima trovata: una norma che era stata preparata per combattere Al Qaeda fra quelle contestate ai No Tav arrestati per terrorismo lo scorso 9 dicembre.

Il capo d’accusa cita infatti un passo del codice penale introdotto nel 2005 da un decreto del governo all’indomani degli attentati di Londra e Sharm el Sheikh “per adeguare – come spiegò alla Camera dei deputati il ministro dell’interno Beppe Pisanu – il sistema giuridico alle caratteristiche insidiose e sfuggenti del terrorismo islamista”. Citando da la Repubblica “rispondono di “atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi”.

L’episodio contestato è un attacco al cantiere di Chiomonte che però, secondo gli inquirenti, va inquadrato in un contesto più ampio: l’obiettivo, infatti, sono le “finalità di cui all’articolo 270 sexies del codice penale” (quello introdotto dal decreto), vale a dire “arrecare un grave danno al Paese” e “costringere i poteri pubblici ad astenersi dal compiere un qualsiasi atto”. In questo caso, a non proseguire i lavori per la ferrovia ad alta velocità Torino-Lione.”

Ora si può ben comprendere che se parlassimo di un attacco al cantiere con esplosivo, kamikaze, botti piene di dinamite, il paragone potrebbe reggere. I fatti sono ben altri e per l’azione contestata ci risulta un generatore danneggiato. Certo è che con le proiezioni mentali elaborate dal procuratore e dal pool anti-notav tutto è purtroppo possibile.

Intanto la pensione di Caselli si tinge di quest’ultimo segno per non dimenticare qualche giorno fa quando il procuratore scopre le carte: oltre le manette servono i fondi per il Tav.

Fonte

4 commenti:

  1. Alla fine sti notav sono come i politici e chi sta dietro i politici. Ognuno tira l'acqua al suo mulino. Quelli non vogliono il cantiere, gli altri lo vogliono, ma l'Italia è terreno di chi vi abita ma anche di chi lo governa, quindi entrambi avrebbero ragione. Certo che accusare quattro montanari di terrorismo scade ben oltre il ridicolo e diventa grottesco. Oggi si accusa di terrorismo esattamente come nel medioevo si accusava di stregoneria. Vuoi levarti dalle balle qualcuno? Semplice, dagli del terrorista o del complottista e sei a posto. Al rogo!

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  2. Che entrambe le parti in causa abbiano ragione è una cagata colossale!
    Nel caso delle grandi opere (Dalla tav al terzo valico) la ragione sta tutta dalla parte di chi le aborra e fa resistenza attiva perché i progetti non vadano mai in porto. Ormai sono facilmente rintracciabili tonnellate di documentazione in cui il progetto della Torino-Lione è spacchettato riga per riga dimostrando la sua insostenibilità finanziaria ed ambientale oltre alla totale inutilità economica.

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  3. Mi sono espresso male. In un ipotetico (e forse utopistico) paese normale, in cui i politici sono scelti dal popolo, questi hanno il diritto di governare e prendere decisioni, appunto, in nome e per conto del popolo che li ha investiti di tale potere. In assoluto, quindi, se le persone messe al nostro comando da noi stessi pensassero che fare una opera pubblica sarebbe un bene per noi, una parte di ragione l'avrebbero pure. Chiaramente non è il caso dell'Italia, in cui quelli che governano sono al potere indipendentemente dalla volontà del popolo che non può nemmeno più scegliere i propri padroni. Ci sono carte che spiegano che la linea è inutile e costosa, ma quindi alla fine perché vorrebbero farla comunque? Mi sfugge chi ci guadagna dietro a tutto sto baraccone. A meno che non sia un'opera con scopi militari.

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    1. Francamente mi pare che parliamo del segreto di Pulcinella... La grande opera ha senso per il grande costruttore/speculatore edile e per chi lo finanzia creando plusvalenze sul cemento. Di norma questi sono i medesimi soggetti che finanziano più o meno lecitamente e alla luce del sole il partito di turno o le correnti al suo interno, fine.
      Smettiamola poi con la solfa per cui la classe dirigente di merda ce l'abbiamo solo in Italia, che negli USA, in Spagna o Germania fanno meglio di noi??? Non direi, al massimo fanno diverso, ma l'interesse che ogni classe dirigente tutela è sempre lo stesso: quello del capitale.

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