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17/11/2013

Medio Oriente, la polio torna a fare paura

La poliomielite torna a fare paura nel vicino Oriente. Dopo le notizie di casi riscontrati in Siria nelle ultime settimane, si sta preparando una campagna di vaccinazione che dall'Egitto alla Turchia, passando per tutti i Paesi dove stanno cercando riparo i profughi siriani in fuga dalla guerra, raggiunga oltre 22 milioni di bambini sotto i cinque anni.

È infatti dalla Siria, dove è stato rilevato un ceppo di polio probabilmente proveniente dal Pakistan, che rischia di diffondersi l'epidemia. Due anni e otto mesi di conflitto hanno fatto saltare il sistema sanitario, provocando un drastico calo nelle vaccinazione (500mila bambini sono stati esclusi) e il ritorno di una malattia incurabile, che paralizza e uccide. La campagna di vaccinazione da 30 milioni di dollari promossa dall'Onu interesserà sette Paesi: Egitto, Iraq, Giordania, Libano, Turchia, Siria e la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. La vaccinazione in massa è inevitabile, ha spiegato Soha Boustani dell'Unicef all'agenzia AP: "Non abbiamo altra scelta. Tutti devono vaccinarsi, per la polio non c'è cura, non si può fare altro che prevenirla".

In Siria infuriano i combattimenti e gli operatori sanitari impiegano cliniche mobili per raggiungere i bambini: ci sono circa quattro milioni di sfollati interni nel Paese e individuarli è complicato. I primi dieci casi denunciati dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sono stati rilevati nella provincia settentrionale di Deir al-Zour. Lunedì scorso, altri tre bambini nella stessa zona sono risultati contagiati dal virus, di cui è stato rintracciato un ceppo anche in alcuni campioni degli scarichi fognari in Egitto, Israele e Cisgiordania. Nonostante i Paesi arabi abbiano in genere un alto tasso di immunizzazione, circa il 90 per cento, l'Oms ha giudicato a rischio decine di migliaia di bambini.

Il vaccino sarà somministrato anche a coloro che l'hanno già fatto, ha spiegato Mike Ryan, coordinatore della campagna anti-polio dell'Oms, che ha sottolineato l'importanza di agire subito, in particolare in Libano che accoglie la maggioranza degli oltre due milioni profughi siriani. Sono circa 815.000 per l'Alto commissariato Onu per i Rifugiati, ma secondo Beirut sarebbero già 1,5 milioni e gli arrivi non si fermano. Una presenza massiccia che ha messo in crisi il sistema sanitario libanese, soprattutto nelle aree più povere.

Nel Paese dei cedri c'è allarme per la polio. I profughi si trovano soprattutto al Nord e nella Valle della Bekaa e non ci sono campi di accoglienza, affittano case o vivono in ripari di fortuna. L'Onu ha iniziato una campagna di informazione per le vaccinazioni, soprattutto nei quartieri più degradati delle città libanesi, dove si sono sistemati molti siriani. Sono impiegate cliniche mobili per raggiungere mezzo milioni di bambini (siriani e libanesi) sotto i cinque anni cui somministrare il vaccino. Lungo la frontiera con la Siria sono stati istituiti centri di vaccinazione e si impiegano i media per esortare i siriani arrivati nel Paese a portare i figli nelle cliniche. La campagna anti-polio è stata estesa a tutta questa settimana e riprenderà a dicembre. Si sta cercando di evitare un'epidemia che avrebbe effetti devastanti, la poliomielite è una malattia altamente contagiosa e le precarie condizioni di vita di molti profughi possono favorirne la diffusione. Lo scorso inverno il morbillo contagiò 1.400 bambini siriani e libanesi.

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